Mostro di Panama
la paura del diverso
Gridano al mostro. Su You Tube circolano le sue immagini. Partono gli interrogativi. E’ uno strano essere senza peluria che è stato avvistato e ucciso da 5 ragazzini presso il lago di Cerro Azul vicino Panama. Eppure a noi non fa paura, ma solo tanta tenerezza.
Sono in 5, anno un età compresa tra i 14 e i 16 anni. Stanno facendo una gita al lago con le loro famiglie a circa 20 chilometri da Panama presso il lago di Cerro Azul, un piccolo specchio d’acqua circondato da tanta vegetazione rigogliosa.
Mentre camminano su scogli lambiti dalle acque chete del lago, avvistano un “essere” di poco più di mezzo metro. Ha braccia lunghe e un corpo arrotondato, senza peli, con un lungo collo che termina con una strana testina con rotondi occhi sporgenti. Dicono che l’essere gli andava incontro minaccioso. Raccontano di essersi spaventati alla vista di quel “qualcosa” che non comprendevano, che aveva una aspetto terrificante, ma che soprattutto era sconosciuto ai loro giovani occhi. Così non ci hanno pensato un attimo e hanno cominciato a lapidarlo, grossi sassi scagliati contro quella creatura incapace di difendersi. Poi hanno pensato bene di completare il loro lavoro bastonandolo e riducendolo in fin di vita in pochi minuti.
Appena sono arrivati i genitori hanno ripreso la scena e l’hanno messa su You Tube. Poche ore e il filmato ha fatto il giro del mondo.
“Il mostro di Panama”, “Il golum del Centramerica”.
Sarà. Ma a noi sembra solo un bradipo senza peluria, forse per una malformazione o peggio ancora per uno scherzo e cosa ancora più raccapricciante, per la maledetta abitudine di utilizzare la loro morbida pelle rosa per le selle.
Il bradipo è un animale tipico del centro e del Sud dell’America. Un animale che si ciba di sole piante, che vive a rallentatore passando da un albero ad un altro e conducendo una vita solitaria. Scende una volta a settimana dagli alberi per espellere le sue feci, e in quei momenti si dedica alla vita sociale incontrandosi con gli altri esemplari della specie nei comuni bagni pubblici.
Vegetariano, contro ogni tipo di manifestazione violenta, rispettoso degli spazi altrui. In perenne ozio. Magari quell’esemplare era soltanto malato, oppure è nato deforme. Magari non sapeva neanche di essere diverso dagli altri. Nelle sue poche uscite avrà notato che anche i suoi simili stavano alla larga, e avrà pensato che forse è così che va la vita. Magari quando si è specchiato nelle acque del lago e ha notato di essere calvo, avrà pensato che erano gli altri ad essere strani con tutti quei peli che gli coprono gli occhi. O forse era consapevole di essere diverso, si sarà sentito per tutta la vita un brutto anatroccolo, avrà provato le sensazioni del gobbo di Notredame, o avrà macinato la rabbia di Frankenstein.
Insomma, diverso. Quel tipo di diversità che ti fa emarginare, che spaventa, che incute sospetto.
Una diversità, che a volte, uccide. (Michela Ascione)
(22 settembre 2009)
Gialli.it
Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.
Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"
Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè