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Brevi storie di un genocidio

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2008 20:36
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Sesso: Femminile
06/12/2007 02:03
 
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Brevi storie di un genocidio - Terza ed ultima parte

Sono io perfido perchè sono pronto a morire per il mio popolo e la mia terra?
Toro Seduto, Sioux.

Molte altre bande erano uscite dalle riserve, ma tutte furono riprese; molti Sioux vennero portati nelle riserve di Pine Ridge, presso Wounded Knee, dove sorgeva il campo di Piede Grosso.
Era il 1890 del 29 Dicembre; in tutte le riserve in quel periodo c'era una forte mobilitazione dovuta ad un culto che si stava diffondendo presso gli Indiani: la danza degli spettri. Gli Indiani credevano che tramite questa danza avrebbero ottenuto l'immortalità e avrebbero richiamato in vita gli Indiani morti; promotore di questo nuovo culto era un Ute di nome Wovoka, che già all'età di 14 anni aveva cominciato ad avere le prime visioni.
In questa danza, i partecipanti facevano uso di vari tipi di sostanze, avevano quindi visioni meravigliose che li riportavano indietro nel tempo, in quel tempo dove l'uomo bianco non era conosciuto e dove la prateria era popolata come per incanto da vaste mandrie di bisonti.
Questo nuovo culto, forse sarebbe stato l'inizio di una nuova riscossa, che vedeva le popolazioni indiane tutte unite, se non fosse accaduto l'incidente dell'Indiano sordo che non accettò di consegnare il suo fucile e ribellandosi fece partire un colpo che uccise un soldato. Da quel momento fu l'inizio del massacro al grido: "Ricordatevi di Custer!". Al termine della terribile sparatoria, rimasero inermi sul campo 300 Indiani, quasi tutti donne e bambini.
Questo fu l'ultimo e forse il più orrendo massacro perpetrato ai danni di questo Popolo, ed ancora oggi gli Indiani non l'hanno dimenticato.
Alce Nero stregone dei Sioux Oglala, nel libro da lui stesso scritto Alce Nero Parla, ci narra di quel triste giorno: "Non sapevo che in quel momento era la fine di tante cose. Quando guardo indietro da questo monte alto della mia vecchiaia, ancora vedo le donne ed i bambini massacrati e ammucchiati, sparsi lungo quel burrone a zig-zag. E posso vedere che con loro morì un'altra cosa lassù nella neve insanguinata e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un Popolo: Era un bel sogno... il cerchio della nazione si è rotto ed i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro e l'albero sacro è morto".
Tutto questo accadeva il quarto giorno dopo Natale. Corpi straziati e sanguinanti degli Indiani furono portati nella chiesa illuminata dalle candele e addobbata per il sopraggiungere del Natale. Tra gli odori di cera e di incenso, gli Indiani, che non avevano perso conoscenza, potevano benissimo vedere tutti gli addobbi natalizi e un grosso striscione che pendeva da un pulpito all'altro con scritto Pace in terra agli uomini di buona volontà.

Capo Giuseppe dei Nez Perce.
Nel 1877 del 13 Giugno i Nez Perce, guidati da Capo Giuseppe, iniziarono una lunga fuga verso il Canada. Durante questa marcia gli Indiani sconfissero molte volte l'esercito americano e riuscirono a percorrere, sia a piedi che a cavallo, oltre 1500 Km. Ma, il 5 Ottobre dello stesso anno, stremato dalla bufera e circondato dai soldati del generale Nelson Miles, dopo un furioso combattimento, si arrese pronunciando queste parole: "Sono stanco di combattere, il mio cuore è stanco e triste. Da dove ora sta il Sole non combatterò mai più!".

Ma le guerre indiane non sono ancora finite, gli Indiani continuano ancora oggi a lottare contro l'usurpatore bianco.
Ci sono ancora degli Indiani, e più precisamente i Seminole, che non hanno mai voluto firmare trattati di pace con i bianchi; essi sono guidati da un sangue misto Osceola, rimasto anche famoso perchè un giorno mentre si stava parlamentando, piantò il suo pugnale su di un tavolo e disse: "Solo così posso firmare un trattato con dei bianchi".
La banda di Osceola si rifugiò nelle paludi e respinse sanguinosamente ogni attacco. Poi il governo cessò ogni tipo di operazione perchè veniva a costare troppo denaro e sangue.
Anche per Geronimo, dopo Mangos Colorados, Cochise, Victorio, Nana, Ulzana ed altri Apaches che conoscevano spietatamente l'arte della guerriglia nelle montagne, venne il momento della resa. Irriducibile capo riconosciuto della banda composta da Nana, Nachita (figlio di Cochise), Mangos (figlio di Mangos Colorados), Geronimo si arrese al generale George F. Crook, dopo aver tenuto in sacco con il suo gruppo composto da 130 uomini, donne e bambini, circa 5.000 uomini ed esploratori dell'esercito americano.
Tra gli americani che abbiamo visto combattere e massacrare bambini inermi,donne, indiani sporchi e malvagi; e gli altri, americani giovani senza speranza che abbiamo visto combattere e compiere quel genocidio accaduto e inflitto alle popolazioni del Vietnam, non è cambiato nulla. Forse essi possono differenziarsi solo nell'aspetto estetico, ma guardandoli bene possiamo intravedere in loro, un unico feroce desiderio di conquista e di gloria che li porta sempre più ad uccidere, a prevaricare, a fomentare guerre in paesi che cercano l'indipendenza che il potere coloniale gli ha tolto, quello stesso potere che li porta sempre più in quella fossa di serpenti da cui ogni giorno si riproducono.



Da:
"L'unico indiano buono è un indiano morto". Appunti e ricerche sul Popolo degli Uomini. - a cura del Collettivo Editoriale "Stampato in Proprio" - Roma
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