00 30/12/2007 20:39
Eccone una più allegra [SM=x1169390]

Tu vedi questo cane.
Era soltanto ieri e io meditavo
dimentica della sua presenza accanto a me
finchè pensieri su pensieri
mi portarono a lacrime su lacrime;
quando dal cuscino su cui giacevo,
le guance bagnate di pianto,
una testina ricciuta come quella d’un fauno
sorse dal nulla accanto al mio viso,
due occhi grandi d’oro chiaro
interrogarono i miei,
un orecchio morbido mi accarezzò sulle guance
a tergere il mio pianto.
sgranai gli occhi al momento,
come qualche abitante d’Arcadia,
stupito dal dio caprino nei boschi al crepuscolo,
ma come quella visione di riccioli
mi venne più accanto ad asciugarmi le lacrime,
riconobbi Flush, e superai sorpresa e tristezza,
ringraziando il dio Pan che, dalle piccole creature,
conduce alle altezze d’amore.”

Elizabeth Barrett Browning, “Flush or Faunus”
[SM=x1169427]

Non conosco nessuno che ami gli animali al quale non sia mai successo qualcosa del genere. Questa poesia potrebbe essere stata scritta da me come dalla maggioranza di voi, credo. Perchè quando tutto va storto, c'è sempre un cane o un animale amico a farci trovare la forza di andare avanti... no?
Trovo particolari e bellissimi gli ultimi due versi: "ringraziando quel dio che, dalle piccole creature, conduce alle altezze dell'amore" è una frase così poetica e profonda che non credo si faccia facilmente dimenticare. [SM=x1169385]

Vraja, spero non ti dispiaccia, ho messo la capinera sul blog... era troppo bella...
[Modificato da Akyaky 30/12/2007 20:40]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè