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Animali: C'è un eutansia? Confronto tra Cristiani e laici.

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2007 01:52
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22/07/2007 14:57
 
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C'e' una questione eutanasia per gli animali? L'interrogativo e' posto, in particolare, per chi e' costretto a prendere una decisione nel momento in cui si deve separare dal fedele amico a quattro zampe. Quella del distacco dall'animale domestico e' infatti un'esperienza dolorosa che coinvolge milioni di italiani che hanno scelto, il piu' delle volte, un cane o un gatto come componente della famiglia. Una riflessione, ossia un approccio laico alla questione, e' venuta da un veterinario, Stefano Cattinelli, che ha voluto mettere nero su bianco le sue esperienze di medico, per aiutare i colleghi ma anche i compagni di fido e fuffi a decidere che cosa fare quando ormai il destino dei piccoli amici e' segnato, sia per malattia sia per vecchiaia. Della condizione animale e del loro benessere si occupa anche il mondo religioso. E tra i due approcci, quello laico e quello religioso, emerge un comune denominatore: evitare l'accanimento terapeutico. ''Per noi cristiani le creature nascono per mano di Dio e vanno rispettate in quanto creature'' spiega padre Maurizio Giannotti, ordinario di bioetica all'Accademia alfonsiana di Roma. ''L'orientamento generale e' quello di tenere conto del dolore dell'animale: nessuna creatura esiste per la sofferenza - afferma padre Giannotti - ma quando le terapie sono costose e impegnative, oppure si prolungano per troppo tempo, l'animale deve essere sacrificato. Bisogna chiedersi: il nostro e' un amore vero o una proiezione egoistica? '' La stessa domanda che si e' posto molte volte, nell'esercitare la sua professione Stefano Cattinelli, veterinario, che ha voluto scrivere il libro 'Amici fino in fondo' per raccontare le sue esperienze. ''Quella della morte e' un'esperienza devastante nel rapporto fra uomo e animale - spiega Cattinelli - ma il veterinario in questo caso puo' svolgere il ruolo di congiunzione fra i due''. Un ruolo non facile. Secondo padre Giannotti bisogna stare attenti alla mentalita' dell'usa e getta: ''Una vita ha valore indipendentemente dai nostri bisogni - afferma il francescano - e un animale non e' un 'oggetto da consumare'. Gli animali spesso sono sfruttati dall'uomo per scaricare emotivita', ma questi grandi amici vanno anche rispettati''. Secondo Cattinelli ormai, ci sarebbe una certa tendenza alla 'puntura facile', mentre ce ne sarebbe veramente bisogno in un numero ridotto di casi. L'idea e' quella di attendere il corso naturale della vita dell'animale e non accanirsi, anche ricorrendo a metodi alternativi come i fiori di Bach. Questo costituirebbe un modo per elaborare meglio il lutto, che non dovrebbe essere caricato di significati che non ha: ''Se l'animale riempie altri vuoti emozionali - afferma il veterinario - come quello di un partner o di una famiglia che non c'e', oltre al vuoto dell'animale alla sua morte si aggiungera' anche quello che gli abbiamo chiesto di riempire''. Spesso infatti e' l'uomo a voler proiettare sull'animale i suoi bisogni affettivi. Quella di non prolungare penosamente l'esistenza e' la posizione di padre Giannotti, che ricorda come ''dal punto di vista della bioetica personalista noi riteniamo che la vita della persona abbia una valenza di assolutezza rispetto alla vita animale. Questo non vuol dire - spiega il francescano - che il dolore dell'animale sia trascurabile, e' un dolore di cui tenere conto. Se non puoi alleviarlo dobbiamo arrenderci e lasciarlo morire, anche dando una morte dolce''. ( Fonte: ANSA).

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25/07/2007 21:34
 
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non per essere la solita criticona ma quel farte dice "un animale non e' un oggetto da consumare".... dite che è vegetariano??? secondo me no, cmq...
questa è una discussione delicata che secondo me va vista di caso in caso, così come per gli uomini...

Guardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l'uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri vienti. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?
- Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"
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27/07/2007 01:52
 
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sono un po' irritata dalle parole di questi qui. [SM=x1169385]

E' normale, sono passate solo due settimane. [SM=x1169385]

ebbene, la mia testimonianza nuda e cruda: ESISTE un'eutanasia. Io per Akela non solo l'ho scelta, l'ho pretesa. Queste persone hanno mai visto davvero morire qualcuno? uomo o animale che sia?qualcuno?hanno mai visto il volto della norte, hanno sentito il fiato di chi non ce la fa più???

Non è una questione di religione. Secondo me no. Ho visto una lunga serie di eutanasie, e ho visto cani morire senza. In misura minore,perchè ero più piccola, ho visto i miei nonni e mio zio spegnersi lentamente senza. credetemi, si tratta di due morti completamente diverse.

L'eutanasia è un atto di carità! magari non cristiana, ma carità autentica. Quando uno davvero non può migliorare e può solo peggiorare, perchè mai dovrebbe soffrire finchè il dolore lo uccida? perchè lo ha deciso Dio? chi lo dice?

