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Dopo 41 anni il gipeto torna in barbagia

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2008 16:02
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27/05/2008 16:02
 
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DOPO 41 ANNI IL GIPETO TORNA IN BARBAGIA

Azione del Corpo Forestale. 26 maggio 2008 - Dopo 41 anni il Gipeto torna in Barbagia. A darne notizia e' il quotidiano 'La Nuova Sardegna'. I primi rilasci in Sardegna avverranno a partire da domenica nell'area della foresta Montes, nel Supramonte di Orgosolo (Nuoro) proprio la zona in cui i gipeti sardi nidificarono per l'ultima volta nel 1967.
Il personale del Corpo forestale, una volta liberati i volatili, dovra' proteggere e monitorare la specie fino alla creazione di una popolazione stabile.

''Cancellato dalla guerra scatenata dalle fantasie popolari.
Superstizioni e leggende, spesso raccontate sui libri scolastici -si legge sul quotidiano locale- hanno attribuito al gipeto un aspetto demoniaco, tanto da essere conosciuto come l'avvoltoio degli agnelli, un rapace sanguinario che non esitava a rapire persino bambini incustoditi. Per questi motivi il gipeto e' stato perseguitato, combattuto e ucciso con ogni mezzo, finche' nel 1913 in Val d'Aosta e' stato abbattuto l'ultimo esemplare presente sulle Alpi.
Successivamente la sua rarita' ha scatenato una ulteriore corsa all'ultimo gipeto, alimentata in particolare da musei e collezionisti privati che hanno chiesto le spoglie del volatile divenute sempre piu' preziose.

Cosi' il Gypaetus barbatus (questo il nome scientifico) e' stato condannato all'estinzione anche in Sicilia (nel 1936) e in Sardegna (nel 1967)''. '' Proprio la Sardegna -si legge ancora sulla 'Nuova'- ora e' al centro di un progetto per la reintroduzione del gipeto in ambienti a lui familiari (come quelli della Barbagia) che ha gia' mosso i primi passi. Si tratta di una operazione complessa e delicata che richiedera' tempo, competenza e nuove forme di collaborazione.
Recentemente a Sassari, nella sede dell'Ispettorato del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione si e' svolto un incontro propedeutico al progetto per riaccogliere lo splendido volatile nell'isola''.

Gli aspetti del seminario hanno riguardato le modalita' del riconoscimento della specie in volo e il programma di formazione e' stato integrato dalla proiezione del documentario 'Ritorno del gipeto sulle Alpi» di Michael Terrasse'. Per riuscire nell'ambizioso progetto, bisognera' rimuovere i pericoli per la vita dei gipeti rappresentati da esche avvelenate, fucilate e fattori di disturbo durante la nidificazione. Fondamentale, a tale proposito, sara' il dialogo e la collaborazione con allevatori, cacciatori ed escursionisti.

''Saranno comunque tempi lunghi -spiega il quotidiano locale- la reintroduzione del gipeto nelle Alpi, infatti, dura da circa trent'anni e non e' ancora concluso. Gia' nel 1922 il naturalista svizzero Carl Stemmler propose di rilanciare la presenza del volatile sulle Alpi, ma per vari motivi l'iniziativa non ebbe successo. Stessa sorte tocco' agli sporadici tentativi di liberare esemplari adulti, di provenienza asiatica, negli anni Settanta''.
(Rag/Pn/Adnkronos)


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