PET THERAPY, A NAPOLI IL PUNTO SULLE NUOVE REALTA' DI CURA
Intervento della dottoressa Francesca Cirulli.
Da
www.animalieanimali.it
6 luglio 2007 - E' l'Emilia Romagna la regione piu' all'avangurdia per l'utilizzo di animali a fini terapeutici, mentre la Campania e' fanalino di coda. I dati arrivano dall'Istituto Superiore di Sanita' che, visto il fiorire di iniziative in materia di Pet Therapy, ha effettuato una ricognizione delle attivita' svolte a livello nazionale. Ora Napoli e la Campania intendono recuperare il terreno perduto: anche per questo motivo e' stato organizzato oggi in citta' un convegno di specialisti.
A raccontare diffusione e utilizzo della Pet Therapy nel nostro paese e' stata Francesca Cirulli, ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanita', reparto di Neuroscienze comportamentali, al convegno 'PetTherapy, una nuova realta' terapeutica', confronto organizzato dall'associazione italiana Cultura Cinofila 'BauHouse'. Moderati dal professore Raffaele Calabro', ordinario di Cardiologia della Seconda universita' di Napoli, hanno partecipato al dibattito Sergio Papalia, dirigente dell'ufficio Benessere Animale del ministero della Salute, Gabriella Bernini, coordinatore regionale di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale Meyer di Firenze, Pasqualino Santori, presidente del comitato Bioetica per al Veterinaria, Marcello Galimberti, presidente Aiuca-Delta Society Pet Partners, Gerardo Rotella, psicologo e psicoterapeuta respondablie diurno del gruppo Riacam.
Per Cirulli la Pet Therapy e' utile, funziona, ma purtroppo non e' ancora una realta' strutturata. Oltre al Meyer di Firenze e il Gaslini di Genova, entrambi ospedali pediatrici, sono poche le strutture che sperimentano gli animali a fini terapeutici: 'Ci sono molte esperienze - ha detto Cirulli - ma le sperimentazioni si contano sulla punta delle dita'. In Campania il fenomeno sta esplodendo ora, mentre la regione dove sono davvero tante le iniziative e' l'Emilia Romagna ma anche qui 'non ci sono delle strutture ospedaliere che le raggruppano'.
E' per questo che l'Istituto Superiore di Sanita' sta censendo la realta' italiana per poi definire delle linee guida, delle regole per una buona strutturazione di queste terapie.
'Non e' facile - ha spiegato Cirulli - la realta' e' composita, ci sono tante regioni e ogni regione ha le sue leggi e i suoi finanziamenti. Noi come istituto cerchiamo di porci come raccordo per omogeneizzare i critun periodo di riabilitazione in cui l'aiuto di un cane puo' servire sia per fare un po' di attivita' fisica in piu' sia per creare uno stato di maggiore serenita' e benessere che comporta una diminuzione della pressione arteriosa e della pressione cardiaca'.
Sicuramente, pero', un animale puo' essere fondamentale per le patologie psichiatriche, in particolare per i bambini autistici, e per gli anziani: 'In questi casi - ha concluso Calabro' - il rapporto con l'animale aiuta a uscire un po' da se stessi e aprirsi verso gli altri'.
(ANSA)
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