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cani e bambini? le coppie non sempre sono bene assortite

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2008 09:34
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Cani e bambini

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CANI-BAMBINI? LE COPPIE NON SEMPRE SONO BENE ASSORTITE
5 nov 07 - E. Di Battista
Bene quelli "da lavoro", tolleranti e pazienti.

5 novembre 2007 - Cani e bambini molto piccoli: un binomio che evoca allegria e giochi infantili ma che, in determinate condizioni e con alcuni tipi di cani, puo' nascondere rischi e pericoli. Per evitarli e' utile sapere che, a parte eccezioni che in questo campo 'non fanno la regola', i cani da lavoro (da caccia o da riporto, come Labrador e Golden Retriever, e i Terranova) hanno geneticamente una tolleranza e una pazienza maggiore, anche con i bambini. D'altro canto, i cani pastori, selezionati nei secoli per fare i guardiani (di gregge, ad esempio, come i maremmani ed altri) hanno un forte senso della territorialita' 'che mal si sposa con la convivenza con un bambino', afferma lo psicologo canino Luigi Polverini, fondatore del Centro Studi Cani e Cultura. 'Prendere il primo cane che capita - spiega - e' una scatola chiusa. Con i bimbi meglio scegliere cani che per il loro passato genetico garantiscano sicurezza'. Ci sono poi cani selezionati per i combattimenti (tra questi i Pitbull) che potrebbero scatenare aggressivita' piu' di altri, spiega Claudia Lovato, veterinaria comportamentalista membro della Scuola di Interazione Uomo-Animale del professor Roberto Marchesini.
Se e' vero dunque che non esistono 'cani da bambini' (un cane non va mai 'regalato', un bambino non e' in grado di capire cosa comporti), ci sono pero' quelli per vocazione piu' portati per questa convivenza. I due esperti precisano che qualsiasi cane vada educato fin dai due-tre mesi. Non solo regole ma un rapporto di stima reciproca, di rispetto, di allegria. Se il cane e' meticcio si parlera' di 'soggetti' piu' o meno adatti.
Le razze esprimono un'attitudine tendenzialmente omogenea, voluta dall'uomo con le selezioni. 'Spesso - nota Lovato - gli stessi adulti non riconoscono che il cane e' diverso da noi e lo umanizzano. Invece e' un animale sociale e gerarchico, con comportamenti e bisogni differenti'.
'L'adulto - spiega inoltre Polverini - puo' costruire un rapporto di rango. Il cane non riconosce invece un ragazzo fino a 16 anni come superiore'. In ogni caso e' buona regola non lasciar solo il bambino con nessun cane e captare al volo lo stress dell'animale. Le fasi di maggior rischio della convivenza, con animali non equilibrati, sono tre. Quando il bimbo e' neonato perche' in casa vi sono abitudini e odori nuovi o perche' il piccolo strilla; il gattonamento, perche' puo' esserci un'invasione del territorio; l'adolescenza, specie se cane e ragazzo sono entrambi adolescenti. E il gioco della lotta, in cui l'animale 'prova' le forze per vedere qual e' il suo posizionamento gerarchico, potrebbe diventare lotta reale.
Come comportarsi quando in casa c'e' un cane ed arriva un bimbo? La nascita di un neonato deve essere momento di partecipazione, mai di privazione. 'E' buona norma preparare l'animale. Due mesi prima - consiglia Polverini - si puo' comprare un bambolotto e simulare tempi e abitudini nuove: cambiare il pannolino e preparare le pappe'. Nel momento in cui il bebe' e' arrivato non si puo' stornare del tutto l'attenzione dal cane. L'animale - prosegue - non va tenuto a distanza, ma se evita il bambino l'incontro non va forzato. Bisognera' aspettare che prevalga la curiosita' istintiva del cane. Tutto cio' - avverte l'esperto - e' realisticamente possibile se l'animale e' equilibrato, educato e pro-sociale. Ci sono cani piu' propensi ad un lavoro con l'uomo, con una socialita' spiccata, piu' portati a conoscere delicatamente i nuovi arrivati. Altri lo sono decisamente meno'.
Enrica Di Battista, Ansa
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Da www.lupoide.org

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Cuccioli & Cuccioli
Scritto da Molly
Martedì 14 Ottobre 2008 09:43

