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06/05/2009 21:02 | |
PELLI DI FOCA, OK A BANDO EUROPEO!
Voto del Parlamento di Strasburgo, risultato storico. 6 maggio 2009 - "Il voto odierno del Parlamento europeo rappresenta una storica vittoria della associazioni animaliste che da 30 anni si battono in tutta Europa contro la mattanza delle foche a fini commerciali, – commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – ma è un’importante risultato anche per la LAV, che ha fatto sua questa battaglia in Italia portando, nel 2006, all’emanazione di un Decreto interministeriale di bando all’importazione delle pelli e derivati di foca nel nostro Paese; all’approvazione all'unanimità, nel dicembre scorso, del disegno di legge proposto dalla LAV, in Commissione Territorio e ambiente del Senato; e alla ricalendarizzazione, a febbraio, del DDL 740, per trasformare in legge, rafforzare e sanzionare il Decreto ministeriale”.
Ieri mattina, infatti, il Parlamento europeo ha approvato con 550 voti a favore, 49 contrari e 41 astenuti, l’adozione di un bando a tutti gli scambi commerciali di prodotti derivati da foche, all'interno del territorio dell'Unione europea, ad eccezione di quelli frutto della caccia tradizionale degli Inuit, o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine. Gli Stati membri dell’Unione europea dovranno definire le sanzioni per chi viola tale divieto.
“Questo voto è una testimonianza della forte volontà politica e della determinazione delle Istituzioni politiche europee che sono state in grado di giungere ad un accordo in prima lettura. – prosegue Bennati – Il Parlamento UE ha messo virtualmente la parola fine al mercato dei prodotti di foca in Europa, e quella in atto in Canada può considerarsi di fatto l’ultima stagione di caccia i cui prodotti potranno essere venduti nell’Unione europea”.
Già nel 2009 i prezzi per ogni pelle sono scesi a 9 €, inferiori alla metà del prezzo dello scorso anno, e questo grazie anche al divieto di vendita di prodotti di foca espresso da 30 Paesi nel Mondo, sette dei quali fanno parte dei 10 principali mercati di esportazione del Canada.
“Nell’applicazione di questo Regolamento gli Stati membri dovranno predisporre adeguati controlli affinché le due deroghe non siano sfruttate illegalmente come scappatoie al divieto – aggiunge Roberto Bennati, vicepresidente della LAV.
Il bando del Parlamento europeo arriva poche settimane dopo un altro importante risultato della campagna contro la caccia commerciale alle foche. A marzo, infatti, la Russia ha annunciato il divieto di caccia delle foche, nel Mar Bianco, per gli animali di età inferiore a un anno di età, mettendo fine, in pratica, alla caccia alle foche in territorio russo.
Nei prossimi mesi, inoltre, arriverà l’approvazione del Consiglio d’Europa al divieto, per la quale c’è già accordo politico, voluto con grande determinazione anche dal Governo italiano.
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06/05/2009 21:06 | |
...Non c'è da esultare del tutto ancora, purtroppo.
Il massacro non è finito.
Lo spiega la mod di un altro forum, di cui riporto qui sotto il post esplicativo.
"... la notizia è che l'Unione Europea ha vietato l'importazione su tutto il territorio dell'Unione di prodotti derivati dalla caccia alle foche.
Questo significa che i paesi aderenti all'UE non possono legalmente comprare e introdurre in Europa pellicce, grasso di foca, e ogni prodotto derivato ad esclusione dei prodotti provenienti dalla caccia di sussistenza delle popolazioni indigene (tipo Esquimesi) e souvenirs di viaggio.
La caccia alle foche continuerà ad essere praticata, paesi come il Canada (il maggior responsabile di questo massacro, che quest'anno ha anche innalzato il numero di esemplari cacciabili) non smetteranno di cacciare, ma l'intento di questo provvedimento europeo è quello di togliere a questi paesi un'ampia fetta di mercato dove commercializzare i prodotti derivati dalla mattanza delle foche.
E' comunque una buona notizia, perchè in questo modo il Canada (che ha già manifestato delle rimostranze) non riuscirà a vendere tutti i prodotti derivati dalla caccia alle foche, o per lo meno non avrà gli stessi guadagni, avrà perso un grande sbocco di mercato e con questo si spera che almeno si decida di ridurre il numero di esemplari cacciabili se non proprio abolire del tutto la caccia, dato che in quei paesi viene considerata un'attività tradizionale e un pregio."
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