00 16/04/2007 20:10
Il libro che mi ha chiamato è "Gatti d'autore" una raccolta di storie di gatti scritte da diversi autori.
La storia da cui sono tratte le tre frasi si chiama "La pelliccia".

"Dannazione", pensai. "Perché adesso? Perché per amor del cielo, deve diventare così mite e farmi sentire un vero mascalzone...?"

Il pratica il racconto parla di un uomo che geloso delle troppe attenzioni date dalla moglie alla gatta decide di far fuori la povera felina, convinto che il rapporto si sarebbe rinsaldato. La moglie però dopo la morte della gatta inizia a cambiare, sembra cambiare atteggiamento, adottare un comportamento quasi felino. Inizia ad avere alcuni disturbi psicologici, esce di notte attorno a casa sua passeggiando nel boschetto con indosso una pelliccia bianca. Intanto il marito insoddisfatto della piega presa dalla situazione e attratto da un'altra donna, inizia premetitare la morte della consorte. Una sera sapendo che la moglie passeggiava ai bordi di una cava e sapendo che la cosa si sapeva in giro decide di buttarla giù, simulando un incidente.
Beh, alla fine dopo la morte della moglie inizia ad avere allucinazioni, di notte vede la sagoma della pelliccia bianca attorno a casa e ne avverte la presenza in camera. Il tipo si abitua alla cosa ed inizia a vivere isolato dal mondo, nella sua villa per far sì che il fantasma non si adiri...
Quando lessi questo racconto ebbi un senso di malinconia, non mi piacque molto, è narrato in prima persona dal protagonista, da questo punto di vista lui non sembra aver problemi psicologici, ma si avverte una grande freddezza ed egoismo in lui.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"