Cade e si uccide con una fucilata
TRAGICA BATTUTA AL CINGHIALE – Il cacciatore, un forestale di Aggius, voleva sfuggire a un attacco di vespe
Cade e si uccide con una fucilata
Giampiero Cocco
cacciatore_sbaglioLa disgrazia in una zona impervia: Giampiero Scampuddu è morto prima dell’arrivo dei soccorsi del 118 AGGIUS. Ancora una tragedia, nelle campagne tra Aggius ed Aglientu, durante una battuta di caccia grossa. Giampiero Scampuddu, 46 anni, di Aggius, operaio dell’Ente Foreste, è rimasto ucciso ieri mattina a “Scupetu”, una zona impervia frequentata dai cacciatori.
L’uomo, poco prima delle 9 di ieri, è inciampato nel tentativo di sfuggire ad un attacco di vespe, e nel cadere avrebbe perso l’arma, dalla quale è partita la fucilata a palla che lo ha ucciso.
Gli aggressivi insetti si sarebbero avventati contro il cacciatore dopo che era stato calpestato l’alveare e l’uomo, nel tentativo di scacciarli sarebbe incampato, perdendo l’equilibrio e lasciando cadere a terra l’arma. Dal fucile sarebbe partito il colpo che lo ha raggiunto in pieno petto, dilaniandogli in torace.
L’allarme al 118 è scattato non appena i compagni di battuta, che seguivano Giampiero Scampuddu a breve distanza, si sono resi conto della gravità della situazione. Anche per i medici del servizio d’emergenza è stato difficoltoso raggiungere la zona dove è accaduto l’incidente, situata in una gola impenetrabile tra le località di San Giacomo e Santu Petru di Ruda.
L’elicottero dei vigili del fuoco, arrivato da Alghero, ha preso a bordo un medico è un infermiere e si è quindi portato sulla verticale della zona dove si trovava il cacciatore ferito. I sanitari, imbragati e assicurati al verricello del mezzo di soccorso, sono stati quindi calati dal velivolo, rimasto in “overing” cioè fermo a una decina di metri metri d’altezza. L’intervento dei medici è stato comunque vano. L’uomo era deceduto per la grave ferita causata dalla palla (le munizioni di caccia grossa sono a colpo singolo) che gli aveva squarciato il petto, oltre ad aver provocato una imponenente emorragia.
Del caso si stanno occupando i militari della stazione di Aggius e della compagnia di Tempio, sotto la direzione del capitano Agostino Scala, il quale si è recato sul posto per rendersi conto dell’accaduto. Giampiero Scampuddu, che lascia moglie e due figli, era un operaio benvoluto e noto ad Aggius, un paese dove vivono decine di parenti dello sfortunato cacciatore. Il mortale infortunio di ieri segue quello, altrettanto tragico, accaduto all’apertura della caccia grossa, il 1º novembre scorso.
Ieri l’incidente è stato del tutto casuale, almeno stando alla ricostruzione dell’accaduto effettuate dai militari arrivati sul posto per le indagini. Giampiero Scampuddu, aggredito e punto al viso e alle mani dalle vespe, avrebbe tentato di allontanarsi dalla zona dove si trovava l’alveare, scacciando con le mani gli insetti.
Un piede in fallo tra la vegetazione rigogliosa e il terreno accidentato lo avrebbe fatto cadere a terra e dall’arma che era stata lasciata carica sarebbe partito il micidiale colpo che lo ha raggiunto in pieno petto. cacciatore_incidenti
PERUGIA: PENSIONATO COLPITO AL PETTO DURANTE BATTUTA DI CACCIA
Tragedia a Umbertide, in provincia di Perugia, nel corso di una battuta di caccia al cinghiale.
Un pensionato di 69 anni è morto dopo essere stato colpito al petto da una fucilata esplosa da un altro cacciatore.
L’uomo che ha sparato il colpo letale è un 58enne di Ancona. Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell’ordine che hanno subito chiarito la dinamica del drammatico incidente. Vani sono stati anche i soccorsi del 118: il cacciatore era già privo di vita.
L’arma, regolarmente registrata, è stata posta sotto sequestro dagli inquirenti.
da L’ESPRESSO e IRIS PRESS
Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.
Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"
Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè