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estremismo animalista

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2008 11:50
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22/06/2008 12:05
 
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Riporto qui di seguito il lungo articolo, suddiviso in tre parti, che una ragazza ha postato su un altro forum.

"Estremismo animalista?"

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Questo che riporterò di seguito è un articolo che ho trovato facendo ricerche in rete: è veramente molto particolare ed interessante, forse estremista, ma credo valga la pena di perdere un pò di tempo per leggerlo!
Tratto da: www.promiseland.it/view.php?id=2456



Cani da salvare...
Purtroppo, oggi, quando si parla di “amore per gli animali”, si intende solitamente “amore” per cani e gatti...
06-06-2008 - Fonte: Animal Station


CANI DA SALVARE, VISONI DA SCUOIARE, CINGHIALI DA CACCIARE
Aiutare cani giustifica appoggiare le altre forme di crudeltà su animali?
di AlanAdler
Purtroppo, oggi, quando si parla di “amore per gli animali”, si intende solitamente “amore” per cani e gatti (con un concetto di amore il più delle volte assai poco chiaro, si pensi ad esempio alla ragazza che “ama gli animali” con il labrador acquistato a caro prezzo dall’allevatore).
Questo atteggiamento diffuso rende chiaro che agli animali vada assegnato un certo valore fittizio,
partendo dall’animale “d’affezione”, degno della nostra attenzione,
fino agli animali allevati per essere mangiati, a cui non spetta alcuna considerazione.
Anzi, a cui non spetta nemmeno lo status di “animale”,
dal momento che il concetto
“amore per gli animali” implica che, appunto, solo quegli animali (gli animali “d’affezione”) vadano considerati come tali, mentre gli altri sono al più delle “cose”
(strumenti di ricerca, cibo, vestiti, ecc).
Questo “amore per gli animali”, in alcune persone, può rappresentare la base per un vero amore verso tutti gli animali, fino ad arrivare ad accettare le ragioni della scelta vegetariana. Ma il più delle volte, purtroppo, questo concetto distorto di “amore per gli animali” non fa altro che consolidare l’atteggiamento culturale per cui solo determinati animali hanno il diritto ad essere considerati come tali, a discapito degli altri per i quali «è giusto che sia così» (è giusto che vengano usati nei laboratori, è giusto che vengano allevati per essere mangiati, è giusto che vengano usati nel circo…). Anzi, per certe persone, questo “amore per gli animali” giustifica il sostenere la crudeltà sugli altri animali.
Ad esempio, per alcune persone impegnate nella cura dei cani ospiti dei rifugi, il loro “amore per gli animali” è così intenso da renderli del tutto ciechi alle altre forme di crudeltà sugli altri animali. Può capitare, così, che per alcune associazioni di gestione canili, la causa in cui sono impegnate è talmente importante, per loro, da giustificare (sempre se pensino che ci sia qualcosa da giustificare) il sostegno pubblico ad altre forme di crudeltà sugli altri animali. Queste associazioni, anche seriamente impegnate nella cura dei cani che ospitano, non si dimostrano, purtroppo, solo semplicemente incoerenti con la propria attività (aiutano vite e nello stesso tempo sostengono la crudeltà su altre vite) ma rappresentano un grave danno per chi è seriamente impegnato a difendere tutti gli animali, senza distinzione di specie, e quindi, in ultima analisi, rappresentano un grave danno agli animali.
Perché rappresentano un grave danno agli animali? Semplice: queste associazioni, essendo più vicine a persone che hanno una certa sensibilità di base verso gli animali (e che potenzialmente potrebbero avvicinarsi a fare scelte più profonde nel rispetto degli animali), e sostenendo loro stesse forme di crudeltà su animali, promuovono l’idea per cui certi animali vanno giustamente considerati come tali e quindi aiutati, mentre per gli altri «è giusto che sia così». In questo modo, il danno che riescono a fare è ben più grave di quello che riuscirebbe a fare chi ha interesse diretto a promuovere questo tipo di atteggiamento nella popolazione. Se, infatti, io che torturo animali per trarne un profitto, dico che è giusto che questi animali siano da me torturati, ho poche possibilità di essere creduto. Ma se un’associazione che aiuta animali (solo certi animali) dice che è giusto che questi animali che io torturo siano da me torturati, questa associazione ha molta più credibilità di me, e il danno che riesce a fare è enormemente più grande.
Tralasciando tutti i singoli casi - numerosi e, purtroppo, ordinari - di canili e associazioni zoofile varie che organizzano banchetti a base di animali, vendono collari e altri oggetti in pelle di animale, con volontari che ti accolgono vestiti con giacconi bordati di pellicce di animali scuoiati, ecc, due casi recenti possono illustrare bene questa situazione e renderla più chiara.
Amo Gli Animali, ma più le pellicce


La prima associazione di cui voglio parlare si chiama, non a caso,
Amo Gli Animali.
Come si può leggere sul sito, “i suoi obbiettivi sono la tutela e il benessere degli animali. […] Gli eventi promossi da “Amo Gli Animali” si prefiggono di sensibilizzare nei confronti del benessere degli animali e sono finalizzati alla realizzazione dei progetti in programma. Uno degli obiettivi di “Amo Gli Animali” è quello di migliorare le condizioni di vita dei canili che sosteniamo.”
Questa associazione ha fatto le cose, diciamo, proprio in grande. Durante il corso del 2007, ha infatti promosso una campagna contro l’abbandono degli animali, arrivando addirittura sulle principali reti televisive nazionali con uno spot di 30 secondi, molto curato nella forma, e senz’altro importante per il messaggio trasmesso. Nello spot comparivano diversi testimonial in compagnia di un cane o di un gatto (si presume il proprio cane o gatto), e nel finale si chiudeva con lo stilista Giorgio Armani (proposto come volto principale della campagna), con il proprio gatto nero in mano, Angel (…), e il messaggio da lui pronunciato: “Abbandonare gli animali non è di moda”, con sorriso in chiusura. Lo spot, nella versione completa, può essere visionato
QUI.
Ovviamente nessuno pretende che per una campagna del genere si fossero usati testimonial di provata “fede” animalista (quindi tralasciamo critiche alle vippette che hanno prestato il loro volto per lo spot, spesso incorniciate da pellicce di animali scuoiati sulle pagine delle “prestigiose” riviste di gossip). Ma concentriamoci, piuttosto, sul testimonial principale, lo stilista Giorgio Armani.
Da anni Giorgio Armani si dichiara contrario alle pellicce. Eppure, nelle sue sfilate non esita ogni volta a presentare modelle vestite con resti di animali, perché, ha dichiarato ai giornalisti, la pelliccia fa comunque “couture”.
Negli anni passati, le campagne di sensibilizzazione contro la crudeltà delle pellicce avevano portato ad un tracollo del settore, che però è riuscito a rimettersi in piedi con le nuove mode ingannevoli degli inserti. In questo è stato determinante il contributo di stilisti e riviste, che negli ultimi anni hanno pompato fortemente questa moda. Gran parte degli inserti di pelliccia sono lavorati, colorati, sbiancati, trattati a tal punto che molti consumatori non si accorgono nemmeno di comprare giacche con inserti di vero pelo
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2 parte

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Per questi capi, ogni anno decine di milioni di animali vengono uccisi e scuoiati per la loro pelliccia. Gli animali vengono allevati in piccole gabbie in condizioni di vita disastrose, e uccisi all’età di circa 7-8 mesi mediante elettrocuzione anale e vaginale con scosse elettriche o con altri metodi crudeli. La Cina è uno dei principali esportatori di pellicce nel resto del mondo: qui la situazione è ancora peggiore, con gli animali allevati in condizioni allucinanti, storditi con colpi ripetuti alla testa o sbattuti per terra, e scuoiati con un coltello ancora vivi e coscienti. In Asia vengono inoltre catturati o allevati cani e gatti, uccisi in maniera brutale e scuoiati per la loro pelliccia. Infine, in altri Paesi, come in Canada, animali selvatici vengono catturati con trappole in acciaio munite di denti, che serrano profondamente l’arto dell’animale impedendogli di fuggire, oppure cuccioli di foca vengono colpiti a morte sulla testa con lunghi bastoni dotati di uncini.
Gli stilisti, che vivono e lavorano in un mondo fatto di apparenze, giocano tutto sulla propria immagine, e di certo Giorgio Armani non si è lasciato sfuggire questa occasione per dichiararsi a pieno titolo “amante degli animali”. Così, mentre impegnate campagne animaliste mirano a far crollare l’industria della pelliccia mostrando gli orrori che vi si nascondono dietro e legando il nome degli stilisti alla crudeltà dei loro capi, associazioni come “Amo Gli Animali” ci propongono, con potenti campagne pubblicitarie in onda sulle principali reti del nostro Paese (e con milioni di persone davanti alla TV), una candida immagine di Armani, “amante degli animali” e attento ai problemi che coinvolgono i cani abbandonati. Poco importa se mentre lo spot va in onda sui nostri televisori, animali vengono freddati a 200 volt, scuoiati vivi, presi a bastonate, per finire il giorno dopo in una sfilata di Armani. Davvero lodevole, per un’associazione che si prefigge di “sensibilizzare nei confronti del benessere degli animali”.
E quale credibilità ancora si aspetta un “fanatico animalista” che voglia accusare Armani di far sfilare capi insanguinati? Meglio nascondersi. Perché anche Armani ora può dire: «Io Amo Gli Animali».


Levrieri salvi e cinghiali al sangue
La seconda associazione di cui sto per parlare è invece il
Gaci – Greyhound Adopt Center Italy.
Questa associazione si occupa di una triste realtà che interessa i levrieri, e più precisamente i greyhound e i galgos spagnoli, e che merita di essere conosciuta.
I greyhound sono usati in Inghilterra, Irlanda, Spagna e in altri paesi per corse nei cinodromi con tanto di scommesse: se però il cane si fa male – cosa che accade molto spesso durante le corse – l’animale viene abbandonato, ucciso nei modi più disparati, venduto ai laboratori di vivisezione o destinato ad altre sorti drammatiche. I Galgos spagnoli sono invece usati in Spagna per la caccia alla lepre. La Spagna, si sa, è Paese di crudeltà, e anche per questi cani, tenuti in condizioni disperate, gli spagnoli si esercitano con la solita “fantasia”. Diciamo solo che nelle regioni più arretrate, in nome delle solite tradizioni e della Vergine Maria, alla fine della stagione di caccia il cacciatore “doc” deve eliminare nella maniera più crudele possibile il galgo che non lo ha ingrassato a sufficienza acchiappando lepri o che ormai è troppo vecchio.
Il Gaci si occupa quindi di salvare questi cani e farli adottare: un lavoro davvero lodevole. Hanno, però, perso di vista del tutto la crudeltà che li circonda, e che non si limita, purtroppo, solo alla triste vicenda dei greyhound e dei galgos spagnoli.
Questa associazione ha infatti organizzato, per il primo giugno, un raduno di tutti i levrieri adottati. Fin qui sembrerebbe tutto a posto. La cosa strana, però, è che il raduno si svolge (e, purtroppo, non è nemmeno la prima volta), come si può leggere sulla locandina, al “Campo addestramento S. Antonio (Federcaccia)”. La Federcaccia è esattamente la Federazione Italiana della Caccia. La struttura in cui si svolgerà la manifestazione è un campo dove i cacciatori addestrano i cani, sottomessi, ad obbedire ai loro ordini, per poi usarli nei boschi per il loro stupido divertimento di ammazzare animali.
Nel volantino della manifestazione si legge: “Il Raduno si svolgerà al campo d’addestramento “S. Antonio”, un circolo di cacciatori di Modena, questo perchè, a parte la splendida struttura adatta per questa iniziativa, gli stessi soci del circolo hanno voluto distinguersi ospitandoci, e testimoniando il loro totale dissenso e disgusto per le barbarie che alcuni cacciatori spagnoli infliggono ai loro cani.” [Il corsivo è mio.] Detto così, sembra quasi che i cacciatori italiani, quando si addentrano nei boschi, vadano a caccia di animali feriti da soccorrere. Ma le cose non stanno esattamente così.
In Italia vengono uccisi, dagli appassionati della caccia, almeno 100 milioni di animali l’anno, per la maggior parte uccelli di varie specie, ma anche lepri, cinghiali, cervi, caprioli e daini. Cento milioni di animali uccisi per divertimento. La caccia è strettamente legata al bracconaggio (un cacciatore non sempre è anche un bracconiere, ma un bracconiere è sempre anche un cacciatore). Il bracconaggio in Italia è molto diffuso, vietato ma tollerato in quanto “tradizione popolare”. Per uccidere gli animali sono usate diverse tecniche:
