10 settembre 2007 - Sono 56, rispetto alle 100 attese, le tartarughe nate sulla spiaggia di Condofuri, nell'area che va da Capo dell'Armi a Capo Bruzzano, sulla costa Jonica reggina. Alla schiusa delle uova hanno assistito gli studiosi del progetto 'Tarta Care Calabria - Monitoraggio e tutela della tartaruga marina Caretta caretta nella piu' importante area di nidificazione italiana', promosso dal dipartimento di Ecologia dell'Universita' della Calabria e coordinato da Antonio Mingozzi, docente dello stesso ateneo.
Ogni anno, da maggio a settembre, gli studiosi operano un monitoraggio dell'arenile alla ricerca delle tracce di nidificazione delle femmine di tartarughe marine. Nella notte di inizio settembre 'presidiano' i due nidi sulla spiaggia di Condofuri. Le due nidificazioni sono vicine: a circa cento metri l'una dall'altra. E questo ne fa un caso eccezionale.
Tra i fattori che determinano la schiusa, la luce, la temperatura, il tempo. Forse, le maree. Un equilibrio delicato.
La congiuntura dei parametri si verifica solo una volta. Ed e' quello il momento che il gruppo di studiosi ha atteso. Alle tre e un quarto di stamani gli studiosi, che hanno vegliato a turno per tutta la notte, notano un primo, impercettibile, movimento della rena. Un fermento silenzioso anima il campo. Non si deve disturbare con rumori o luci, perche' le piccole tartarughe appena nate si disorienterebbero e non troverebbero la strada che porta al mare. Le prime 18 tartarughe spuntano quando sono da poco trascorse le tre e mezza. La bocca aperta, dopo la faticosa risalita dal sottosuolo. Ne seguono altre. Poi, altre ancora. E' una schiusa quasi sincrona.
I giovani ricercatori non parlano. Gli occhi sui piccoli che, dopo i primi istanti, iniziano il frenetico cammino. Una processione che porta all'acqua. E' l'alba quando una piccola ritardataria si affanna sulle tracce lasciate dalle compagne e, finalmente, raggiunge il mare.
(ANSA)
www.animalieanimali.itGuardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l'uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri vienti. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?
- Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"