00 20/12/2007 10:37
Perchè annoiata? mi spiace solo risponderti così tardi... [SM=x1169413]

Una volta ho letto... ma non ricordo dove: "non si puòsintetizzare l'amore" ecco, è così. Quindi quelle trecento pagine servivano tutte, e hai fatto bene, davvero molto bene a scriverle... spero che ti sia servito, per conto mio ho ripreso la storiadel mio cucciolo eho aggiunto l'inevitabile finale, ma non ti nascondo che continuo a pensarci... ogni nove del mese, sempre, puntuale come le tasse...eccomi a piangere un giorno intero poer il mio Akela. [SM=x1169392] dimmi se non è pazzia... [SM=x1169391] un cane, no, non è stato solo un cane. Un padre, una madre, un fratello, un grande amico. E il coniglietto Moscardo lo ha raggiunto esattamente tre mesi dopo.

Mi ritengo fortunata perchè non piango di continuo come all'inizio! [SM=g27999] dopo la morte di Moscardo... ho sentito al telefono una mia amica, di solito non telefono mai e poi per una cosa del genere... non so, dovevo farlo. Non mi ricordo cosa mi ha detto, ma le sarògrata per sempre. Mi ha regalato un attimo di pace e serenità... strano eh???
Sì. Per unistante, un instante solo, li ho visti insieme. Insieme in due foto vicine che ora ho nella camera che se non fosse stato per loro non avrei mai raggiunto, insieme a formare le fondamenta della mia vita, che spero porti qualcosa di buono a chi è come loro. Insieme, a guardarmi dall'alto, anche se spesso non credo più a queste cose... [SM=x1368197]

Credo sia così anche per il tuo spirito guida. Spero che quello che ha scritto, quelle trecento pagine, te lo abbiano fatto sentire molto vicino. Perchè... anche se non credo troppo nel paradiso o a cose del genere, lui ti è vicino, nei tuoi ricordi, e ti ha cambiata da dentro, e tu sei sopravvissuta a lui perchècosì doveva essere... doveva cambiarti, in un certo senso salvarti, e poi andare via.

Io... mi vergogno tanto, ma una volta dopo la morte di Akela ho pensato di buttar va tutto. Tutto il lavoro che aveva fatto su di me, tutto ciò che avevo imparato da lui, tutto quello che mi aveva regalato per rendermi una persona migliore... Bhè, ero un'idiota! facendo così lo avrei ucciso una seconda volta...

Ti ringrazio di cuore per quello che hai scritto... andrò avanti, sempre e comunque, anche se ogni nove del mese il mio pensiero correrà da quel magnifico cane e da quel bellissimo coniglietto...



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè