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Manifesta incompetenza, condannato veterinario

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    =Sheryl=
    Post: 737
    Sesso: Femminile
    00 10/09/2007 11:10
    Decisione del Tribunale di Roma per il caso di Macchia.
    10 settembre 2007 - Un giudice romano ha emesso una sentenza storica a favore del proprietario di un cane morto per la manifesta incompetenza del veterinario: il colpevole e' stato condannato, oltre ad altre spese, al pagamento di 1.200 euro come 'danno non patrimoniale', ovvero e' stato riconosciuto il danno emotivo e biologico inferto alla persona che ha perso il suo amico a quattro zampe. L'Enpa plaude alla decisione del giudice Maurizio Maselli della XIII sezione del Tribunale di Roma, ringraziando al contempo l'avvocato Rossella Minio poiche' hanno entrambi lavorato su una vicenda triste traendone un esito positivo: il giusto riconoscimento del dolore provato per la perdita di un affetto.
    La vicenda ha inizio nel gennaio 2003, quando Macchia, una piccola meticcia di 5 anni, senza essere vista inghiotte un boccone che va ad ostruirle l'esofago, provocando in breve problemi respiratori evidenti nell'animale. Il padrone la porta d'urgenza da un veterinario romano e, non avendo assistito all'ingestione dell'osso, chiede aiuto allo specialista. Il veterinario, un professionista di zona Cinecitta', esegue lastre poco visibili in punti diversi del corpo dell'animale (ma non nella zona interessata), giungendo a una diagnosi errata. Quando a distanza di un paio di giorni l'animale peggiora, arriva ad operarla asportandole l'utero, convinto che si trattasse di un'infiammazione ai genitali del cane e aggravando un quadro clinico gia' in crisi per il blocco dell'esofago.
    Dopo 4 giorni di agonia, il padrone consulta un altro veterinario che, pur identificando subito il problema in modo corretto, non e' in grado di fare nulla per il cane che e' ormai moribondo. La responsabilita' del veterinario incompetente e' risultata evidente dalle prove presentate, ma un giudice meno attento avrebbe potuto limitarsi a una condanna al pagamento del valore patrimoniale dello sfortunato animale o delle spese sostenute, mentre la sentenza recita esplicitamente che il padrone di Macchia ha subito 'la rottura di un legame affettivo'.
    Il risarcimento e' notevole anche per entita', a riprova dell'importanza data dal magistrato all'evento luttuoso vissuto dall'uomo, che ha assistito impotente al peggioramento e all'agonia del suo amico.
    (Rre/Pn/Adnkronos)

    www.animalieanimali.it

    [SM=x1169394]

    Guardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l'uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri vienti. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?
    - Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"
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    Akela il solitario
    Post: 4.085
    Sesso: Maschile
    00 10/09/2007 16:35
    Certo che dev'essere stato orribile [SM=g27992] ...

    "La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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    Akyaky
    Post: 1.436
    Sesso: Femminile
    00 11/09/2007 19:29
    Sono contenta, questa cosa costituisce un precedente importante immagino. Il fatto di riconoscere e risarcire un danno affettivo significa che quel giudice non considerava l'animale come un oggetto, cosa che avviene praticamente sempre. [SM=x1169385]

    Purtroppo però quella poveretta deve avere sofferto chissà quanto e nessuna cifra la riporterà al suo padrone. [SM=x1169393]



    Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
    Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

    Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
    E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



    Quando brillava il vespero vermiglio,
    e il cipresso parea oro, oro fino,
    la madre disse al piccoletto figlio:
    "Così fatto è lassù tutto un giardino".
    Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
    gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
    mentre il cipresso nella notte nera
    scagliasi al vento, piange alla bufera
    Giovanni Pascoli



    Da bambino volevo guarire i ciliegi
    quando, rossi di frutti, li credevo feriti
    la salute per me li aveva lasciati
    coi fiori di neve che avevan perduti...
    e un sogno fu un sogno ma non durò poco
    per questo giurai che avrei fatto il dottore
    e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
    perchè i ciliegi tornassero in fiore,
    perchè i ciliegi tornassero in fiore
    F. de Andrè