Ecco la plastica che viene mangiata dalla terra

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Nebaska
00mercoledì 10 ottobre 2007 18:44


Plastica, proprio così. Resistente, flessibile, economica. Solo che, a differenza delle altre, questa sembra essere assai gradita all'ambiente: tanto che i microrganismi della terra se la mangiano.


Si chiama Ecoflex® ed è un materiale sviluppato dalla multinazionale Basf per il settore degli imballaggi. Le pellicole di Ecoflex® hanno proprietà simili a quelle di polietilene (PE) ma, oltre al fatto di essere biodegradabili, c'è un vantaggio per l'industria: si può produrre una pellicola di Ecoflex® su impianti convenzionali progettati per quelle di polietilene. Questo materiale, pur avendo caratteristiche simili al PE, si distingue per peculiari proprietà nella lavorazione e nell’utilizzo, quali resistenza allo strappo ed elasticità, impermeabilità e resistenza a variazioni dell’umidità.

Ecoflex® soddisfa tutte le condizioni della norma UNI EN 13432, che descrivono le modalità di definizione di un materiale polimerico biodegradabile. Tale legge afferma che...

...un materiale, posto in una apposita zona di compostaggio, per essere considerato biodegradabile debba soddisfare i seguenti requisiti:
- almeno il 90% della sua massa deve scomporsi in anidride carbonica, acqua e massa cellulare, in tempi sufficientemente brevi, che dipendono dal test utilizzato, e comunque al massimo entro 6 mesi; deve disintegrarsi in particelle non superiori a 2 mm;
- non deve influenzare negativamente la qualità chimica del composto.

Ecoflex® offre quindi un valore aggiunto che lo rendono meritevole di ben figurare accanto ai materiali alternativi - sia naturali, come la fecola di patate o gli amidi di mais, che sintetici, quale l’acido polilattico (PLA) - con cui tra l’altro è compatibile.

Anzi, prosegue nel comunicato BASF, "la combinazione tra Ecoflex® e questi materiali esalta, infatti, le caratteristiche di entrambi, come nel caso del noto materiale Mater-Bi®, realizzato da Novamont, che è un blend supportato anche da Ecoflex® - oltre che da rifiuti organici, amido di mais o fecola di patate - oppure nell’accoppiamento con l’acido polilattico, in cui si va ad aumentare la resistenza del PLA e ad amplificare la ricettività di Ecoflex®, ottenendo così un materiale caratterizzato da una rigidità intermedia che può essere utilizzato per realizzare packaging termoformati. Da questo connubio per esempio BASF ha anche sviluppato Ecovio®, un blend realizzato sulla base del know-how acquisito con Ecoflex® e la sua unione con il PLA".

Ecoflex® è quindi un materiale estremamente duttile che può essere associato ad altri materiali e in grado di potenziarne le caratteristiche.

Il risultato è un imballaggio per alimenti ad alto rendimento in grado di mantenere freschezza e gusto, come per esempio i contenitori o vassoi termoformati per hamburger o articoli monouso, ecc.
Ecoflex® trova impiego anche nella produzione di film alimentari, per l'imballo di carni, pesce, frutta o verdure. È inoltre, utilizzato in agricoltura nella copertura dei terreni nelle coltivazione di fragole, asparagi, lattuga, ecc. Grazie alla completa biodegradabilità del materiale, dopo la raccolta, i film possono, infatti, essere arati insieme al terreno, senza comportare carichi di smaltimento.

BASF, sempre attenta ad assicurare lo sviluppo sostenibile, ha avvertito la richiesta del mercato di imballaggi flessibili biodegradabili e le possibilità di sviluppare un prodotto con valore aggiunto, come Ecoflex®.
Ricordiamo che il mercato italiano degli imballaggi alimentari è il più
grande d’Europa.
Oggi, la sempre maggiore attenzione verso l’ambiente e la sua tutela, nonché la cura dei consumatori nei singoli e semplici gesti quotidiani, come acquistare un prodotto alimentare confezionato in un imballo biodegradabile ed ecocompatibile, chiama gli stessi produttori di materie prime a prendere una posizione netta in un mercato che, benché sia ancora di nicchia, esige sempre maggiori studi.
BASF crede nello sviluppo sostenibile e per questo motivo ha deciso di studiare ogni possibile sviluppo di Ecoflex®, supportandone la ricerca e il suo potenziamento sul mercato.

(Redazione Ambiente)
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