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Tratta di cuccioli dall'Est. La Forestale ne libera cento

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2009 19:58
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Sesso: Femminile
16/12/2009 19:58
 
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In quaranta erano stivati nel bagagliaio di un'auto senza cibo e acqua e costretti a stare tra i loro stessi escrementi

MILANO – Una quarantina di cuccioli di varie razze - tra cui Pincher, Barboncini, Cavalier King, Cocker, Yorkshire, Shitzu, Beagle, Jack Russell, San Bernardo, Labrador e Carlino - ha evitato la via delle fiere e dello smercio clandestino in Italia grazie ad un intervento del nucleo operativo del Corpo forestale dello Stato, che ha intercettato a Tarvisio un’auto su cui gli animaletti erano stivati in condizioni precarie. Oltre alla mancanza di spazio – tutti gli animali erano racchiusi in piccole gabbie accatastate nel bagagliaio di un’automobile – i piccoli quattrozampe hanno dovuto soffrire la sete e la fame e sono stati costretti a restare lunghe ore quasi immobili tra i loro stessi escrementi. Nessuno di loro aveva il microchip di riconoscimento e la documentazione sanitaria, che dovrebbe sempre accompagnare i cuccioli nei loro spostamenti, era del tutto inesistente. I quattro uomini che li stavano trasportando nel nostro Paese, tra cui due rumeni, sono stati denunciati dagli agenti con l’accusa di maltrattamento, detenzione di animali in condizioni incompatibili e falso ideologico.

I SEQUESTRI - Il sequestro è avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 dicembre e non è stato l’unico. Complessivamente nel corso di una operazione più vasta di controllo e di repressione dei traffici illegali nelle zone di confine sono stati circa un centinaio i cuccioli intercettati. Su un furgone proveniente dalla Polonia e adibito al trasporto di animali vivi viaggiavano 74 cuccioli che sono stati sottoposti ad un sequestro a livello solo sanitario, non essendo state rispettate le tempistiche di vaccinazione. E altri tre cuccioli sono stati sequestrati agli individui che li stavano importando dalla Slovacchia in quanto non dotati di microchip di riconoscimento.

FENOMENODILAGANTE - Ritrovamenti di questo genere avvengono purtroppo con frequenza quasi quotidiana e interessano un po’ tutto il territorio nazionale. «Il traffico illegale di cuccioli di cane – sottolinea in una nota l’Ispettorato generale del Corpo Forestale - è un fenomeno originato in gran parte nell’Est Europa che sta acquisendo dimensioni preoccupanti e che tende a crescere con l’approssimarsi del periodo natalizio e proprio per questo sono stati intensificati i controlli alle frontiere da parte del personale del Corpo forestale dello Stato».

I CUCCIOLI E IL NATALE - Sono ancora molte le famiglie che considerano il cucciolo, di cane o di gatto, un possibile regalo di Natale per bambini, al pari di un qualsiasi giocattolo. E i costi competitivi che sul mercato illegale si possono spuntare per animali teoricamente di razza - i prezzi sono spesso meno della metà e in alcuni casi, secondo le stime della Lav, arrivano a venti volte di meno rispetto a quelli dei canali ufficiali - sono spesso una tentazione molto forte per gli acquirenti. Le conseguenze, però, si vedono poi con il tempo, perché quasi sempre gli animali importati clandestinamente non sono stati cresciuti secondo gli standard previsti e sono spesso carenti dal punto di vista della salute. Ne conseguono malattie e problemi fisici di vario genere che richiedono poi assistenza continua e notevoli spese di carattere medico e farmaceutico. La mancanza di documenti e di certificazioni dovrebbe essere uno dei campanelli d’allarme capaci di scoraggiare le famiglie dal compiere incauti acquisti. Ma spesso, più che il buon senso, prevale un ragionamento di tipo meramente economico. Va da se che famiglie che non se la sentono di mantenere un animale con problemi di salute decidono poi di compiere il passo più semplice, scaricandolo nella migliore delle ipotesi presso un canile pubblico o, nella peggiore, direttamente sul ciglio di un’autostrada. Anche per questo Corriere Animali ha lanciato la campagna “Amici sotto l’albero” , per sottolineare come cani e gatti del Natale dovrebbero essere soggetti protagonisti assieme al resto della famiglia, e non semplicemente l’oggetto, sottoforma di pacco dono.

Un'immagine dell'operazione a Tarvisio (foto del Corpo Forestale)
Un'immagine dell'operazione a Tarvisio (foto del Corpo Forestale)
«NON ABBASSARE LA GUARDIA» - «L’operazione della forestale – commenta Carla Rocchi, presidente dell’Ente nazionale protezione animali - dimostra quanto sia importante non abbassare la guardia e continuare a sorvegliare le nostre frontiere per reprimere quello che rappresenta al contempo un fenomeno criminale e un pratica contraria a ogni principio di civiltà. Auspichiamo che il Parlamento completi quanto prima la ratifica della Convenzione di Strasburgo, le cui norme rappresentano un ulteriore strumento a tutela dei diritti degli animali, troppo spesso calpestati da oscuri personaggi privi di scrupoli». Sulla stessa linea Ilaria Innocenti, del settore cani e gatti della Lav: «Ci auguriamo che il disegno di legge per la tutela degli animali e contro il traffico dei cuccioli, approvato dalla Camera con 466 voti favorevoli lo scorso 25 novembre, trovi la sua rapida approvazione al Senato, fornendo a forze di polizia e servizi veterinari gli strumenti per poter contrastare efficacemente questo drammatico fenomeno». La Lav ha più volte preso posizione contro la tratta dei cuccioli che coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti, provenienti dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando i documenti, senza il regolare microchip, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all’acquirente. Secondo le stime dell’associazione, questo traffico si regge su un giro d’affari annuo che si aggira attorno ai 300 milioni di euro.

Alessandro Sala
15 dicembre 2009(ultima modifica: 16 dicembre 2009)
corriere della sera



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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