Ho sentito molto parlare di "Marley e me" lo scorso anno, so che è stato un gran successo a livello mondiale, esploso prima in libreria poi trasposto in versione cinematografica, con altrettanta fortuna.
Non mi è capitata l'occasione di vederlo al cine, nè ho letto il libro, ma prima o poi lo farò... so che è di sicuro il mio genere, mi sono informata sulla trama.
Ho letto anche commenti un po' altezzosi, con critiche del tipo "Ultimamente è tutto un fiorire di romanzi dove il cane è un 'cucciolone tenerone e pansone' estremamente umanizzato nella rappresentazione e fortemente infuenzato da una visione 'teneristica' ...". Forse chi la pensa così avrà anche una parte di ragione che può portare a snobbare un po' questo tipo di storie, considerate troppo stucchevoli e strappalacrime, ma a me piacciono, e che siano stucchevoli o no non m'importa: mi toccano sempre nel profondo, e la commozione che provo se l'epilogo è drammatico, è comunque una commozione quasi dolce, non disperante, neppure io so perchè.
E so, prima ancora di vederlo o leggerlo, che si tratta di una di quelle storie che mi fanno versare litri di lacrime (non mi vergogno ad ammetterlo), e sarò anche una piagnona lacrimosa ma non mi fa troppo male piangere in questi casi, non mi lacera o mi strazia dentro nonostante le lacrime a fiumana...
Amo questi racconti snobbati dai più, tacciati di sentimentalismo puerile, forse perchè sento che non diffondono del male all'intorno, no, tutt'altro, a differenza della gran parte di storie e trame cinematografiche intrise di violenza, sia eclatante che (peggio ancora!) che psicologica.
...Comunque, un amico di un altro forum, divoratore di libri di ogni genere, ha affermato che per "disintossicarsi" da queste storie lacrimevoli che danno un'immagine distorta dei cani (parole sue!) è passato direttamente alla lettura de "Il richiamo della foresta", celebre romanzo di Jack London che, per l'ambientazione realistica rude, cruda, dura e spietata della situazione, privo di ogni accenno di sentimentalismo e di coinvolgimento emotivo: il magistrale stile di London è così, pare quasi limitarsi a riportare fatti di cronaca col massimo distacco. (In realtà invece coinvolge parecchio il lettore, eccome!)
...Io però non sono d'accordo sul fatto che il genere "Marley e me" sia stucchevole, è semplicemente un'altra cosa rispetto ai romanzi di London (presi come esempio), un altro modo di raccontare la vita di un cane, sempre dall'ottica umana, ovviamente, e in contesti ambientale completamente diversi.
Ma entrambi si occupano di narrare storie che vedono come protagonisti soggetti "non umani", e questo non può che portare di tanto in tanto "gli umani" a riflettere sul fatto che anche loro, da sempre considerati soggetti non pensanti ma solo "istiintivi" e, come tali, subalterni della specie dominante, possiedono in realtà una vita psichica complessa almeno quanto la nostra...