00 16/12/2009 20:01
Volontari da tutta Italia per l'iniziativa Lipu-Bird Life contro la pratica dell'uccellagione

CAGLIARI - Ventisei sentieri per l'uccellagione smantellati, oltre 13mila trappole per catturare merli, tordi e pettirossi distrutte, così come 81 lacci in cavi d'acciaio per la cattura di cinghiali, gatti selvatici e cervi e otto reti per l'uccellagione illegale. È il bilancio del campo antibracconaggio svolto nelle scorse settimane dalla Lipu-BirdLife Italia per combattere il vasto fenomeno della cattura illegale di uccelli e di mammiferi in provincia di Cagliari.

CONTRASTO AI BRACCONIERI - Cinquantadue volontari, provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento nei boschi del Basso Sulcis, teatro di una attività illegale cruenta e molto redditizia per gli uccellatori: nel mirino dei bracconieri soprattutto specie di uccelli come merlo, tordo bottaccio, pettirosso, verdone e codirosso, alcune delle quali (soprattutto i tordi) rivendute, nonostante i divieti, a macellerie e ristoranti locali. Questi ultimi utilizzano tali specie per la preparazione di piatti tipici, in particolare quello delle «Grive», composto da otto uccelli messi a macerare e bollire in foglie di mirto.

TRAPPOLE DISTRUTTE - Anche quest'anno i volontari, che hanno distrutto in media 521 trappole per ogni sentiero dell'uccellagione percorso, non si sono limitati a questa attivitá, ma hanno dato un notevole contributo per l'individuazione e la denuncia penale degli «uccellatori». Alcune microcamere piazzate sugli alberi, infatti, hanno ripreso complessivamente tre di essi nell'atto di recuperare la preda catturata con le trappole. Contro di loro la Lipu ha sporto denuncia per il reato di uccellagione al Comando dei Carabinieri di Capoterra, cui compete l'identificazione ed il deferimento all'autorità giudiziaria.

I DANNI DELL'UCCELLAGIONE - «L'uccellagione - spiega in una nota Giovanni Malara, coordinatore del campo antibracconaggio LIPU in provincia di Cagliari - provoca gravissimi danni al patrimonio faunistico sardo, in quanto colpisce in maniera indifferenziata tutte le specie, senza effettuare alcuna selezione. Rimangono così intrappolati uccelli stanziali, anche appartenenti a specie autoctone della Sardegna, indipendentemente dalla loro dimensione e commestibilità». Durante i controlli effettuati i volontari della Lipu, coadiuvati da un piccolo gruppo di attivisti dell'associazione tedesca Komitee, infatti, hanno ritrovato appesi alle trappole in crine di cavallo persino due splendidi esemplari di Sparviero (Accipiter nisus), uccelli rapaci e quindi particolarmente protetti dalla legge. La Lipu non si è limitata allo svolgimento di azioni di protezione attiva.


11 dicembre 2009
corriere della sera [SM=x1169380]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè