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Un decalogo per evitare truffe e raggiri. «Anche i cittadini facciano la loro parte»
MILANO - Sono almeno 2 mila i cuccioli importati illegalmente dall'est che vengono scoperti ogni anno in Italia. Ma sono solo la punta di un iceberg di un fenomeno di proporzioni assai vaste e su cui ha messo gli occhi anche la criminalità organizzata. «E' un business dal grande potenziale economico - spiega Ugo Mereu, comandante del comando regionale di Milano del Corpo forestale dello Stato - e come tutte le attività illecite ad elevato valore aggiunto, e questa lo è se si considera che un cane acquistato a 50 euro in Ungheria viene poi rivenduto a 600 in Italia, solletica gli interessi delle grandi organizzazioni malavitose. E' un giro d'affari potenzialmente paragonabile a quello dello spaccio di stupefacenti, ma con in più il vantaggio di un rischio minimo». Basti pensare che per il traffico di animali oggi non si finisce in carcere e che le irregolarità sono comunque molto difficili da dimostrare. Per capire quanto sia redditizio, si deve considerare che solo una metà dei cuccioli importati di solito sopravvive: muoiono per denutrizione, per le difficili condizioni di trasporto, a volte si soffocano tra di loro negli angusti spazi delle gabbiette. «Ma i trafficanti - sottolinea ancora il comandante Mereu - non se ne preoccupano: quello che ricavano dalla vendita dei cuccioli superstiti è più che sufficiente per ripagarli del minimo sforzo compiuto».

NUMERI DA VERTIGINE - Il fenomeno è di proporzioni colossali. Basti pensare che l'importatore identificato dagli investigatori bresciani esegue trasporti a cadenza settimanale, introducendo in Italia almeno 50 cuccioli per volta. Le 30 perquisizioni e i 15 casi che hanno portato ad altrettanti deferimenti all'autorità giudiziaria sono il risultato dell'attività investigativa svolta su uno solo di questi trasporti. Se solo si ipotizzasse di moltiplicare questi numeri per le centinaia, o forse migliaia, di trafficanti che operano nel settore - e che sono sempre in aumento -, i risultati sono da vertigine. «Per fortuna però i nostri nuclei territoriali stanno riuscendo sempre più a contrastare il fenomeno - evidenzia Francesca Sapigni, vice questore aggiunto presso il comando di Milano - merito anche di una maggiore sensibilità da parte dei cittadini che hanno iniziato a denunciare gli episodi sospetti. Negli ultimi tre anni c'è stata una crescita esponenziale delle segnalazioni. A volte veniamo contattati dalle associazioni di tutela degli animali che operano sul territorio, ma sempre più spesso sono i comuni cittadini a denunciare illeciti e possibili violazioni. Ci chiamano anche per segnalare maltrattamenti a cui hanno assistito nel corso di trasmissioni televisive».

CONCORRENZA SLEALE - La Forestale ha un apposito nucleo investigativo, il Nirda, istituito due anni fa, per perseguire proprio i cosiddetti «reati in danno agli animali». Cristina Avanzo è la dirigente a capo di questa equipe specializzata che ha la propria sede centrale a Roma e distaccamenti in tutto il territorio nazionale. «Quello del traffico di cuccioli è un fenomeno internazionale - spiega - che ha ripercussioni molto forti sul settore. Un cane di razza costa mediamente attorno ai 1.200 euro; l'immissione sul mercato di animali venduti a meno della metà crea forme di concorrenza sleale che danneggiano gli allevatori seri». Anche gli acquirenti spesso hanno un ruolo in questo proliferare di traffici illeciti. Comprare animali sottobanco con il solo intento di risparmiare ma ben sapendo che qualcosa di irregolare ci deve essere equivale ad essere complici.

IL «DECALOGO» - La Forestale ha stilato un decalogo che permette anche a chi si trova per la prima volta alle prese con un cucciolo di agire correttamente e di avere gli strumenti per contrastare a posteriori eventuali truffe ben camuffate. «A spingere il mercato - dice ancora la dirigente del Nirda - è il desiderio di avere un cane di razza a un prezzo decisamente lontano da quello praticato dagli allevatori seri. Bisogna capire, però, che non si può commettere un reato solo per risparmiare. I canili, poi, sono pieni di cani sani, vaccinati e rigorosamente controllati che stanno solo aspettando di essere adottati. E anche se a volte si stenta a crederlo, molto spesso si tratta proprio di cani di razza». I controlli sono stati intensificati in questo periodo natalizio. «Un animale però non è un giocattolo - commenta in conclusione Cristina Avanzo -. Non può essere solo un regalo di Natale: quando si decide di accoglierlo in casa, questo è per tutta la vita».

Alessandro Sala
16 dicembre 2009(ultima modifica: 18 dicembre 2009)
da corriere.it



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè