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Tre cani morti avvelenati in un parco di Roma

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2007 00:51
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Sesso: Maschile
18/06/2007 12:40
 
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TRE CANI MORTI AVVELENATI IN UN PARCO DI ROMA
Un bastardino e' ricoverato.

Da Animali e Animali

18 giugno 2007 - C'e' allarme, a Roma, tra i padroni dei cani, e piu' in generale tra le persone che amano gli animali, per quanto sta avvenendo all'interno del Parco di Monte Mario, dove ci sono stati casi di avvelenamenti ai cani.
In particolare sono gia' tre i cani morti - un pastore tedesco, una cagnetta meticcia, e un Breton da caccia - mentre un meticcio e' ricoverato in gravi condizioni, dopo aver leccato, stamani, pezzi di salsicce velenose.
Secondo i primi accertamenti dei veterinari dello Zoo-Ospedale Forlanini, le esche contenevano o stricnina o veleni erbicidi. I carabinieri della compagnia Trionfale, allertati dai padroni dei cani stanno raccogliendo elementi utili a capire la situazione.
Per il reato c'e' la procedibilita' d'ufficio: bisogna accertare, spiegano i militari, se l'ingestione e' avvenuto proprio nel parco di Monte Mario, che e' gestito dall'ente Roma-Natura o nel giardino del vicino istituto Don Orione, una proprieta' privata il cui cancello pero' e' spesso aperto.
Per provare che ci sia stato il dolo (e non si tratti ad esempio delle esche utilizzate per la derattizzazione) bisogna aspettare gli accertamenti chimici e gli esami sugli animali.
Intanto l'Ufficio diritti degli animali del Comune di Roma sta allestendo cartelli informativi per i proprietari degli animali che frequentano il parco,invitandoli a mettere ai cani le museruole. Ai padroni dei cani si suggerisce anche di visitare il sito www.bocconiavvelenati.it. Un'accurata indagine 'per ricercare le cause di questo grave incidente' e' richiesto dal capogruppo di An alla Provincia di Roma, Piergiorgio Benvenuti.
(ANSA)

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


18/06/2007 13:02
 
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Il problema delle polpette avvelenate c'è un pò ovunque, anche nel parco vicino a casa mia.
Credo che a chi metta le esche avvelenate non dia fastidio il fatto che i cani vengono portati al parco ma penso che vogliano semplicemente uccidere per divertimento.
Non solo gli animali hanno poco verde in cui correre ma adesso non è più nemmeno un posto sicuro.
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Post: 1.436
Sesso: Femminile
22/06/2007 00:51
 
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Non lo so se a questa gente diano fastidio i cani o no. So solo che la morte per la stricnina è in assoluto una delle più atroci che ci siano, e non la augurerei a nessuno.... [SM=x1169397]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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