00 27/05/2007 00:58
E' da un po' che volevo dedicare questa al mio Ibis...povero Ibis, nato anche lui libero come il mio Aky...




Nettuno,Dio del Mare, percorreva il suo dominio sul suo carro trainato da nove cavalli bianchi, quando, passando davanti all'imboccatura del fiume-re, Lou Rosè, il Rodano dalle molteplici braccia, egli incontrò un umano che si era immerso e nuotava lamentandosi, non sembrando trovare alcun piacere nel suo bagno. Nettuno un pò irritato gli domandò: "Chi sei tu, borbottò puntando verso di lui il suo tridente, e perchè vieni nel mio regno se non è per tuo piacere, nè per trovarvi il tuo nutrimento?"

"Sono Lou Camarguen, il Camarghese, rispose lui, fissando le tre punte di bronzo dirette verso di lui. Abito entro i bracci del Rodano, un posto magnifico, dove il cielo e la terra si specchiano negli stagni...."

"Se il tuo paese è così bello, perchè riempi il mio coi tuoi lamenti?" lo ínterruppe Nettuno sempre più irritato.

"E' che sono obbligato a coabitare con un infernale toro nero che,appena mi scorge, prende un piacere maligno a caricarmi con le sue corna a forma di lira. Io non ho altra risorsa che la fuga e non trovo scampo che nel tuo impero, o grande Nettuno. Quando la dolce brezza estiva accarezza il campo azzurrato della tua mobile dimora, ciò mi è di grande piacere, credimi, ma d'inverno, quando Eolo invia il grande Místral che piega le tameríci, inclina le canne e copre le acque di spume agitate, ciò diventa un supplizio, Gran Dio degli Oceani...."

Nettuno che incontrava sovente degli umani in difficoltà dal tempo dei naufragi e delle battaglie navali e che, in fondo, non era un cattivo soggetto, volle dare una possibilità al Camarghese nei confronti del suo avversario cornuto. Egli staccò dal suo carro il cavallo di testa e gli disse: "Ecco il mio miglior cavallo; se tu saprai fartene un amico, egli sarà per te un alleato insostituibile di fronte al nero toro. Ma ricordati sempre che egli viene dall'immensítà del mare e che è stato condotto da un dio: qualsiasi cosa tu faccia, occorrerà, quando a lui sembrerà opportuno, lascíarlo libero da ogni impedimento per venire a respirare a piene narici le sue origini marine e divine."

Il Camarghese pieno di gratitudine ringraziò Nettuno che, in un gorgo, disparve di nuovo sotto la superficie delle acque. Quindi egli si sentì in dovere di blandire il troppo focoso animale che nessun umano aveva mai avvcinato. Quando potè montare sul suo dorso e dirigerlo a modo suo, egli decise a sua volta di perseguitare il nero toro.

Un giorno che l'uomo osservava le due punte acumínate, superbe difese del suo avversario cornuto, si ricordò delle tre punte di ferro dirette verso di lui da Nettuno. Egli seppe allora come avrebbe potuto infine imporre la sua legge al toro fornito di corna a forma di lira. E da allora, si possono vedere in Camargue, degli uomini armati di trídenti, montati su eccezionali cavalli bianchi, condurre degli indocili tori neri.

E si possono scorgere anche dei meravigliosi cavalli liberi divertirsi giorno e notte nella terra salmastra.



dal sito:www.cavallicamargue.it

[Modificato da Akyaky 27/05/2007 1.06]

[Modificato da Akela il solitario 14/08/2007 22:03]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè