Anemia infettiva equina
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CAVALLI AFFETTI DA ANEMIA INFETTIVA, LAV DENUNCIA, ANCORA DISINFORMAZIONE
Vigilanza su "abbattimenti facili". 8 luglio 2008 - Sei mesi dopo l'emanazione della Nota del Ministero della Salute - Direzione Generale della Sanità Animale (Nota del 31 gennaio 2008), con la quale è stato ufficialmente chiarito che i cavalli sieropositivi all’anemia infettiva equina possono vivere insieme senza che ciò implichi un aumento del rischio di diffusione dell’infezione definendo “auspicabile che venga favorita la convivenza di più soggetti di pari stato sanitario", la LAV rileva purtroppo come siano ancora in larga parte presenti atteggiamenti di chiusura nella gestione dei cavalli sieropositivi a questa infezione; atteggiamenti che appaiono incomprensibili ed ingiustificabili in una valutazione scientificamente rigorosa della tematica e che conducono all’erronea convinzione che l'abbattimento di questi ultimi sia l'unica soluzione perseguibile.
Tali convincimenti, fatti propri da una larga rappresentanza del personale appartenente ai Servizi Veterinari pubblici, non permettono - secondo la LAV
- la circolazione di una corretta informazione in materia verso quella parte della popolazione che, a vario titolo, è in contatto con il mondo equestre o opera in esso, creando inutili allarmismi.
Non dobbiamo poi dimenticare che i pareri espressi da organi istituzionali, quali ad esempio il Centro di referenza per l'anemia infettiva degli equidi di Pisa, che operano in stretto contatto e per conto del Ministero della Salute, possono avere un peso determinante nell'orientamento delle disposizioni da emanare.
“Le prime risultanze di un monitoraggio, ancora in corso, sui 126 casi di AIE del primo semestre 2007 (a fronte di 245 focolai denunciati nel periodo Gennaio-Novembre 2007 e citati nella Gazzetta Ufficiale N. 14 del 17 Gennaio 2008), parlano purtroppo di abbattimenti, talvolta mascherati da interventi di eutanasia per patologie inguaribili, oppure di avvio alla macellazione dei cavalli confermati positivi – dichiara Sergio Marzini, volontario LAV e referente per l’anemia infettiva equina all’interno del progetto Amici dei Cavalli – Tale pratica è facilmente spiegabile se si considerano le forti pressioni esercitate sui possessori dei cavalli sieropositivi, affinché ne autorizzino la macellazione, e la legislazione attuale che, pur apprezzandone alcune aperture, non agevola i proprietari che hanno optato per il mantenimento in vita dei propri cavalli.”
“Nel ribadire che sarà mantenuta alta l'attenzione su eventuali abbattimenti di cavalli sieropositivi, per verificare eventuali violazioni alla legge 189/2004 in materia di maltrattamento e uccisione di animali, faremo quanto nelle nostre possibilità per favorire l'emanazione di leggi meno penalizzanti, soprattutto nei confronti dei cavalli sierologicamente positivi ma asintomatici, che rappresentano la stragrande maggioranza dei casi – dichiara Sonny Richichi, responsabile nazionale del settore Equidi della LAV e coordinatore del progetto Amici dei Cavalli – In considerazione anche della crescente importanza che il cavallo sta acquisendo nella sfera affettiva della collettività.”
L'anemia infettiva equina è una malattia a decorso variabile, acuto o cronico, caratterizzata da febbre intermittente, anemia, deperimento progressivo ed infezione persistente per tutta la vita dell'animale.
Può trasmettersi attraverso sangue, latte, colostro, seme, urine e placenta, nonché attraverso strumenti infetti. Per le particolari caratteristiche del virus che ne è responsabile, essa nella maggior parte dei casi è asintomatica (il cavallo infetto ha una vita regolare) e la sua trasmissibilità è molto bassa.
Ricordiamo che LAV e Fondazione Flaminia da Filicaja (Montaione, Firenze) hanno avviato il Progetto Amici dei Cavalli (www.amicideicavalli.org), che ha tra i suoi scopi quello di migliorare la vita di cavalli e altri equini sia attraverso controlli sul territorio sia attuando un programma di recupero psicofisico di cavalli maltrattati e sottoposti a sequestro. Il progetto Amici dei Cavalli si avvale, per la formazione dei propri volontari, di docenti universitari, esperti di diritto ed etologi.
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