INVESTI' CANE, RICONOSCIUTO DANNO ESISTENZIALE
Decisione del Giudice di Pace di Ortona, Chieti.
Da
www.animalieanimali.it/
31 luglio 2007 - Un automobilista che aveva investito un cane e' stato condannato al risarcimento del danno esistenziale patito dalla proprietaria in conseguenza del decesso dell'animale. Per gli animalisti si tratta di "una sentenza storica che vede, per la prima volta in Italia, riconosciuto il danno esistenziale conseguente la morte di un cane. La sentenza e' stata emessa dal giudice di pace di Ortona, Aurelio della Nebbia.
"Si tratta - commentano gli Animalisti Italiani - di una sentenza davvero importante, non solo perche' il giudice di pace di Ortona ha rigettato la richiesta di risarcimento dei danni subiti dalla vettura, formulata dal conducente, in quanto non era stata fornita la prova che quest'ultimo avesse fatto tutto il possibile per evitare il danno, ma ha anche sanzionato civilmente la condotta dell'automobilista, che non si era fermato a prestare soccorso al cane, morto a seguito dell'incidente, condannandolo al risarcimento del danno esistenziale in favore della proprietaria costituito dalla rottura dell'intenso legame affettivo con il proprio cane".
"E' una sentenza - ha dichiarato l'avvocato Michele Pezone, che ha assistito in giudizio la proprietaria del cane - che s'inserisce perfettamente nel solco dell'attuale evoluzione normativa e giurisprudenziale, caratterizzata da una sempre maggiore attenzione verso l'importanza della vita e delle sofferenze degli animali, e delle relazioni affettive che si creano con i loro proprietari, relazioni certamente meritevoli di tutela giuridica".
L'automobilista, che aveva chiesto un risarcimento pari a 2374 euro per i danni subiti dalla sua auto, e' stato invece condannato a pagare 1500 euro alla padrona del cane per danno esistenziale oltre al pagamento di tutte le spese legali per circa 1544 euro.
L'incidente in cui perse la vita "Argo", cosi' si chiamava il pastore tedesco, era avvenuto la notte del 24 febbraio del 2006, in contrada Savini. Il cane avrebbe attraversato improvvisamente la strada e l'auto lo investi' scaraventandolo in un fossato. La carcassa dell'animale fu rinvenuta solo il giorno dopo. L'uomo e' stato condannato soprattutto perche' - scrive il giudice di pace nella sentenza provvisoriamente esecutiva - "non ha provato di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno", cioe' l'investimento dell'animale, cosi' come previsto dal primo comma dell'art. 2054 del codice civile.
Il giudice, infine, ha anche tenuto conto di come "Argo" fosse integrato nella famiglia che lo deteneva e del particolare legame affettivo che aveva con la figlia piu' piccola della padrona del cane.
(AGI)
"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"