Anticorpi umani prodotti nelle piante, una rivoluzione verde
Il Pensiero Scientifico Editore - Lun 22 Gen
Sono state prodotte proteine molto simili per struttura ed efficacia ad anticorpi umani nei semi di Arabidopsis thaliana, una pianta annuale o biennale usata spesso come organismo modello per le scienze vegetali . Questo interessante risultato è stato ottenuto dagli scienziati del Flanders Interuniversity Institute for Biotechnology dell'università di Ghent, in Belgio.
Adoperare piante, in particolar modo i semi, per produrre proteine utili all'uomo potrebbe essere una strategia alternativa, poco costosa, ai metodi attuali di produzione di farmaci. Un gran numero di medicinali viene prodotto con l'aiuto della biotecnologia, modificando geneticamente cellule di batteri, lieviti o animali in grado di produrre proteine umane. Queste proteine sono poi purificate e somministrate nei farmaci.
Questi metodi hanno una limitata capacità di produzione e costi molto elevati soprattutto a causa della necessità di un laboratorio molto ben equipaggiato. D'altra parte le piante offrono diversi vantaggi. Innanzitutto non necessitano di laboratori dotati delle ultime tecnologie, il che farebbe diminuire i costi dalle 10 alle 100 volte. In secondo luogo è possibile ottenere senza costi aggiuntivi e in maniera relativamente semplice una produzione su larga scala.
Utilizzare i semi offre un ulteriore vantaggio, quello di poter conservare gli anticorpi prodotti fino al momento del bisogno. Nei semi, infatti, le proteine vengono conservate molto a lungo senza perdere la loro efficacia, cosa che non avviene, ad esempio, utilizzando le foglie. Qualche anno fa gli stessi ricercatori belgi erano riusciti a produrre un tipo di anticorpo molto semplice. Oggi hanno invece prodotto anticorpi più complessi in larghe quantità, corrispondenti a circa il 10 per cento delle proteine del seme.
Gli scienziati si sono anche premurati di verificare l'efficacia di questi anticorpi prodotti nelle piante con diversi test su numerosi batteri e virus, tra cui quello dell'epatite A, non notando alcuna differenza con gli anticorpi umani nel grado di protezione. Produrre le componenti dei farmaci con questo nuovo metodo, potrebbe abbattere il costo di molte terapie, anche in campo oncologico, e renderle disponibili per un maggior numero di pazienti.
Fonte: Van Droogenbroeck B, Cao J et al. Aberrant localization and underglycosylation of highly accumulating single-chain Fv-Fc antibodies in transgenic Arabidopsis seeds. PNAS 2007; doi:doi/10.1073/pnas.0609997104
caterina visco
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