Prima della cosiddetta eutanasia si fa un'anestesia generale molto pesante. Il vostro... il mio animale era lì, che soffriva e non trovava aria e vomitava sangue. Me lo volevano tenere "in osservazione" ancora una notte (l'ultima!e non lo dicevo solo io)lì... ad ansimare, da solo, in gabbia (lui, che ci aveva già passato otto anni interi in gabbia!), a vomitare sangue, e a morire, perchè non ci arrivava alla mattina dopo. Aveva un tumore maligno velocissimo al polmone... dovevo aspettare che esalasse l'ultimo respiro nel sangue come ha fatto ai tempi mio nonno? no, per fortuna ce l'ho fatta. L'ho portato via.
era lì, dicevo, che stava svenendo per la mancanza di ossigeno. Era tra le mie braccia che lo avevano strappato alla gabbia, e lui aveva capito. Per un magico, splendido istante ho visto i suoi occhi trovare la pace. Lo vedo in tutte le eutanasie: non è una manifestazione del divino, è un "finalmente posso addormentarmi"... queste persone sanno che vuol dire non dormire a causa del dolore?
Lo stringevo, quando è arrivata la puntura definitiva che gli ha fermato il cuore.

Io la vorrei anche per gli umani una possibilità di morte tanto bella, se non fosse che i parenti se ne approfitterebbero senz'altro. Una morte tra le braccia di chi ti ha amato, una morte in cui ti addormenti dolcemente, in cui finalmente senti svanire il dolore.

Mi sono pentita di molte cose, durante la sua malattia. Ma l'eutanasia è davvero l'unica di cui non mi pento. E' vero: mi è capitato di pensarci... eri tu che non riuscivi più a vederlo soffrire o era lui a non riuscire più a soffrire? metterei una foto che risponderebbe al posto mio. Uno scheetro con quattro peli opachi addosso, gli occhi fuori dalle orbite per lo srorzo di trovare aria, il sangue che esce copioso dalla bocca e magari con il sonoro sentirebbero un rantolo inumano questi signori religiosi...un rantolo che farebbe venire a chiunque la voglia di fermarlo per pura pietà, un rantolo che mi ha accompagnata per notti intere, notti intere a non dormire con lui appesa a quel rantolo, un rantolo che ancora, ahimè, mi sogno.

Akela ha visto l'inferno su questa terra. lo aveva già visto. Che, dovevo per caso non risparmiargli le ultime sofferenze che per uno scherzo del destino sono state tanto atroci perchè il suo cuore era tanto perfetto, robusto e cocciuto? tutto il resto non funzionava! non bastava avere conosciuto botte, anni di gabbia, paura e ora anche malattia e sofferenza? Dio davvero voleva farlo soffrire così, e fino in fondo? lo meritava? ma neanche per sogno. scherzano, questi signori? non mi pento, nè mi pentirò delle eutanasie che farò in futuro, se c'è una possibilità di salvezza capisco il non farla, ma se non c'è basta, per carità, davvero, basta soffrire. A un certo punto, basta.

Scusate lo sfogo... [SM=x1169385]


Ah, volevo aggiungere giusto una robina piccola piccola...
''Se l'animale riempie altri vuoti emozionali - afferma il veterinario - come quello di un partner o di una famiglia che non c'e', oltre al vuoto dell'animale alla sua morte si aggiungera' anche quello che gli abbiamo chiesto di riempire''. Spesso infatti e' l'uomo a voler proiettare sull'animale i suoi bisogni affettivi.
Ebbene, eccomi qui. Aky è stato la mia famiglia che non c'era. E' stato il mio compagno di vita(come dice morwen). Ora lo piango forse un po' più di altri per questo. Ma è una colpa? che colpa ho commesso? Gli ho voluto bene dal più profondo del cuore, anche se lui mi ha amata di più. E' l'uomo a voler proiettare sugli animali i suoi bisogni affettivi? Ok. Ho proiettato su Aky, come ora faccio su Altair, i miei bisogni affettivi. Akela me li ha riempiti con un'ondata di affetto che solo un "animale" per l'appunto, sa dare. Altair lo farà. Facciamo qualcosa di sbagliato? E' peccato voler bene a loro, è un peccato contro Dio o cosa? certo non ho scelto io la mia famiglia. Così come akela non ha scelto il suo dolorosissimo passato, e Moscardo non ha scelto di essere un "incidente". Aky e Moscardo lo sono stata, la mia famiglia. Mi piacerebbe sapere che ho fatto di male. Dovevo uniformarmi alle altre, essere piena di amiche false e avere un fidanzato che non amavo? era più giusto così agli occhi di Dio? perchè chi ama gli animali deve essere sempre considerato un poveretto emarginato che siccome nessuno lo vuole si consola come può? questo mi piacerebbe saperlo davvero.
Però anticipo che se avessi trovato valanghe di amicizie vere, o un fidanzato o tutti i rapporti umani più autentici di questo mondo, il mio affetto per akela e Moscardo non sarebbe nè diminuito, nè cambiato!!!!! Do la mia parola. [SM=x1169385] [SM=x1169373]


scusate il risfogo.


in ogni caso, lo ridico: quando il vostro animale soffre irrimediabilmente e non ha senso tenerlo in vita, vi assicuro che vederlo morire addormentandosi finalmente in pace tra le vostre braccia è una cosa BELLISSIMA in confronto all'immaginarli morire da soli uccisi dal dolore. Do la mia parola anche su questo.


se ho esagerato scusate... o tagliate, fa niente, dovevo scrivere quello che pensavo su questa cosa. [SM=x1169385]





Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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