00 22/10/2009 11:30
Arriva il «patentino» per i proprietari

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L'esperto: «Troppo spesso dietro gli incidenti ci sono animali gestiti malissimo»

«Non si sceglie un cane perché è di moda»
Arriva il «patentino» per i proprietari

Martedì la presentazione a Roma. Sarà rilasciato su richiesta e attesterà le capacità dei padroni


Un pittbull, una delle razze di cani difficili da gestire che richiede una adeguata competenza da parte del proprietario (Fotogramma)MILANO - Il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, presenterà martedì l'atteso «patentino» per i possessori di cani. Un documento che dovrebbe essere su base volontaria e che attesterà non tanto le abilità del cane, quanto la capacità acquisita del suo padrone a gestire un rapporto tra uomo e animale, a volte problematico.
AGGRESSIONI E EDUCAZIONE - «Il patentino nasce per venire incontro a un'esigenza che la popolazione sente», spiega Pasqualino Santori, presidente del Comitato di Bioetica veterinaria di Roma, che ha contribuito a preparare l'iniziativa delineandone le linee guida. «Un'esigenza nata dalle notizie di aggressioni e ferimenti da parte di cani, che pur essendo in numero statisticamente poco rilevante, hanno contribuito a diffondere una certa apprensione tra la gente». Santori ricorda come ogni razza di cani «esiste per certe necessità» ed è un errore quando si sostituisce la «cultura storica con il consumismo». Non si può scegliere un cane - sottolinea il veterinario - sulla base di quanto sia di moda o di quanto ci faccia fare bella figura quando lo portiamo a passeggio: «È un approccio sbagliato alla tipologia di cane».
IL RUOLO DEI PADRONI - Santori sottolinea poi come «un cane non possa essere lasciato a se stesso», ma come abbia «bisogno di un'educazione». E anche come siano colpevoli certe «disattenzioni» dei padroni che devono cogliere e saper contrastare «già le prime manifestazioni di comportamenti problematici dei loro cani», come a esempio dei «ringhi fuori contesto». Spesso, conclude l'esperto, gli incidenti sono determinati dal fatto che si tratta di cani «gestiti malissimo», come nel caso, recentemente accaduto, di cani in branco rinchiusi e scarsamente curati, per di più in un recinto dove un bambino poteva facilmente entrare.
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