Spesso sentiamo parlare di cani che attaccano bambini innocenti, talora è il cane del vicino, talaltra dell’amichetto e a volte i cani dei bambini stessi. I telegiornali impiegano non più di un paio di minuti a ritrarre questi cani, la descrizione è sempre la stessa: un cane normale che in un momento è diventato un killer. Risultato: lo spettatore fa proprio il giudizio del TG, il cane è un killer squilibrato e il bambino un angelo che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Finito il servizio quel cane è ormai diventato un assassino di professione e con lui tutti i membri della sua razza. Un boxer ha attaccato un bambino? I boxer sono cattivi, pericolosi e non adatti ai bambini.
Questo è quello che in pochi minuti stabilisce colui che si autodefinisce l’ essere più intelligente del creato. Sarebbe forse il momento che l’ essere più intelligente usasse il suo sofisticato cervello e riflettesse sull’ accaduto. Proviamo a pensare con un cervello diverso dal nostro, caliamoci nei panni del cane e vediamo cosa ne pensa. Proviamo a non fermarci al dato di fatto traendo conclusioni affrettate tipo cane + morso = cane cattivo, questo non è un ragionamento da uomo ma bensì da cane. Cosa accade in realtà quando un cane morde? Perché il cane che è considerato il miglior amico dell’ uomo compie un gesto simile?Per rispondere a queste domande dobbiamo imparare a capire, quantomeno sforzaci di farlo, come ragiona un cane e in secondo luogo ad agire di conseguenza.
Dobbiamo come prima cosa capire come il cane vede i bambini. La questione è in realtà più complessa di quanto non si creda.
Partiamo dal presupposto che il cane (ogni cane dall’ Husky al Chihuahua) discende dal lupo. Cani e lupi adulti non sono aggressivi nei confronti dei cuccioli del loro branco in quanto questi potrebbero essere loro figli, ma un cucciolo non appartenente al branco è visto come possibile nemico. Ne deriva che il cane sarà buono con i bambini di famiglia ma non necessariamente con altri bambini.
Altro fattore da tenere presente è l’ istinto predatorio anch’ esso ereditato dal lupo. L’istinto predatorio è ciò che spinge i cani a cacciare, quest’ istinto può essere più o meno forte a seconda della razza ma è pur sempre presente. Il cane di casa quindi deve avere avuto una buona socializzazione in generale e nel caso specifico con i bambini, deve quindi essere stato messo in contatto con bambini da cucciolo. In sostanza il cane deve sapere cos’ è un bambino e come comportarsi dinanzi ad esso.
Anche il cane perfettamente socializzato conserva comunque il suo istinto predatorio quindi un bambino sconosciuto che corre urlando e dimenandosi può essere visto come una preda (o come un aggressore a seconda della situazione) e quindi attaccato.
Un altro motivo di aggressione da parte del cane nei confronti di un bambino è la maleducazione di quest’ ultimo. E’ ovvio che la maleducazione non dipende dal bambino ma dal genitore, insomma quando si dice “non è colpa del cane ma del padrone”, in questo caso “non è colpa del bambino ma del genitore” il quale si trova spesso a ricoprire contemporaneamente questo ruolo e quello di padrone.
Forse è opportuno soffermarsi proprio su questo caso in cui vediamo il padrone del cane essere anche il genitore del bambino. Abbiamo detto che il cane deve sapere come comportarsi davanti a un bambino, è chiaro quindi che un bambino deve sapere come comportarsi davanti a un cane. Sta al genitore insegnare al bambino che il cane è e sa di essere un membro della famiglia e che pertanto va trattato con rispetto e educazione. Il bambino deve poter giocare col cane ma tenendo sempre presente che “si gioca col cane ma il cane non è un gioco”. Il gioco deve essere corretto sia da parte del cane , che non deve mordere (neanche piano) e non deve saltare sulle persone, sia da parte del bambino che non deve far male al cane tirando orecchie e coda.
Nel caso in cui il bambino non rispetta le regole di comportamento il cane agirà di conseguenza, la reazione può essere neutra cioè il cane si allontana, intimidatoria per esempio un ringhio o nel caso in cui il bambino ignori i segnali del cane può essere anche un morso.
Facciamo un’ altra ipotesi frequente ovvero quella in cui il cane trova in casa un neonato (figlio dei padroni). In questo caso non è necessario saper pensare come un cane per capire cosa può passargli per la testa. Quello che è meno facile è adottare il comportamento corretto che consiste in primo luogo nel non tagliare fuori il cane sia dalla vita del padrone che da quella del neonato. Se il cane prima era il pupillo della famiglia dovrà essere comunque tenuto in considerazione. Dobbiamo permettergli di avvicinarsi al bambino e non sgridarlo quando lo fa, dobbiamo coinvolgerlo nella nuova situazione, fargli capire che lui ha un ruolo e non è diventato inutile.
Se non lo consideriamo più e lo sgridiamo ogni volta che si avvicina al piccolo, il cane farà l’ associazione più ovvia ovvero che il piccolo è un problema che lui non conta più niente che noi siamo impazziti e non sappiamo più gestire il branco, questo va a discapito del cane, del bambino e nostro.
In sintesi sapere come comportarsi con i cani e spiegarlo ai bambini dando il buon esempio adottando comportamenti corretti.
Altro caso da analizzare è quello del bambino amante dei cani: dobbiamo comunque spiegargli che non tutti i cani sono uguali e prima di avvicinarci a un cane sconosciuto dobbiamo conoscere le regole. Per prima cosa non si guarda il cane negli occhi poiché per lui è un segno di sfida, secondo è sempre bene chiedere al padrone se lui gradisce che si interagisca col suo cane e se quest’ ultimo è d’ accordo. Solo in caso di risposta positiva possiamo avvicinarci. Avvicinarsi non significa mettere la mano sulla testa del cane , prima si lascia al cane la possibilità di capire che siamo interessati a lui e gli diamo modo di annusarci, poi si chiede se lo si può accarezzare. Questo è il comportamento che dovrebbero adottare sia adulti che bambini.
Ora tornando al servizio in tv del cane che morde il bambino, siamo ancora convinti che si trattasse semplicemente di cane cattivo o magari è il bambino e/o il genitore che ha avuto un comportamento sbagliato?
Sarà bene quindi insegnare ai bambini come ci si comporta prima di metterli davanti a un qualunque cane.

Ciao, Molly


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