00 09/04/2007 19:48
BELLISSIMO!!!davvero una delle cose più belle che abbia mai letto grazie!! [SM=x1169410]

Ma come faccio a parlarne senza rovinare la sorpresa a chi lo vuol leggere?...bho… [SM=x1169413]

Allora…intanto devo dire che sono rimasta stupefatta dalle dimensioni di lei, Nàhani… certo lo sapevo che i lupi sono molto grandi, ma… quindici centimetri di impronta, sessantacinque chili di peso, un metro e ottantacinque di lunghezza…questa sì che era una vera regina…probabilmente se mi fossi trovata io al posto del protagonista (cosa del tutto improbabile, vista la sua esperienza e infaticabilità nell’escursionismo [SM=x1169431] ) non sarei riuscita a rimanere in piedi alle sue manifestazioni di affetto di una regina così grande! (quasi tre volte il mio Aky, ho fatto il conto…)
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Bellissime le descrizioni dei paesaggi, ma confesso di dover rileggere il libro per riuscire a gustarle con calma… già, perché quando Greg intraprende il lungo viaggio per ritrovare la lupa argentata braccata dai cacciatori, anche io non vedevo l’ora di rivederla…e in più ero molto in ansia, temevo che lui senza volerlo conducesse i cacciatori di pellicce dritti dritti da lei…

Ovviamente però…le scene che mi sono piaciute di più sono quelle che dimostrano l’amicizia tra loro due…quando lei lo saluta leccandolo (che invidia…non pensavo che i lupi riuscissero a dare così tanta fiducia a qualcuno da leccarlo…certo Greg deve essere stato bravissimo per conquistare la fiducia di quella splendida lupa, usando gli insegnamenti indiani e tutto il resto, ma anche la lupa credo fosse particolarmente curiosa nei suoi confronti…chissà, con tutte le responsabilità che aveva con i suoi sottoposti, forse aveva anche lei bisogno di un po’ di amicizia…pare che la maggior parte dei cani discenda dagli sciacalli e non dai lupi, ma ci sono alcune razze particolari la cui provenienza dal lupo è provata…e in qualche modo i lupi non dovevano essere originariamente così diffidenti nei nostri confronti…altrimenti non ci sarebbero quei cani…), quando lo riconosce dopo tre anni, quando fanno le passeggiate al chiaro di luna e, soprattutto… la scena incredibile in cui lei lo difende dal suo branco. Quella scena mi ha davvero fatto venire i brividi: una lupa, una capobranco rispettata da tutti, che difende un essere umano dal suo stesso branco… i lupi avevano le loro ragioni se volevano attaccarlo!!aveva fatto del male a una di loro… certo , lo aveva fatto a fin di bene, la aveva liberata da una trappola…ma come potevano capirlo i lupi? Non mi è dato nemmeno sapere se Nahani stessa l’avesse capito… forse no, ma lo ha difeso. Ha difeso un umano contro il suo stesso branco, col serio rischio di essere spodestata e cacciata…ecco, il brivido è venuto perché questa cosa va non solo al di là dell’istinto, della curiosità, ma anche della ragione stessa, volendo… questa è seriamente una prova di amicizia, o meglio una prova d’amore. Nahani per fare questo doveva provare nei confronti di Greg un sentimento fortissimo. Più forte del legame che aveva con tutto il suo branco. Più forte dell’avere visto coi suoi occhi che lui faceva del male a una lupa.Più forte dell’innata diffidenza che comunque gli aveva sempre naturalmente dimostrato.
Il genere di legame che viene definito così bene dal titolo e dalla leggenda da cui è tratto… [SM=x1169405] poi Nàhani torna ad essere la regina rispettata di sempre… ovviamente la sua strana amicizia con l’umano non offusca le sue incredibili doti di capobranco. E la presenza di Greg viene accettata da tutti!

Ecco, una cosa che sapevo già ma rimango sempre stupita nel leggerla… il modo di comunicare dei lupi… [SM=x1169385] noi non riusciamo a capirlo, crediamo che sia un linguaggio decisamente meno complicato del nostro; anche se parliamo di cani, cerchiamo di spiegare i loro comportamenti con spiegazioni spesso troppo semplicistiche. Il linguaggio del branco viene compreso quasi a pieno dall’umano soprattutto verso la fine…ed è un linguaggio così articolato che non ha davvero nulla da invidiare al nostro: Nàhani impartisce ordini, dice a un lupo di fare una cosa e a un altro di farne un’altra solo con la mimica facciale…quando parliamo di animali e non riusciamo a capirli spesso diciamo “gli manca la parola” non pensando che è a noi che manca la capacità di capirli, o per lo meno l’umiltà di osservarli e apprendere qualcosa sul loro modo di comunicare. Questo libro mi ha fatto capire molte cose in più sul mio cane (come già altri libri sui lupi avevano fatto) rispetto a molti libri scritti apposta sul comportamento dei cani.

Temevo il peggio all’arrivo dei cacciatori… [SM=x1169399] e invece tutto si è risolto nel migliore dei modi…il libro racconta una storia vera ma in questo punto sembra una favola davvero…per fortuna la favola di Nahani e del suo branco continuerà, anche se lontana da Greg…come è giusto che sia…ma che esperienza unica deve essere stata! [SM=g27998]


Un’ultimissima nota… la devo alla lupa che lascia il branco in seguito alla morte del compagno, ucciso da un ghiottone. Non si sa che fine fa, forse si lascerà morire anche lei, forse troverà un nuovo branco… ma il dolore per la morte del compagno è troppo forte per farla rimanere con quei lupi.
All’università ho sentito spesso una grandissima… [SM=x1169394] : gli animali non hanno la percezione della morte. Non faccio che trovare esempi che dicano che ce l’hanno eccome, e vedere la fedeltà di un lupo così ben rappresentata…è stato proprio commovente…




Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè