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Animali da salvare: il Lupo.

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    ariel.46
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    00 31/03/2009 16:43

    BENTORNATO LUPO.

    La sua abilità nella caccia, ma soprattutto la sua (immeritata) cattiva fama hanno sempre fatto di questo predatore un “nemico” dell’uomo, che lo ha perseguitato fino a minacciare l’estinzione.
    Negli ultimi trent’anni, e leggi emanate in sua difesa e i progetti condotti per la sua salvaguardia hanno portato a un incremento di esemplari in molte zone da cui era scomparso.
    Ma i problemi di sopravvivenza di questo intelligente predatore non sono stati risolti del tutto, e la sua attuale espansione, seppur ancora contenuta, ha riacceso vecchi conflitti e risentimenti tra gli allevatori.

    IDENTIKIT.
    - Classe: Mammiferi
    - Ordine: Carnivori
    - Famiglia: Canis
    - Specie: Canis lupus
    - Lunghezza: Tra i 110 e i 140 cm.
    - Altezza: Tra i 60 e gli 80 cm.
    - Peso: Maschi 30-50 kg.-Femmine 20-25 kg.
    - Mantello: Varia secondo l’età, le stagioni e l’area di diffusione. In inverno la colorazione del lupo europeo è grigio-gialla, in estate marrone-rossiccia.
    - Alimentazione: Si nutre di giovani cervi, caprioli, altri piccoli Ungulati, conigli, lepri, piccoli uccelli; raramente, attacca il bestiame domestico (bovini, suini, caprini e ovini).
    - Habitat: Foreste di pianura e di montagna, boschi e radure tra gli 800 e 1.800 metri di altitudine
    - Distribuzione: Dal Nord America all’Asia fino in Europa; in Italia, vive sugli Appennini e sulle Alpi occidentali.
    - Esigenze territoriali: Un branco vive su un territorio compreso tra i 100 e i 1.3oo kmq., spostandosi in base alla disponibilità di cibo e della stagione.
    - Vita media: 8-10 anni.



    La sua sopravvivenza è comunque in pericolo.
    Fino a un secolo fa il lupo era uno tra i mammiferi più diffusi in Italia e nel resto del mondo (Asia, America del Nord ed Europa), ma nel tempo l’incremento delle attività umane, nell’area della sua distribuzione, ha portato a un rapido e inesorabile declino.
    Ecco i fattori negativi che hanno maggiormente inciso sulla sua diminuzione.

    La mancanza di prede naturali.
    In molte aree montane l’uomo ha distrutto gran parte del suo habitat naturale, fatto che ha ridotto il numero di prede selvatiche di cui il lupo si nutre. (in Europa, ad esempio, cervi e caprioli).
    La persecuzione dell’uomo.
    Per sopravvivere, il lupo si è trovato talvolta costretto a cacciare gli animali domestici e, in alcuni casi, a nutrirsi di rifiuti reperiti dalle discariche vicino ai paesi.
    La predazione di animali da allevamento ha inasprito i suoi rapporti con l’uomo, che ha iniziato a cacciarlo con ogni mezzo, dal fucile, alle tagliole, fino all’uso del veleno.
    La sua persecuzione ha portato al declino della specie i molte delle zone dove un tempo viveva in gruppi numerosi.
    L’aumento dei cani rinselvatichiti.
    Il lupo è minacciato anche dalla presenza di cani rinselvatichiti (perché abbandonati dall’uomo), portatori di malattie e parassiti.
    Spesso infatti sono proprio questi cani, scambiati per lupi, a compiere stragi negli allevamenti.

    Continua...

    - Tratto da Amici di Casa -

    Tina.





















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    ariel.46
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    00 31/03/2009 16:44

    DOVE E’ POSSIBILE INCONTRARLO.

    In Italia.
    In Italia è presente una sottospecie del lupo (“canis lupus italicus o Lupo appenninico).
    Fino a pochi anni fa nel nostro paese si contavano poco più di 100 esemplari sparsi nelle regioni centrali (Abruzzo, Lazio, Molise e Toscana) e meridionali (Basilicata e Calabria); solo negli ultimi anni, grazie alle leggi in sua difesa, alle campagne per la sua salvaguardia e al ripopolamento degli Ungulati selvatici, si è verificato un consistente incremento della popolazione di lupi nostrani (400-500 esemplari) con la conseguente espansione del loro territorio.
    Il lupo, infatti, risalendo dak centro Italia lungo il crinale appenninico, è a poco a poco arrivato all’Appennino ligure e da qui sulle Alpi occidentali, al confine con la Francia.
    Alcuni individui sono stati avvistati nel Parco delle alpi Marittime, in Piemonte, e un lupo è stato recentemente segnalato anche sul confine tra Italia e Svizzera, un luogo dove mancava da decenni.



    In America.
    Un tempo, il lupo occupava l’intero continente nord-americano dalla costa orientale a quella occidentale, ad eccezione della zona sud-est.
    Questi territori erano popolati da centinaia di migliaia di esemplari, divisi in varie sottospecie.
    La caccia spietata condotta dall’uomo dietro incentivi e ricompense da parte degli Stati Americani ha ridotto notevolmente il numero dei lupi: i pochi rimasti sono stati confinati nei parchi e nelle riserve.
    Negli anni ’60, nel Canada del sud, rimanevano solo una ventina di esemplari.
    Negli anni 95-96 sono iniziate le prime reintroduzioni di lupi canadesi (31 esemplari) nel Parco americano di Yellowstone: attualmente qui vivono 90 lupi.
    Altri progetti a favore del lupo sono stati condotti nella zona dell’Idaho (70 esemplari) e ne Montana (75 esemplari) grazie a un progetto federale di reintroduzione dei lupi nel loro territorio di origine.
    Dal 1974, in America il lupo è protetto dall’Endangered Species Act, la legge per la tutela della specie in via di estinzione.



    In Europa.
    Le popolazioni di lupi sopravvissuti nell’Europa meridionale (Italia, Spagna e Balcani) rappresentano i centri di diffusione per la ricolonizzazione di almeno una parte del territorio europeo centrale e meridionale da cui il lupo è scomparso da lungo tempo.
    In Francia, ad esempio, il lupo era estinto da anni, ma alcuni branchi stanno ritornando dopo aver passato le Alpi e i Pirenei.
    L’espansione della popolazione balcanica, la più numerosa di tutta l’Europa, ha ormai raggiunto il confine italiano: i lupi si sono mossi dalle regioni orientali verso ovest, e questo lascia prevedere una rapida colonizzazione anche delle Alpi orientali.
    I lupi più piccoli e schivi diffusi nel nord Europa sono quelli che vivono in Italia e in Spagna.



    Continua...

    - Tratto da Amici di Casa -

    Tina.




















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    ariel.46
    Post: 229
    Sesso: Femminile
    00 31/03/2009 16:45

    I PROGETTI PER IL SUO RIPOPOLAMENTO E PER LA SUA SALVAGUARDIA.

    Operazione San Francesco (Progetto Lupo).
    Nel 1970 il WWF, in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo, ovviò la prima ricerca scientifica sullo studio della biologia del lupo.
    L’obiettivo del progetto era definire la consistenza e la distribuzione del lupo in Italia.
    L’operazione fu affiancata da una campagna di sensibilizzazione ed educazione delle popolazioni locali; venne inoltre creata un area faunistica, a Civitella Alfedena, dedicata al lupo.
    Il lavoro del WWF proseguì nel 1975 con il monitoraggio delle popolazioni di lupo nel Parco della Maiella, dove furono catturati e marcati con radiocollari alcuni esemplari.
    Nel 1976 fu ottenuta la protezione legale del lupo, a cui seguì un decreto ministeriale per divieto delle esche avvelenate.
    Grazie a quest’operazione e a una serie di circostanze favorevoli, fra cui la diminuzione della presenza dell’uomo in montagna e l’aumento degli Ungulati selvatici, sue prede naturali, il lupo è potuto tornare a vivere nei suoi antichi spazi.



    IL PROGETTO “GRANDI CARNIVORI”
    E’ il progetto internazionale più importante per la conservazione dei grandi carnivori in tutta Europa, finanziato dal WWF internazionale in collaborazione con la Comunità europea.
    Il progetto è articolato da una serie di azioni di studio e di conservazione dei grandi carnivori (lupo, orso e lince) sull’arco alpino.
    L’obiettivo è quello di favorire un insediamento stabile delle popolazioni su tutto l’arco alpino, attraverso campagne di sensibilizzazione nelle aree di potenziale presenza dei carnivori e all’uso di strumenti informatici per il monitoraggio degli animali.
    Il progetto comprende anche azioni per limitare i danni al bestiame, come l’addestramento e la distribuzione agli allevatori di cani da pastore.



    IL PROGETTO BANCA GENETICA DEL LUPO.
    E’ un progetto intrapreso dal Corpo Forestale dello Stato Italiano con l’intento di allevare in cattività esemplari di lupo di accertata provenienza italiana.
    L’integrità genetica del lupo è purtroppo oggi minacciata.

    LE ISTITUZIONI CHE LO DIFENDONO.
    Il lupo è protetto in Europa dalla Convenzione di Berna (che si occupa dal 1979 della conservazione delle piante e degli animali selvatici europei).
    Vi sono tuttavia paesi europei (Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Spagna e Turchia), che pur avendo sottoscritto la Convenzione di Berna, non lo proteggono.
    A livello mondiale il lupo è protetto dal Cites (Convenzione stipulata nel 1973 a Washington che si occupa del commercio internazionale delle specie in via di estinzione) come animale potenzialmente minacciato di estinzione e viene quindi incluso nell’Allegato 2.
    Per i paesi come il Pakistan, India e Nepal il lupo compare nell’Allegato 1 della Cites, tra le specie particolarmente a rischio.
    E’ proprio in questi paesi che vive il lupo indiano (canis lupus pallipes) oggi in grave pericolo.



    UN ANIMALE CHE VIVE IN BRANCO.
    Il lupo vive all’interno di un branco le cui dimensioni dipendono dalla disponibilità di prede e di spazio.
    In Italia, dove le grandi prede sono scomparse per la caccia, i branchi sono composti da nuclei famigliari che ogni anno si dividono per poi costituirsi l’anno successivo con l’arrivo dei cuccioli
    Nelle aree dove sono stati reintrodotti grossi ungulati selvatici (cerci e caprioli) è possibile osservare branchi di 6-7 individui adulti; solo nel Nord America, dove gli spazi son più ampi, vivono gruppi di 22-23 lupi.
    La struttura sociale del branco si basa su una precisa gerarchia in cui domina il maschio seguito dalla femmina dominante del gruppo e poi dai giovani lupi e dai piccoli.
    I componenti del branco cacciano, allevano i piccoli e difendono il territorio collaborando fra loro: ogni individuo ha un preciso ruolo che si manifesta in termini d’iniziativa (caccia, difesa del territorio) e di privilegio (nel riprodursi e nel mangiare).



    NASCONO 4-6 CUCCIOLI PER PARTO.
    Il lupo raggiunge la maturità sessuale intorno ai due anni d’età.
    L’accoppiamento avviene da dicembre a marzo.
    La gestazione dura circa 57-63 giorni dopo i quali la femmina partorisce dai 4 a 6 cuccioli alla volta.
    Il parto avviene sempre in una tana opportunamente scavata nel terreno o ricavata nelle rocce.
    I piccoli aprono gli occhi do 11-12 giorni e fino ai 35-45 giorni di vita si nutrono del latte materno.
    In seguito l’alimentazione è integrata con la carne premasticata e semidigerita dei genitori, poi rigurgitata e somministrata ai piccoli.
    A 3-4 mesi di vita sono in grado di masticare la carne, ma è solo dopo i 6 mesi che impareranno dai genitori a cacciare le prede.
    A un anno sono completamente autonomi e la scelta di allontanarsi dal branco di origine è legata alla disponibilità alimentare o all’esigenza di trovare una femmina.
    Il lupo è un animale che caccia in branco di notte con grande astuzia.
    Si avvicina alla preda senza mostrarsi e quando questa fugge la rincorre velocemente anche per centinaia di metri.
    Il lupo uccide le sue prede, i corsa, afferrandole al collo o alla nuca.



    I SEGNI DELLA SUA PRESENZA.

    Orme.
    E’ possibile avvistare le sue grandi orme sui terreni fangosi o sulla neve.
    Sono simili a quelle dei cani selvatici, ma sono riconoscibili dalle dimensioni di strette (circa 6 cm), e più lunghe (9-10 cm); si notano inoltre i segni di unghie appuntite e regolari.

    Escrementi.
    Il lupo demarca il suo territorio con gli escrementi che sono generalmente deposti su grandi massi o all’incrocio dei sentieri.

    Prede.
    In natura è possibile trovare i resti delle sue prede azzannate alla gola e uccise per soffocamento.

    Ciuffi di peli.
    Il ritrovamento di piccoli ciuffi di pelo del mantello del lupo, il cui colore varia a seconda della stagione,sono un altro segnale del suo passaggio.




    - Tratto da Amici di Casa -

    Tina.




















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    antonio-8
    Post: 27
    Sesso: Maschile
    00 04/06/2009 01:03
    ecco chi si interessa di lupi.
    Qui in Friuli ne sono stati avvistati pochi ai confini con l'Austria, ma anche alcuni sciacalli.
    Questi ultimi sono molto schivi, furtivi, difficile da seguire,
    solo un bravo scout (nel senso di ricercatore di pista o trapper) riesce a trovare tracce di pelo, feci, avanzi di cibo.
    A vederlo è stato solo un amico guardia forestale, ma è stato un lampo, un'ombra silenziosa e furtiva non vicina, in mezzo le montagne di Tarvisio (UD).
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    antonio-8
    Post: 27
    Sesso: Maschile
    00 04/06/2009 01:10
    cani rinselvatichiti
    questa situazione purtroppo è una piaga.
    Un mammifero che non è nato in libertà ma costretto in libertà senza recepire le regole del mondo selvatico.
    Ecco perchè un cane domestico rinselvatichito fa più danni che conservazione della specie o selezione naturale.
    Nel mondo naturale animale, un cane rinselvatichito non ha nessuna collocazione scientifica.
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    antonio-8
    Post: 27
    Sesso: Maschile
    00 08/06/2009 15:29
    differenza tra i cani rinselvatichiti e lupi
    tra i due mammiferi ci sono sostanziali differenze.
    I cani ritornati allo stato selvatico, erano cani che avevano contatti con l'uomo, lo conoscono bene e sanno di poter mangiare attorno alle case di campagna.
    Ecco perchè un branco di cani rinselvatichiti potrebbe attaccare un gregge di pecore, ucciderne qualcuna e ferirne una decina, conoscono bene l'uomo e gli altri cani che gli sono fedeli.
    Intanto c'è da scrivere come sono ritornati selvatici.

    Abbandonati dai padroni in mezzo le campagne disperse lontani dalla città, dovranno pur cibarsi.
    La prima volta si avvicineranno scodinzolanti al pollaio anche se vi è un contadino.
    Quest'ultimo li caccia via a pietrate, a randellate fino a quando la bestia scappa.
    Ecco già ha acquisito che il nuovo uomo lo bastona, il cane lo teme ma deve pur mangiare il quadrupede.

    Insomma non mi posso dilungare,

    in alcuni casi si è visto come alcuni cani, già da lontano vedendo una figura umana, partivano a razzo e correvano per km.
    [Modificato da antonio-8 08/06/2009 15:30]
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    antonio-8
    Post: 27
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    00 08/06/2009 15:37
    io personalmente
    io personalmente ho visto un bel gruppo di pastori tedeschi, bellissimi, dal manto molto bello da mostra,
    ero sul fiume Tagliamento ad osservare un nido di falco pellegrino col binocolo.
    Ero seduto dentro un cespuglio.
    In mezzo al fiume prima vedo arrivare un pastore tedesco, guarda in giro, annusa l'aria e va via.
    Ritorna con due cuccioli e una femmina.
    Ero nascosto dentro un cespuglio, li ho osservati per 20 minuti circa.
    Annusavano l'aria, poi puntavano la vista su me che ero nascosto.
    Mi sono scocciato a vederli fermi li, sono uscito e mi hanno visto.
    Tento un richiamo, dopo 10 secondi circa partono a razzo tutti 4.
    Li ho seguiti col binocolo per svariati km sul letto del fiume.
    Hanno corso tanto che col binocolo li vedevo piccoli
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    antonio-8
    Post: 27
    Sesso: Maschile
    00 08/06/2009 15:45
    come ho scritto sopra, questa è la tipica esperienza dei cani rinselvatichiti.
    Sono schivi come il lupo, cercano in tutti i modi di non avvicinarsi alle case almeno finchè è giorno, da lontano cercano di annusare l'aria in modo da capire tutti gli odori e suoni.
    Il cibo lo cacciano per predazione come i lupi, ma la differenza è che i lupi attaccando in branchi, sanno come uccidere subito la preda, azzannandola per la gola fino a soffocarla;
    Il cane attaccando da solo o in branco non uccide la preda ma la dilania con morsi in tutti i punti cui arriva ad azzannare, che siano zampe, coda, garretti, garrese, cosce, testa, insomma dove morde non molla e dilania.
    In alcuni casi si sono visti attacchi di cani a caprioli.
    Quest'ultimi erano morsi da tutte le parti, azzannati a sangue e carne viva, mezzi mangiati ma ancora non morivano.
    La forestale di Belluno ha avuto un bel da fare con i malamute e gli Huski.
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    antonio-8
    Post: 27
    Sesso: Maschile
    00 08/06/2009 16:09
    anni fa
    anni fa quando era di moda il cane da slitta, Huski, Malamute,
    tutti avevano questo cane, bellissimo, ma con tutto quel pelo......povero in città soffre, poi non parliamo in appartamento.......
    Passata la moda finito il cane, e dove lo possono buttare il quadrupede?
    L'allevatore ha preso i suoi soldi e non lo vuole indietro, il canile è una buona soluzione ma per poco tempo, e dopo il padrone non si fa più vedere e non riprende il cane.
    Allora a chi lo do sto cane?
    Ecco così hanno ragionato quei disgraziati farabutti che hanno seguito la moda del momento e dei cani.

    Semplicemente li hanno abbandonati in montagna.
    Si erano creati dei veri branchi di cani nordici su per le montagne di Belluno e dintorni.
    Siberian Huski, Malamute, cane di tipo nordico primordiale con tracce primitive.

    Praticamente un cane un pò primitivo indipendente.
    Lasciato solo abbandonato in montagna il quadrupede ha cominciato a cibarsi di animali che riusciva ad azzannare.
    Ma si è visto che erano ritornati veri e propri lupi.
    Stringevano la preda fino a farla cadere in un burrone o l'accerchiavano e tutti l'azzannavano.
    La Forestale di Belluno, visto i troppi danni a caprioli che c'erano, addirittura come scritto sopra, alcuni caprioli non li ammazzavano nemmeno, la dilaniavano e ne mangiavano le carni mentre era ancora viva.
    Si è deciso di abbattere questi cani rinselvatichiti che creavano troppo danno e nella scala zoologica non vi è collocazione per un mammifero cane rinselvatichito.
    In alcuni casi sono stati avvistati questi cani da lontano che come i lupi si azzuffavano per una femmina.
    Alcuni capi sono scappati alla caccia di selezione, caccia mirata all'uccisione dell'animale dopo una lunga osservazione sul campo della bestia da abbattere.
    Che fine hanno fatto?
    Semplicemente scomparsi, mai più visti nei siti di nutrizione ed osservazione, tanto che nelle carcasse di carne cui si sperava che ritornassero per osservarli ed abbatterli, andavano a mangiare i Tassi; è questa è una buona notizia.