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Cagnetto sepolto vivo

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2009 08:54
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Sesso: Femminile
29/10/2009 08:54
 
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a Porto Empedocle
Orribile storia che gira su FB


Porto Empedocle dell'orrore CAGNETTO SEPOLTO VIVO
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giovedì 20 agosto 2009 alle ore 15.51
Porto Empedocle (Ag)

- Picchiato, torturato, sodomizzato e sotterrato vivo. Non è un film dell’orrore, Questa è la storia, purtroppo vera, di un cagnolino di Porto Empedocle (Ag).

Vagava, solo ed abbandonato, per le strade della sua città, quando un gruppo di ragazzini l’ha catturato, l’ha seviziato in modi indicibili e l’ha sotterrato ancora vivo.

Faceva caldo quel giorno a porto Empedocle, e un gruppetto di giovanissimi bulli ha escogitato un modo nuovo di passare il tempo, di ammazzare la noia.

Torturare un animale fino quasi ad ucciderlo e poi gettarlo dei metri sotto terra per farlo morire soffocato.

E’ successo il 5 agosto, nei pressi di Via dello Sport, nei quartieri popolari. Signori e signore curiosi guardavano lo spettacolo indegno e raccapricciante dalle loro finestre ma nessuno interveniva, nessuno fermava quello scempio.

Poi qualcuno, finalmente, ha chiamato una signora del posto, che da anni si batte per la cura degli animali abbandonati. L’ha chiamata chiedendole di intervenire, di porre fine a quella violenza inaudita e ingiustificata su di un essere indifeso.

E’ corsa a perdifiato la “Signora dei cani”, così la chiamano in paese, e quando è arrivata quei maledetti assassini sono scappati.

Erano un gruppetto di ragazzini, poco più che bambini, anche se il loro comportamento è stato più feroce ed efferato che mai, degno dei peggiori malviventi.

Ha scavato, la Signora dei cani, ha scavato apiù non posso con le mani nude per recuperare quel corpicino sepolto sotto terra.

Si aspettava di trovarlo cadavere ma invece, appeso ad un sottilissimo filo di vita, il cagnolino seviziato respirava ancora.

Dopo averlo curato per giorni e giorni in tutti i modi e con tutte le attenzioni possibili, quella povera creaturina non ce l’ha fatta.

Il suo corpo non ha retto le conseguenze di quella violenza scellerata e disumana.

E’ morto.

E’ scattata un denuncia da parte della LIDA (Lega Italiana per i Diritti degli Animali), una denuncia contro ignoti.

Servirà a qualcosa? Non è la prima volta che a Porto Enpedocle si verificano abusi e torture sugli animali abbandonati.

La redazione di libero-news è stata letteralmente subissata di email e segnalazioni di gente del posto che denunciano episodi analoghi a quello che vi abbiamo appena raccontato. Mesi fa, una cagnolina è stata trovata soffocata viva.

Le avevano infilato una vanga in bocca, fino a farla morire dissanguata e senza respiro. E poi altre storie, raccapriccianti, di cani evirati, impiccati, bruciati vivi o, nel “migliore” dei casi, uccisi da bocconi avvelenati lasciati in giro per il paese.

La situazione è a dir poco drammatica. Queste violenze avvengono in pieno giorno, davanti agli occhi insensibili delle persone che passano, che guardano quanto accade da dietro le finestre. Perché nessuno interviene?

Quanti cuccioli dovranno ancora morire in questo modo prima che qualcuno faccia qualcosa? Ciò che scandalizza, sia noi che le tante persone che ci hanno scritto, è la totale indifferenza di chi assiste ad uno spettacolo del genere e non lo denuncia, non fa niente per fermarlo.

“A Porto Empedocle i cani sono meno di niente: certe persone si sentono autorizzate a fare di loro ciò che vogliono, tanto nè le autorità nè il sindaco hanno mai fatto niente per fermarli”.

Queste sono le parole di molte persone che ci hanno scritto, sia locali sia appartenenti a gruppi animalisti di tutta Italia. C’è anche un canile a Porto Empedocle, anche se a vederlo sembrerebbe più un “lager”.

La Asl non l’ha dichiarato a norma, eppure i cani vengono puntualmente lasciati lì. La struttura non ha un sistema fognario adeguato, mancano le canaline (che sono piene di terra).

Manca tutto.

Pare che per questo canile non ci siano fondi.

I cani che finiscono qui vengono curati con i soldi di privati. La situazione sta diventando a dir poco insostenibile.

La redazione di Libero-news invita i suoi lettori a visitare il sito internet www.canileportoempedocle.com



Abbiamo cercato, invano, di metterci in contatto con il Sindaco di Porto Empedocle, il signor Calogero Firetto, per chiedergli spiegazioni circa i recenti e drammatici atti di violenza sugli animali compiuti all’interno del suo Comune.

Non abbiamo ottenuto risposta.

Ciò che vogliamo capire, che è poi quanto ci è stato chiesto nelle centinaia di email che abbiamo ricevuto da comuni cittadini ed animalisti, è quale tipo di tutela offre il Primo Cittadino di Porto Empedocle ai cani abbandonati che circolano nel suo territorio e che risultano, inevitabilmente, di competenza sua e delle autorità comunali.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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