Ecatombe di cani e gatti, è psicosi negli Usa

Sotto accusa la melamina che sarebbe contenuta in alcune confezioni di cibo prodotte con glutine importato dalla Cina

WASHINGTON (Stati Uniti) – Migliaia di animali domestici statunitensi falcidiati, senza che i motivi siano ben chiari, vittime forse più ancora che della cattiveria umana dell'indifferenza e del cinismo del denaro: è il New York Times a denunciare l'eccidio di proporzioni inquietanti, scatenando un giallo che sta turbando non poco l'America amante degli animali, i padroni di gatti e cani, gli animalisti e le tante famiglie medie americane che contano tra i propri cari almeno un cane o un gatto. La vicenda coinvolge la Cina e un elemento chiamato melamina, responsabile secondo gli esperti dei duemila decessi di gatti e cani americani e di 14 mila dossier aperti.

IL GIALLO - La scorsa settimana la Food and Drug Administration aveva rilevato la presenza di melamina nel glutine di grano di alcuni prodotti ("cut-and-gravy") della Menu Foods, una ditta di mangimi del Mississauga che a sua volta si palleggia la responsabilità con una società cinese che le avrebbe venduto il glutine. Ma cosa ci faceva la melamina nel glutine? Il suo impatto sugli animali non è ancora chiaro, ma la sua tossicità sarebbe significativa solo se utilizzata in dosi massicce. In tal caso nel tempo provocherebbe lo sviluppo di metastasi tumorali. Nel frattempo quattro aziende, Menu Foods, Nestle Purina PetCare Co, Hill's Pet Nutrition e Del Monte Pet Products, hanno dovuto ritirare dagli scaffali dei negozi specializzati numerosi prodotti. Ji Denghui, manager della Fujian Sanmung Dinghui Chemical Company che commercializza melamina, spiega che di per sé non si tratta di una sostanza pericolosa e la sua vendita non è illegale. Ma dopo l'ecatombe galoppante di questi ultimi tempi, gli americani saranno autorizzati a promuovere spietate ispezioni in Cina, per capire se è stato fatto un uso della materia in questione in cattiva fede. L'ipotesi è che venga utilizzata per fare buon peso e vendere il mangime a un prezzo superiore proponendolo come più proteico della realtà.

L'ALTRO FRONTE - Esiste anche un secondo filone dell'inchiesta, quello relativo alla presunta presenza di tracce di aminopterina, sostanza utilizzata in alcuni farmaci anticancro e in molti veleni per topi. Ma questa si sta dimostrando una pista improbabile. L'America trema, mentre la Cina ancora una volta è sotto accusa, nel migliore dei casi per imperdonabile leggerezza. Intanto il Washington Post oggi apre un'altra inchiesta, dopo che 100 maiali che avevano mangiato cibo contenente la melamina sono stati venduti in California. Quello che finora è emerso è che condire il cibo degli animali con la melamina in Cina è una prassi normalissima.

Emanuela Di Pasqua
30 aprile 2007

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Guarda caso, le aziende produttrici implicate sono quelle che eseguono test su animali. Ciò dimostra che anche in questo campo i test sono una pagliacciata, non assicurano la sicurezza del podotto. I test sarebbero inutili se queste aziende utilizzassero ingredienti naturali invece di quelli artificiali... ma si sa, della salute dei consumatori se ne infischiano, gli ingredienti sani costano di più e si fa prima a riempire i loro prodotti di sostanze chimiche...

Io sarei proprio per la vecchia alimentazione casalinga. Stando un po' attenti alle dosi, alla quantità di proteine...purtroppo non mi è possibile nutrire Aky come voglio però

Schifezze chimiche ne rifilano anche a noi, ovunque... ma io di scatolette e crocchette proprio mi sono sempre fidata poco. In barba a tutti, sarei proprio per dare ai cani e ai gatti quello che la natura vuole che mangino...

Delle sostanze tossiche che vengono infilate nei cibi ne risentono tutti. Animali e uomini.
Migliaia di sostanze nocive sono presenti in tutto quello che mangiamo. Figuriamoci se le aziende che possono risparmiare si lasciano scappare l'occasione, perchè a loro non importa di certo se quelle sostanze uccidono o provocano danni a lungo andare.
E sarà sempre peggio.
E solamente di madre natura che ci si può e ci si deve fidare.