WWF, IN FUMO ALMENO 4.500 ETTARI DI PARCHI
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(ANSA) - ROMA - Migliaia di ettari di parchi andati in fumo, in un anno nero per le aree protette. In poche settimane sarebbero oltre 4.500 gli ettari di natura da difendere ormai distrutti, una cifra sottostimata che arriva dal Wwf e che, secondo gli ambientalisti, e' destinata a salire una volta accertati i danni grazie ai calcoli sul catasto delle aree bruciate. Gli scrigni di biodiversita' dell'Italia sono andati in fumo in tutto il Centro-Sud: dalla Calabria, la piu' colpita, all'Abruzzo e Lazio, oltre alla martoriata Puglia, Marche, Campania e Sicilia. Di fronte a quello che si prospetta come un ''disegno criminale'' secondo il Wwf a funzionare potrebbe essere ''solo una strategia tra regioni ed enti parco''. Lo strumento legislativo per difendere i parchi dal fuoco, spiegano gli ambientalisti esiste gia': la Legge Quadro sugli incendi che prevede anche la formulazione e l'applicazione di Piani di prevenzione specifici per le aree protette. ''La cronaca di questi giorni ci dimostra purtroppo l'assenza di questo coordinamento - afferma Patrizia Fantilli, direttore dell'ufficio legale-legislativo del Wwf Italia - enti locali e parchi non hanno ancora applicato gli strumenti di pianificazione. E come un acceleratore in una macchina gia' in corsa le straordinarie condizioni climatiche di questi giorni provocate dal piu' vasto fenomeno dei cambiamenti climatici evidenziano in modo drammatico tutta la debolezza del nostro sistema 'immunitario' antincendio''. Il Wwf punta il dito contro le Regioni. Secondo gli ambientalisti, ancora oggi non tutte hanno adottato il Piano regionale per la programmazione delle attivita' di previsione, prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi. E ancora, secondo il Wwf ''non tutti i parchi si sono dotati degli strumenti di pianificazione e per questo motivo oggi le singole azioni di prevenzione degli incendi, che dovrebbero essere cucite su misura seguendo le caratteristiche di ciascun parco, rischiano di essere inefficaci. Una pianificazione che deve partire soprattutto dal coinvolgimento delle popolazioni chiamate a sentirsi custodi della propria terra''. E ''distribuire a pioggia finanziamenti per rimboschimenti o ripristini, che magari poi vengono realizzati in modo poco compatibile con le peculiarita' del parco e con la missione di conservazione della natura, non servira' ad uscire da questo circolo vizioso. Anzi - spiega il Wwf - spesso il meccanismo degli incentivi per i procacciatori di appalti per i ripristini rischia di essere una micidiale 'miccia sociale' per gli incendi''. (ANSA).
25/07/2007 18:05