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Brevi storie di un genocidio

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2008 20:36
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02/12/2007 12:49
 
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Brevi storie di un genocidio - Prima parte

"Ci fecero molte promesse, più di quante ne possa ricordare, ma ne mantennero una sola, promisero di prendere la nostra terra e se la presero."
Nuvola Rossa
degli Oglala Dakota - Sioux


Parlare di guerre e racconti di Indiani d'America! Ecco cosa si dovrebbe fare per vedere dentro l'animo del colonialista bianco, per guardare quanto è stata tremenda la corsa all'oro che vive tutt'oggi negli animi americani. Ieri si cercava l'oro sui Black Hills, oggi si crede che l'America (Stati Uniti d'America) sia l'oro del mondo.
Ieri hanno ucciso migliaia di Indiani, firmando quattrocento trattati e non rispettandone neanche uno; oggi l'America si espande e crea nuove conquiste, ma ha incontrato e incontra popoli che hanno saputo dare dure risposte al predominio schiacciante del bianco capitalista.
Ma torniamo un attimo indietro, e analizziamo gli esempo del genocidio fisico-culturale, che i bianchi hanno inflitto agli Indiani.
Era già iniziata la corsa all'oro in California; vicino Sacramento era stato trovato un filone d'oro. Poi venne la seconda corsa all'oro, che si ebbe sui Black Hills; qui le nazioni indiane avevano i Sacri Luoghi di Poha-sopa, da cui il cerchio del mondo si piegava in quattro direzioni e dove i guerrieri andavano a parlare con il Sacro Spirito; erano montagne sacre, e per gli Indiani l'oro a quel tempo era sconosciuto, per essi non aveva nessun valore.
Nel Luglio del 1874, durante la Luna delle Ciliege Rosse, un contingente di mille uomini, con 110 carri e 350 bestie, uso vettovagliamento, al comando del tristemente noto George Armstrong Custer, entra nei Black Hills; questa pista che Custer aprì, venne chiamata dagli Indiani: "Pista dei ladri".
Tre anni dopo, e precisamente il 5 Settembre 1877 (nel periodo della Luna quando l'Erba diventa secca), all'età di 35 anni, moriva, ucciso vigliaccamente, uno dei capi più audaci e prestigiosi del popolo rosso, Cavallo Pazzo della tribù dei Sioux Oglala. Egli un giorno rispose a chi continuamente chiedeva di vendere la terra: "Non si vende la terra sulla quale la gente cammina!".
Un altro capo, dopo la sconfitta di Black Hills, riuscì a fuggire in Canada. Il suo nome era famoso quanto quello di Cavallo Pazzo, si chiamava Toro Seduto. Fuggirono insieme a lui, il padre e la madre di Cavallo Pazzo, che portavano con loro il cuore e le ossa del figlio, che poi seppellirono vicino alla valle chiamata Wounded Knee.
Per Toro Seduto stava arrivando la propria ora; anch'egli come Cavallo Pazzo, fu ucciso vigliaccamente alle spalle da un indiano mezzosangue ubriaco al servizio degli Stati Uniti.
Tutto questo avvenne dopo che, presso il fiume Wichita, furono uccisi 103 Cheyenne del Nord (Inverno 1867-1868) nel loro accampamento, fu tutto distrutto, e solo 53 fra donne e bambini, furono fatti prigionieri; tutto questo, per la gloria del 7° cavalleria di Custer, al quale un Capo Indiano si arrese con queste parole: "Tosawv, buono indiano"; fu in questa occasione che il generale Philip Henry Sheridan disse: "Gli unici indiani buoni che io abbia mai visto erano morti", ad udire questa storica frase fu il tenente Charles Nordstrom. Col passare del tempo la frase si mutò nell'aforisma: "L'unico indiano buono è un indiano morto".
Erano appena passati tre anni da quando il colonnello Chivington infuriato per il furto di una vacca di proprietà dell'esercito, massacrava a Sand Creek circa 200 Cheyenne del nord, dei quali solo 75 erano guerrieri, ed il resto, donne bambini e vecchi. Sul loro accampamento sventolava la bandiera a stelle e strisce, donata loro come pagno di riconoscenza e di amicizia dal grande Padre Bianco che risiedeva a Washington.
George Bent, testimone del massacro di Sand Creek, scrisse: "Vidi Pentola Nera che chiamava attorno a se tutte le donne e i bambini, e diceva loro di non aver paura perchè a proteggerli c'era la bandiera del Grande Padre Bianco. Vidi la bandiera sventolare bene in vista, ma ciò non servì a nulla. Vidi cinque squaws nascoste dietro un cumulo di sabbia, e quando le truppe avanzarono verso di loro uscirono fuori e mostrarono le loro persone, per far capire ai soldati che erano donne, chiesero pietà... ma i soldati le fucilarono. Vidi una squaw a terra, colpita da un proiettile al braccio, che tentava di proteggersi, ma un soldato le si avvicinò e mentre cercava in ogni modo di difendersi, il soldato, che aveva in mano una sciabola, con un colpo le troncò il braccio; ella rotolò, ma il soldato non ancora soddisfatto le andò ancora vicino colpendola di nuovo e troncandole anche l'altro. La lasciò senza ucciderla. Vidi 30 o 40 squaws, non ricordo precisamente il numero, nascoste in un anfratto, anch'esse vennero uccise tutte. Tutti i morti che vidi erano scotennati. Una squaw giaceva sventrata con il feto accanto. Vidi il corpo di Antilope Bianca privo degli organi sessuali e udii un soldato che diceva che voleva farci una tabacchiera. Vidi una squaw a cui i genitali erano stati tagliati di netto. Una bimba era nascosta nella sabbia, dei soldati scaricarono le armi contro di essa. Vidi un certo numero di neonati uccisi con le loro madri... vidi molta tristezza e desolazione".
In un discorso pubblico a Denver, il colonnello Chivington disse: "Le uova dei pidocchi fanno pidocchi".
La descrizione di George Bent, costretto pena l'impiccaggione ad assistere al massacro, fu confermata dal tenente James Connor, che tornando dal campo disse: "Non ho mai visto nulla di più tremendo, tornato sul campo di battaglia vidi che a tutti gli Indiani erano stati tolti gli scalpi ed erano privi di organi genitali. Udii dire che un uomo aveva tagliato i genitali di una donna e li aveva appesi ad un bastone. Sentii dire a un altro, che aveva tagliato le dita di un indiano per impossessarsi dei suoi anelli. Ho anche saputo di un bambino di pochi mesi, preso, portato lontano e poi gettato con brutale crudeltà per la strada a morire di fame. Ho visto molti uomini cavalcare mostrando i loro macabri trofei, sui fucili avevano infilato le teste degli indiani e sui loro capelli sporchi avevano messo ad asciugare gli organi genitali dei guerrieri trucidati".
E' da ricordare che il rapporto di Chivington sulla battaglia fu il seguente. Egli diceva che aveva ucciso 300 o 400 Indiani ed aveva perduto solo 9 uomini in combattimento, 38 erano i feriti, vittime del fuoco disordinato dei soldati che si sparavano l'un l'altro. Tutti devono sapere che prima della battaglia venne dato ai soldati da bere ed essi andarono ubriachi al triste banchetto.
Ieri accadeva questo oggi viene dato ai soldati cocaina ed eroina.

Da:
"L'unico indiano buono è un indiano morto". Appunti e ricerche sul Popolo degli Uomini. - a cura del Collettivo Editoriale "Stampato in Proprio" - Roma
[Modificato da Vraja 02/12/2007 18:50]
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