Il lupo torna sulle Alpi, l'uomo torna a scacciarlo

Il lupo torna sulle Alpi, l'uomo torna a scacciarlo

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28/08/2009
CUNEO. AGGRESSIONI DI LUPI AD ALLEVAMENTI, L’ENPA:“CHIAREZZA E PREVENZIONE”- - «Speravamo fossero davvero finiti i tempi del “lupo cattivo” e della persecuzione che lo ha portato sull’orlo dell’estinzione, nel nostro Paese ne sono tuttora presenti solo alcune centinaia, ma c’è chi ancora oggi sembra seguire vecchie logiche, inaccettabili e contrarie alla legge. A questa campagna, purtroppo, sembrano ascriversi anche i rappresentanti della Coldiretti con la bizzarra idea delle “ronde anti-lupo”. Chiediamo chiarezza e senso di responsabilità». Così l’Enpa ha commentato la campagna allarmistica degli attacchi dei lupi a pecore e vitelli nel Cuneese. Secondo la Protezione Animali è anzitutto necessario fare chiarezza sul punto, ovvero stabilire se i danni lamentati siano causati dai lupi o dai cani inselvatichiti, spesso abbandonati dagli stessi allevatori (nel corso dei loro spostamenti) che poi si sentono colpiti. Questo è un modo gravissimo di alimentare quel fenomeno del randagismo che, nonostante una buona legge, da tanto tempo ormai non è oggetto in molte parti d’Italia di una efficace politica di prevenzione. Con l’occasione l’Enpa ricorda tra l’altro che l’abbandono è un reato. In nome della chiarezza, la Protezione Animali chiede che eventuali danni siano ben documentati; in tal caso ad essi devono corrispondere indennizzi certi e rapidi. Prima di “gridare al lupo, al lupo” è assolutamente necessario non soltanto monitorare l’attività predatoria dei lupi ma anche comprendere le cause che spingono questi animali, di solito schivi, a interferire con le attività umane. “Le incursioni dei lupi – spiega Marco Bravi, responsabile Enpa di Cuneo- sono causate proprio dall’uomo, colpevole di aver alterato l’equilibrio biologico e impoverito il loro ecosistema. Responsabili sono anche i cacciatori che con la loro attività venatoria sottraggono loro le prede naturali, aggravando così la difficile situazione determinata dai rigori del passato inverno. Non vorremmo inoltre che qualcuno avesse la tentazione di rimpinguare i carnieri impoveriti dallo sterminio della fauna cacciabile”. La Protezione Animali chiede che le istituzioni, gli allevatori e le associazioni di categoria sia alimentino paure collettive ma pongano in atto serie misure di prevenzione. Gli strumenti esistono e sono alla nostra portata da quelli tecnologicamente più raffinati, sistemi di videosorveglianza e recinzioni, a quelli tradizionali, come il ricorso alle assicurazioni nonché l’impiego di cani da pastore. “Se qualcuno nutre pulsioni sanguinarie se le faccia passare – conclude l’Enpa -. Il lupo è una specie-simbolo del nostro Paese, che, ridotta all’estinzione, è stata recuperata solo a grande fatica e, come tale, va particolarmente tutelata". (28 agosto)
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