reti verticali in cui gli uccelli rimangono impigliati e muoiono d’inedia dopo giorni di agonia, “archetti” e trappole a scatto dove gli uccelli rimangono intrappolati per le zampe, spesso amputandosele e morendo dissanguati, e trappole a cappio dove gli uccelli rimangono impiccati. L’uccellagione è invece una pratica ammessa, purché non si catturino animali appartenenti a specie non cacciabili. Nella sola Lombardia, su 30.000 cacciatori, vi sono 10.000 capanni fissi, dove i cacciatori giocano al tiro al bersaglio contro gli uccelli di ogni specie, usando spesso altri uccelli, tenuti prigionieri, come richiami vivi. Questi uccellini-richiamo vengono catturati e tenuti sempre prigionieri in gabbie piccolissime, quindi vengono spiumati (pratica dolorosissima) in modo da provocare la muta delle penne fuori stagione: quando le piume ricrescono, l’uccello, tenuto sempre in una cantina buia per tutta l’estate, crede che sia primavera, ed emette richiami verso i suoi compagni, che ingannati, si avvicinano e vengono assassinati.
I cacciatori della manifestazione vogliono testimoniare “il loro totale dissenso e disgusto per le barbarie che alcuni cacciatori spagnoli infliggono ai loro cani”, dimenticandosi, però, delle barbarie che loro stessi infliggono ai cani qui in Italia. Per l’anno appena passato, 10 articoli di quotidiani che ho reperito velocemente sulla Rete, con protagonisti i cacciatori:
- Uccide il cane davanti ai bambini. Rischia il carcere (Libero, 4 dicembre 2007)
- Cacciatore maltratta cane. Denunciato (La Nuova Venezia, dicembre 2007)
- Uccisi a fucilate tre dei nostri cani (novembre 2007)
- Gabbro: tre cani uccisi a fucilate. Il padrone: vendetta dei cacciatori (Il Tirreno, novembre 2007)
- Collare elettrico, cacciatore nei guai per maltrattamento (Gazzetta di Parma, ottobre 2007)
- Un cacciatore spara e uccide un randagio che “corteggiava” la sua cagnolina (Enpa, settembre 2007)
- Un segugio impallinato (settembre 2007)
- Cane ucciso. Cacciatore nei guai (Corriere delle Alpi, luglio 2007)
- Spara al cane del vicino (maggio 2007)
- Scosse al cane, cacciatore nei guai (Corriere Alto Adige, gennaio 2007)
E senza considerare i cani da caccia abbandonati (o, in altri casi, uccisi) perchè anziani, malati o feriti, quindi “inutili”, insieme a nascite incontrollate per cani mai sterilizzati. Oltre ai rischi a cui è soggetto il cane durante le battute di caccia, come morsi di serpenti velenosi, non infrequenti, oppure l’essere scambiati per una preda e presi a fucilate, altro caso tipico.
I cacciatori puntano molto su una loro immagine di improbabili “amanti degli animali e della natura”, per non raccogliere il disprezzo totale della popolazione. Quale migliore occasione che ospitare un’associazione zoofila per un raduno di cani adottati?




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un ultimo sforzo!! 3 parte

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Il Gaci, sul proprio sito, chiama questa gente che ammazza animali come “amici” (”Noi non siamo contro la caccia […]. Abbiamo molti amici cacciatori, amano i loro cani forse di più delle loro mogli”). Organizzano insieme giornate di festa. Si scambiano calorose strette di mano e si danno fraterne pacche sulla schiena. Cosa importa se quella mano è ancora sporca di sangue? Cosa importa se su quella schiena si tocca una canna in acciaio? E cosa ci importa di uno stupido cinghiale? Il cinghiale gira nei boschi per essere ucciso, no? Se fosse più intelligente non girerebbe nei boschi. Il cane invece non è un cinghiale, mi pare ovvio. Il cane è, si sa, il miglior amico dell’uomo.
Così, mentre da una parte vi sono associazioni e persone seriamente impegnate – con il proprio tempo libero e il proprio denaro – a combattere la strage di animali uccisi per divertimento nei nostri boschi, mentre ogni anno milioni di animali finiscono massacrati, mentre innocui randagi si ritrovano pallini di piombo dentro lo stomaco, mentre bambini rimangono “accidentalmente” invalidi, mentre l’industria delle armi si arricchisce…il Gaci organizza giornate allegre ospiti di cacciatori “amanti degli animali”, invitando anche testate giornalistiche e TV per pubblicizzare l’evento.
Con quale coraggio il nostro “fanatico animalista” può ancora gridare ai cacciatori di essere crudeli? Suvvia, i cacciatori sono persone sensibili, che amano gli animali, e che vogliono testimoniare, con la loro candida attività nei boschi, “il loro totale dissenso e disgusto per le barbarie”.
Vita da cani, e da maiali
In conclusione: se gestite un canile, state facendo un lavoro davvero prezioso per gli animali che ospitate. Ricordiamoci però che noi, animali umani, condividiamo questa Terra con milioni di altre specie animali. Non ci sono solo cani. E ricordiamoci che, oltre al problema dei cani abbandonati o maltrattati, le forme di crudeltà che l’uomo pratica sugli altri animali sono numerose, ben più vaste - per numero di vite massacrate - e ben peggiori. In Italia, ogni anno, vengono allevati e uccisi circa 450 milioni di animali a scopo alimentare. Senza contare le tonnellate di carne e i milioni di animali - vivi - importati dall’estero, e naturalmente escludendo i pesci. E “appena” 600-700 mila, nel nostro Paese, sono invece i cani randagi.
Detto ciò, nessuno obbliga nessuno a diventare vegetariano o vegan, ma chi gestisce rifugi per cani dovrebbe considerare nella propria attività (non nella propria vita privata) anche le altre forme di crudeltà, possibilmente senza sostenerle, e senza mettere il bastone tra le ruote a chi queste altre forme di crudeltà cerca di combatterle con lo stesso impegno e la stessa determinazione. Perché la crudeltà è sempre la stessa, sia su un cane, che su un visone, che su un cinghiale.
Un’associazione esemplare, sotto questo aspetto (ma fortunatamente ce ne sono altre), è
Vita da Cani.
Vita da Cani è una importante associazione di volontariato, molto attiva sotto tutti i fronti: si occupa di animali d’affezione, con progetti attivi per cani disabili, ex-cani da combattimento, cani anziani e cani con particolari problemi, come profonde fobie indotte da traumi.
Ma non solo: anche animali salvati dai laboratori di vivisezione e dai macelli trovano accoglienza nelle strutture dell’associazione.
Le cene e le iniziative che organizzano sono sempre e solo rigorosamente con pasti vegan: perché non si possono organizzare eventi per aiutare animali mangiando animali! Sul sito, scrivono:
“[Vita da Cani] Si batte contro l’abbandono, il randagismo, la vivisezione, l’importazione, l’esportazione e il traffico di animali e ogni forma di sfruttamento e maltrattamento degli stessi (dalla caccia, ai circhi, alle pellicce, ai combattimenti di animali, agli allevamenti intensivi). […]
Ma, oltre al lavoro operativo sul campo, l’Associazione ritiene prioritaria una serie di interventi che mirano alla formazione di una mentalità diversa, in grado di concepire in modo nuovo il rapporto con l’animale e l’ambiente nel suo complesso. Svolge a livello regionale, nazionale ed anche internazionale opera di sensibilizzazione verso un cambiamento culturale, organizzando conferenze ed incontri, lanciando campagne contro ogni forma di maltrattamento animale, promuovendo strumenti legislativi in favore degli animali, elaborando progetti innovativi.”
Aiutare un animale non ci dà alcun diritto di abusare degli altri animali.
Riccardo B.
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23/06/2008 13:18
 
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Intanto grazie! [SM=x1169410] ho trovato il tutto molto interessante. Mi sono venuti i brividi in certi punti... perchè essere coerenti è una cosa che ritengo molto importante. Però non credo nemmeno che essere troppo estremisti porti a qualcosa di buono [SM=g27992] . Intendiamoci, io amo gli animali, odio la caccia e i cacciatori e detesto le pellicce e chi le fa, punto. E io per prima sono incoerente, perchè il mio amore per gli animali non me li fa, purtroppo, mettere al di sopra degli altri esseri viventi, perchè non credo che esistano esseri viventi di serie A o B così come non credo che esistano animali di serie A o B, animali da affezione, da laboratorio, da carne o da latte. Fondamentalmente sto dicendo che mangio pochissima carne ma non sono vegetariana. E' una premessa, non volevo se possibile aprire polemiche in merito.

Quindi, io per prima sono incoerente. Volevo dire che a me lo spot di Armani è piaciuto. Se armani è contrario alle pelliccie, meglio per lui, se continua a usarle è più incoerente di me ma è un problema suo, suo di Giorgio Armani come persona, non mio che guardo lo spot nè dei cani che vengono abbandonati. Un volto tanto noto che dice "abbandonare gli animali non è di moda" ha un bell'impatto sul pubblico!!!! secondo me è stata un'ottima scelta. La gente mica guarda alle pelliccie di Armani, guarda Armani, e questa è una cosa buona per i cani abbandonati. Potremmo però rigirare la frittata e dire che un Armani (che prima non mi faceva nè caldo nè freddo) ultimamente per esempio a me era piaciuto per questo (ma non ho nulla di firmato, sono contrarissima). Quindi potremmo dire che Armani si può essere fatto una buona pubblicità con quella pubblicità. Quindi potremmo dire più animali da pelliccia morti e (forse) un paio di cani abbandonati in meno. Non ci avevo pensato, e quello che hai scritto mi ci ha fatto pensare. Peccato, perchè era una bella idea...

Sui cacciatori non commento, per ovvi motivi sono contraria alla caccia, intesa come sport poi. Trovo orrendo che quell'associazione non sia contraria alla caccia, ma questo non mi farebbe desistere dall'idea di prendere un ex cane da corsa se potessi. Salvando lui pubblicizzerei la caccia, la appoggerei in qualche modo?

Ma lui che c'entra? [SM=g27992]

Scusate le riflessionio sconclusionate



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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No, no, ho compreso bene.
Ho fatto un copia-incolla da un altro forum dove l'ha postato una ragazza coraggiosa...considerate le tendenze di molti iscritti.
Anzi, quando l'ho visto mi è preso un colpo, perchè era a firma di un animalista che in passato, nello stesso forum, era stato letteralmente cacciato (e anche in modo poco gentile) da alcuni mod, perchè tacciato di estremismo, fanatismo e peggio...la ragazza non lo sapeva perchè si è iscritta dopo, temevo che l'avrebbero infamata. Invece finora no, meno male.

Ho pensato di metterlo qui non perchè in questa sede sia necessario sensibilizzare, affatto!, ma proprio perchè sapevo che qui sarebbe stato accettato senza reazioni aggressive da parte dei lettori, sicura al 100% di un pacato scambio di opinioni.
Io sono d'accordo con ciò che dice, ne ero già al corrente e trovo che in ogni caso sia giusto informare e far riflettere; d'altra parte temo che articoli come questi abbiano un impatto troppo duro con la massa. Diciamo la verità: molti li prendono come accuse o attacchi personali.

Non trovo estremista quest'articolo, ma certi vegan che fanno terrorismo lo sono o per lo meno hanno un approccio che li fa risultare così, sicchè accade che nelle loro "esternazioni" le idee "buone" rischiano di arenarsi e quelle "cattive" passano. L'ho copiato qui sul Regno più che altro per avere il vostro parere sul fatto che i concetti espressi siano "estremisti" o meno, non tanto per persuadere o sensibilizzare perchè, ripeto, qui i presupposti da cui si parte sono già quelli "giusti".

Comunque anch'io trovo assolutamente positivo il messaggio dello spot contro l'abbandono dei cani, compreso Armani quando afferma che "non è di moda"...
Per il momento è impensabile pretendere, o sperare, nella coerenza assoluta dall'"animale uomo" (utopia pura!), è già molto se qualcuno si mobilita per fare qualcosa anche per i cani.
E del resto già si sa che dietro molte associazioni benefiche, di ogni tipo, si nascondono anche fini di lucro e speculazione...purtroppo non è storia nuova.

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