CACCIA:REFERENDUM IN PIEMONTE IL 3 GIUGNO VOTATE SI!

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Akyaky
00martedì 24 aprile 2012 17:03
CACCIA:REFERENDUM IN PIEMONTE IL 3 GIUGNO VOTATE SI!

Comitato promotore per il referendum caccia in Piemonte
www.facebook.com/referendumcaccia?sk=info

Il voto referendario è un prezioso strumento in mano ai cittadini per intervenire direttamente nel procedimento legislativo e per fare affermare la volontà popolare. La nostra Costituzione prevede solamente il referendum abrogativo attraverso il quale è possibile cancellare una intera legge o parti di questa. Andare a votare significa difendere un diritto costituzionalmente garantito, unico strumento di democrazia diretta.
Andare a votare significa difendere le firme dei 60.000 cittadini elettori che nel 1987 sottoscrissero il quesito referendario. Andare a votare costituisce un atto di giustizia dopo 25 anni di giustizia negata.

IL 3 GIUGNO SI VOTA
Ora è ufficiale: il prossimo 3 giugno, gli elettori piemontesi potranno esprimere il loro parere sulla caccia.
La Giunta Regionale ha infatti approvato un Decreto del suo Presidente, il quale, in ottemperanza a quanto imposto dal TAR del Piemonte, dà l’avvio alle procedure di indizione del referendum.
Finalmente si conclude una battaglia legale durata un quarto di secolo: sono infatti trascorsi 25 anni da quando vennero raccolte 60.000 firme di elettori piemontesi in calce alla richiesta di un referendum abrogativo di parte della legislazione regionale sulla caccia. Il quesito prevede la riduzione delle specie cacciabili a quattro (cinghiale, lepre, minilepre e fagiano), il divieto di caccia la domenica e su terreno coperta da neve e la limitazione dei privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie, le ex riserve private di caccia.
La Regione, in tutti questi anni, non ha mai consentito lo svolgimento del referendum, con motivazioni spesso pretestuose ed illegittime, ma non ha più potuto opporsi alla sentenza della Corte di Appello di Torino di fine 2010, confermata più recentemente dal TAR Piemonte.
La scelta della data suscita però non poche perplessità: il Comitato Promotore aveva infatti chiesto che il referendum venisse accorpato alle prossime elezioni amministrative, che si svolgeranno in numerosi Comuni del Piemonte il prossimo 6 maggio: in tal modo sarebbe stato possibile risparmiare una parte consistente delle risorse pubbliche destinate all’effettuazione del referendum. La Giunta Regionale, invece, ha ritenuto di agire diversamente, adducendo problemi di carattere tecnico che in realtà si sarebbero potuti risolvere facilmente.
Il Comitato Promotore auspica che La Regione provveda ora a diffondere in modo capillare ed efficace l’informazione relativa al referendum. L’obiettivo del fronte venatorio e di numerose forze politiche è infatti quello di rendere nulli gli effetti del referendum a seguito del mancato raggiungimento del quorum dei votanti. “Tale ipotesi rappresenterebbe però una sconfitta non tanto e non solo del fronte ambientalista ed animalista – affermano Piero Belletti e Roberto Piana del Comitato Promotore del Referendum – quanto soprattutto della democrazia e della partecipazione”.
“Auspichiamo almeno – concludono gli ambientalisti – che, in attesa dell’esito del referendum, la Regione blocchi i lavori volti a modificare l’attuale legge sulla caccia. Modifiche che vanno in senso esattamente opposto alle richieste referendarie, prevedendo l’aumento del numero di specie cacciabili, il prolungamento della stagione venatoria, la caccia con l’arco e quella a specie di uccelli protette a livello comunitario.”
Per il Comitato Promotore del Referendum sulla Caccia
(Piero Belletti e Roberto Piana)

E-mail
referendumacaccia@gmail.com

PER SAPERNE DI PIU':
Sito Web
www.referendumcaccia.it/
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