00 25/09/2008 13:26
Quoto il capo al 100%

Ciuteina, quello che hai scritto è bellissimo. E non è nè pazzoide nè sconclusionato. Hai un grande dono: sai davvero capire i cani, quello che sentono. Hai mai letto Pennac? "Abbaiare stanca"? Anche lui dice di essere un po' cane. E anche lui i cani li capiva benissimo.

Hai ragione su tutto.

E' vero: ci sono tante persone che pur amando i loro cani non li capiscono. li trattano da umani, non capiscono le loro esigenze e finiscono, in un modo o nell'altro, col farli soffrire. Non so perchè sia così, forse i cani sono troppo buoni (anche se alcuni proprio per il troppo "amore" impazziscono e diventano aggressivi), forse qualcosa in loro ci ricorda i bambini e dunque alcune persone vedono i cani come bambini. Alcuni dicono di essere la loro "mamma", il loro "papà", è così anche da te? in sè la cosa non è grave, voglio dire, uno può dire quello che vuole. Ma spesso questa cosa riflette un approccio col cane completamente sbagliato. Anche io ho detto di essere iper apprensiva con i miei animali ma voglio specificare, non in questo senso... nel senso della salute, mi agito troppo. Non ritengo e non sono mai riuscita a pensare che Altair sia mia figlia, o la mia bambina, potrei scrivere un libro con l'elenco di tutti i nomi con cui la chiamo ma nessuno di questi definisce un grado di parentela tra noi due. Lei è il mio cane, come è giusto che sia. Io credo che tu al contrario di loro saresti un'ottima "padrona" (termine assurdo che uso il meno possibile.

I cani "da guardia" come dici tu... ma anche i cani "per bellezza", come è stata la mia... spesso stanno anche peggio che nei canili. Per quanto grande, un giardino è una gabbia. E' vero. Un appartamento? non ne parliamo. I cani hanno bisogno di uscire... ce lo chiedono di continuo, peraltro. E di affetto, e di compagnia, anche dei loro simili. Hai ragione. Troppo spesso sono sacrificati...

E' vero, vogliono regolamentare tutto. Stiparci tutti quanti in ambienti totalmente diversi da quelli naturali (ma perchè? me lo sono sempre chiesta, perchè?), con i parchi che presto saranno di erba finta, con gli alberi che saranno presto finti e non mi meraviglierei nemmeno se si mettessero a pavimentare tutto quanto, a seppellire tutto sotto al cemento. Tutto. E allora inventeranno i cani robot che non faranno i bisogni. Comunque, pensando a come sono le cose ora, è vero: cane e guinzaglio. Anche io li odio, i guinzagli. E non se ne può fare a meno. A volte servono, e proprio ai cani... un cane senza guinzaglio a milano in corso buenos aires muore dopo tre secondi. queste stupide città innaturali dove ci stipano o dove ci stipiamo nel cemento... come dici tu non sono neanche a misura d'uomo, forse a misura di traffico di automobili. Come diaviolo fa uno ad abitare in centro a Milano? bho. E' vero... a volte la casa non te la puoi scegliere. Io sono una privilegiata. Ma c'è chi ci sta bene, in centro a Milano, in un mondo finto fatto di notti illuminate e scatenate, e rumorose, tanto rumorose da bloccare ogni pensiero sul nascere, c'è chi ci sta bene a lavorare in ufficio con le stesse mansioni di un robot e la stessa richiesta di intelligenza, c'è chi ci gode a passare pomeriggi in centri commerciali dove è finta (e costa) anche l'aria. Non me lo chiedere come è possibile. ma queste persone a volte sono pure... disorientate, davanti ad un fenomeno naturale qualunque. Perchè l'uomo la natura non la domina, non credo proprio che sia così. E non sarà mai così. E la natura non è regolamentata ed è imprevedibile: spaventa. ho sempre raccontato che fino a qualche anno fa vedevo in centro a Milano, dentro a veterinaria, delle donne anziane che portavano i nipotini in passeggino davanti al recintino tondo della facoltà. Per far vedere al bambino una mucca, o un cavallo. Ora li hanno spostati, i bambini di Milano devono uscire da Milano per vedere un animale... poveri bimbi di Milano, penso. Come Guccini. Eppure quella canzone è vecchissima. "Povera sete di libertà costretta a vivere nel deserto" diceva. poveri bambini e poveri cani. Io non so come facciano le persone a vivere lì e non so con che coraggio si prendano un cane. Ma come ho scritto... a volte uno deve vivere dove deve e... bho, non so se vieterei un cane a prescindere a chi vive in corso buenos aires. Magari al fine settimana lo porta in campagna...

io semplicemente lì non ci vivrò mai, in nessuna grande città. E mi porto a spasso la mia Altair *senza* guinzaglio, in un posto che per me è un paradiso di campi, boschi e animali selvatici. Sia io che lei stiamo bene, molto bene qui. Credo che continuerò a seguirli questi posti... sempre più rari...senza guinzaglio dicevo, ma purtroppo con Akela non sono mai riuscita. lui quando aveva paura scappava nella direzione opposta al pericolo alla velocità della luce, incurante di pericoli più grandi che lui non percepiva come tali e incurante della direzione che prendeva, correndo via anche lontano da casa. Ci ho provato ma sono sempre stata sconfitta. Aky ha sempre dovuto portare il guinzaglio... con Altair è diverso... se si prende un grosso spavento torna a casa di corsa ed è molto brava a tenersi lontanissima dalle macchine se ne trova. Con lei mi fido... certo, già la devo "umanizzare" troppo: vive in una stanza, sopporta ore di solitudine con la sola compagnia dei conigli, le faccio prendere IL TRENO... almeno delle belle passeggiate solo per lei gliele devo... ma se fosse per me, davvero, questa cosiddetta "civiltà" che abbiamo creato a nostra immagine e somiglianza davvero l'abolirei tutta.





Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè