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bersagli dei cacciatori

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2008 17:38
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11/11/2008 09:26
 
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Bersagli dei cacciatori

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NUOVA BARBARIE A VILLA FASTIGGI: GATTI PRESI A FUCILATE DAI CACCIATORI
Una gattina ammazzata brutalmente a fucilate in giardino, a pochi metri da casa. Un altro micio impallinato agli occhi e reso definitivamente cieco. Tutto questo non è accaduto (e sarebbe stato lo stesso una barbarie) nei prati di caccia del monte Nerone, ma a Pesaro, in un proprietà alla prima periferia di Villa Fastiggi, alcuni giorni fa. A raccontare la storia, ancora straziata dal dolore, è Serenella Tomassoli, imprenditrice, che ha deciso di punire almeno moralmente i cacciatori colpevoli.

"Tutto è accaduto quando ero fuori a Roma per lavoro — racconta la signora Tomassoli — ma appena rientrata, accortami della loro assenza, ho cominciato le ricerche per mari e monti, ho fatto volantinaggio ovunque, ma invano. Dopo qualche giorno ho trovato il mio gatto Achille, mogio mogio sul divano del giardino, e dopo averlo guardato mi sono accorta che era coperto di sangue, ormai secco".

"L’ho portato dal veterinario e vengo a sapere la triste notizia: il gatto è stato impallinato e perderà la vista all’occhio sinistro. A quel punto il panico, la mia Penelope sarà stata anche lei impallinata? Non è possibile, una gatta bella, serena, se usciva faceva sì e no 20 metri dalla proprietà e rientrava, mi aspettava ovunque. Era una gatta speciale, con lei passavo momenti bellissimi, fatti di silenzio e tanto amore".

"La mia ricerca non finiva mai — continua Serenella — ma la disperazione era ogni giorno più grande. Erano passati troppi giorni, ma io dovevo trovarla, viva o morta, e cresceva in me la rabbia contro questi cacciatori, che come vandali sparano vicino le proprietà".

"Un giorno mi venne un’idea: mi misi a controllare tutte le loro macchine e attesi il loro rientro. Con energia dissi loro che se non avessero trovato la mia Penelope, li avrei denunciati, per diversi danneggiamenti che stavano accadendo intorno alle nostre case. In pochissimi minuti uno di loro ha trovato il cadavere della mia Penelope. L’ho portata dal veterinario e le ho fatto le radiografie, andando incontro all’ennesimo verdetto: anche lei impallinata, non era riuscita a tornare a casa perché le avevano sparato da vicino, uccidendola sul colpo''.

''Come si fa a sparare ad un essere indifeso? — si chiede la donna — con quale rabbia nel cuore? Inoltre, in quella zona ci vanno a giocare i bambini. Rischiano anche loro? Non voglio vendette, questi uomini, se così vogliamo chiamarli, sono già morti dentro. Certo — ammette la Tomassoli — non tutti i cacciatori sono così. Uno di loro si è anche commosso con la mia storia ed ho capito che il vero uomo si distingue dalle sue lacrime, che cerca di nascondere per non mostrare il lato debole, ma quel lato debole è la sua forza, quello che lo distingue dalle 'bestie'''. Ora però Serenella farà denuncia, anche perché è stato individuato in zona un cacciatore rinomato come uno che si diverte a sparare ai gatti. La donna vuole inoltre organizzare un nuovo referendum per abolire la caccia.
Francesca Pedini

Articolo tratto da il quotidiano "Il Resto del Carlino online" del 7 novembre 2008

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12/11/2008 17:28
 
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Speriamo che sia un caso isolato! Che gentaccia...

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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13/11/2008 10:22
 
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Non credo purtroppo sia un caso isolato! Io ho sentito spesso di fatti simili, accadute a persone che abitano in campagna, in zone battute dai "prodi" cacciatori... gatti o cani impallinati, che restano feriti o uccisi.
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13/11/2008 11:56
 
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Giusto per restare in tema.
Sul sito www.animalitalia.it cui fa capo il Notiziario Animalista che ricevo da anni copio questa notizia con richiesta di petizione. E' uno dei tanti tristi episodi che riguardano l'argomento di cui sopra.
Purtroppo non sono riuscita a trovare la data a cui risale l'episodio, quindi non so se l'iniziativa è ancora valida.
La pubblico nel post qui sotto a scopo informativo ed esemplificativo.
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13/11/2008 11:57
 
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ANCORA UNA CRUDELTA'


Sono Giuseppe della provincia di Catanzaro in Calabria, precisamente di Soverato. Nella notte di sabato è stato ucciso brutalmente un cane sotto casa mia.


Questo cane era da parecchie settimane sistemato nella mia via senza dare alcun fastidio, era tranquillo e dolce con chi gli si avvicinava a fare amicizia.
Io insieme ad alcune persone ci siamo affezionati ed eravamo riusciti a trovargli un padrone.
Questo stesso padrone è stato assalito a parole da tre miei “conoscenti” che hanno minacciato di avvelenare il cane nel giro di due giorni.
Passati i due giorni il cane, con una enorme dose di veleno (lo deduco per come è morto poverino...), è morto soffrendo moltissimo.
Io, insieme alle persone che si erano affezionate al cane, ci siamo già mossi denunciando questi assassini e facendo articoli su giornali provinciali, regionali e locali; ora mi affido a voi aspettando un sostegno con il quale magari mi aiutiate ad alzare la voce contro queste persone che distruggono la vita degli animali e a rendere giustizia a quel cane che era davvero dolcissimo.
Aiutiamo Giuseppe a non lasciar cadere nel vuoto questo tragico episodio: inviamo il messaggio per chiedere al Sindaco di emettere un'ordinanza a favore degli animali e permettere che da questo gesto criminale nasca qualcosa di buono.

Ed ecco qui sotto il testo della petizione.
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13/11/2008 11:59
 
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vai all'articolo di riferimento

copiare il messaggio e incollarlo sulla pagina delle lettere del Comune di Soverato

www.comune-soverato.it/contattaci.html


Egregio Sig. Sindaco,
ho letto la vergognosa vicenda del cane di quartiere avvelenato in giugno nonostante fosse stata trovata una famiglia per accudirlo.
Le chiediamo di ascoltare le richieste degli animalisti della Sua città, affinché possa essere emessa un'ordinanza a favore degli animali, cosicché questa morte atroce non sia avvenuta invano.
Con i migliori saluti.
firma e indirizzo
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17/11/2008 17:38
 
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Oddio che schifo... :(((((((((((



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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