ESTATE: MEDUSE, TRACINE E RICCI; INCONTRI DA EVITARE
Alla alrga, per esempio, dalla Pelagia Noctiluca
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2 agosto 2007 - Scorfani e ricci tra gli scogli, tracine nella sabbia, oppure meduse dai lunghi filamenti urticanti in acqua. Sono questi i principali 'pericoli' in cui i bagnanti possono incorrere nei nostri mari. Non sempre e' possibile evitarli, quindi, nel caso, e' meglio conoscere in anticipo gli animali protagonisti di possibili 'spiacevoli' incontri. Ecco una breve panoramica del biologo dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram), Leonardo Tunesi:
MEDUSE: trasportate dalle correnti, si ritrovano ad arrivare sottocosta. La piu' pericolosa nei nostri mari e' la 'Pelagia noctiluca', con un ombrello di massimo 15 cm di colore rosa/arancio. Sono i suoi quattro filamenti ad essere pericolosi, che possono arrivare fino a 4 metri. Si puo' essere colpiti anche senza vederla affatto e quindi rimanere urticati anche a un metro di distanza. Altra specie piu' comune e' la 'Rhizostoma pulmo', il cosiddetto 'polmone di mare', che e' meno urticante e si puo' evitare, perche' non ha filamenti. Cosa fare di fronte ad un battaglione di meduse? Nuotare avendo alle spalle l'ombrello degli animali diminuisce la possibilita' di essere colpiti dai filamenti. Il veleno che inietta la medusa e' una proteina e a 65 gradi si denatura. Per questo i pescatori delle Eolie tenevano in barca un frammento di ossidiana, pietra lavica vetrosa. All'occorrenza se la passavano bella calda sulla parte colpita. A cosa servono i filamenti alla medusa? Per pescare e per proteggersi in caso di attacco dei predatori;
TRACINA E SCORFANO: sono tutte e due specie mimetiche. La prima si nasconde nel fondo di sabbia, il secondo vive fra gli scogli, in mezzo alle spaccature. La tracina e' un pesce osseo e in caso di pericolo raddrizza la pinna dorsale e il primo raggio e' osseo e cavo, collegato ad una ghiandola velenifera. Come evitarle? Esemplari grandi in pochi metri d'acqua non ci sono, comunque se ci si muove piano la tracina si sposta invece di farsi calpestare. Se si intravede sul fondo, con la sua pinna nera, meglio non molestarla: il veleno e' alquanto doloroso e come nel caso delle scorfano viene iniettato;
RICCI: sono due le specie presenti, 'Paracentrotus lividus' e 'Arbacia lixula'. La prima specie e' di colore scuro, ma immersa in acqua puo' assumere diverse sfumature e una volta morta si riconosce dallo scheletro verde. La seconda specie e' semplicemente nera ed ha uno scheletro rosa. Ad essere mangiata e' sempre la stessa, la 'Paracentrotus lividus', che a seconda della Regione viene definita come il maschio oppure come la femmina, invece e' una specie nettamente distinta dall'altra.
L'unica difesa per questo animale sono le spine, quindi fare attenzione, specie fra gli scogli, ed evitare di metterci i piedi sopra. In caso estrarre gli aculei con una pinzetta, altrimenti si rischiano fastidiose infezioni;
ALTRE SPECIE: coralli superficiali in Mediterraneo non ne abbiamo. Le attinie, come 'l'Anemonia sulcata', verde iridescente con la parte finale di tentacoli di colore lilla, si puo' trovare in poca acqua nelle scogliere. In genere provocano problemi solo in persone specificamente allergiche, ma e' meglio non giocarci se si hanno tagli e ferite. Per quanto riguarda razze e torpedini, raramente si incontrano nei nostri mari. Le razze, a seconda della specie possiedono un peduncolo sulla coda, una parte ossea che possono usare per difendersi; le torpedini hanno invece muscoli in grado di produrre corrente elettrica. Meglio guardarle da lontano.
(ANSA)
"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"