Cani e gatti sempre più longevi
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Guadagnati 2 anni in un ventennio
ROMA
Adagiati sul bracciolo del divano o distesi sul tappeto davanti alla tv, accuditi e coccolati. Cani e gatti di casa sono sempre più longevi, grazie alle cure amorevoli dei loro padroni e ai continui passi avanti della medicina veterinaria: si stima che Fido e Micio vivano in media due anni in più rispetto a 20 anni fa. Un “balzo” che sembra ancora più sostanzioso se rapportato all’uomo: anche se non esiste un parametro di confronto scientificamente attendibile, si può dire che due anni di vita per questi animali equivalgano a 10 umani.
E il merito è della crescente attenzione di chi li ha in casa, ma soprattutto «dei progressi raggiunti dalla medicina e della sempre maggiore specializzazione dei colleghi: oggi è possibile rivolgersi a veterinari oculisti, ortopedici, cardiologi e via dicendo, a seconda del problema che attanaglia il nostro compagno a quattro zampe». Parola di Enrico Loretti, responsabile Igiene urbana veterinaria dell’Azienda sanitaria di Firenze.
Nel nostro Paese vivono oltre quattro milioni di cani e circa sei milioni di gatti, che devono l’allungamento della loro esistenza media «alla maggiore e migliore medicalizzazione - dice l’esperto all’agenzia AdnKronos - portata sia dalla crescente consapevolezza dei padroni, che dalle conoscenze della medicina veterinaria. I risultati sono davvero notevoli: oggi un cane vive in media 13 anni», mentre alla fine degli anni ’80 non superava gli 11. È bene notare, però, che il dato si riferisce ai meticci: esistono infatti razze rese più “delicate” dalla mancanza di controlli sulle importazioni e sulla selezione, che possono indebolire gli animali con accoppiamenti “forzati” e non dettati dal richiamo della natura.
«I cosiddetti cani ’toy’ o giocattolo - afferma Loretti - insieme a tutte le razze che in Italia non esistevano fino a pochi anni fa, rappresentano un pò l’anello debole del genere canino. Spesso anche razze diffusissime come il labrador o il pastore tedesco possono avere problemi genetici quali le displasie dell’anca o del gomito. Sono però tutte patologie di cui oggi si parla di più, e contro le quali abbiamo maggiori strumenti d’intervento».
È merito dell’uomo, dunque, se Fido e Micio possono vivere mediamente più a lungo: «i padroni - continua Loretti - sono oggi più disponibili a portare regolarmente l’animale di casa dal suo medico, a procedere con cure o interventi più complessi, ad assisterlo costantemente, come fosse un vero componente della famiglia. Dall’altra parte si ha la possibilità di rivolgersi a veterinari specialisti con sicura esperienza sul campo. In Italia, a livello universitario, non esistono ancora percorsi ’ad hoc’ per i professionisti che intendono intraprendere strade specifiche, ma è necessario frequentare scuole speciali o master, soprattutto all’estero».
Di pari passo con l’allungamento dell’esistenza degli animali domestici, infine, «le industrie farmaceutiche stanno provvedendo ad ampliare l’offerta di medicinali dedicati alla ’vecchiaià del cane o del gatto: soprattutto antidolorifici, ma anche farmaci contro i disturbi al cuore o alle ossa, con un occhio puntato alle malattie degenerative».
"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"