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Picchia con violenza il cane, condannato

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2009 12:37
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Sesso: Femminile
11/12/2009 12:37
 
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Seimila euro di multa ad un uomo sorpreso mentre prende a calci e pugni il suo animale

ROMA - Punizione esemplare per il padrone di un cane protagonista di una brutale violenza ai danni della povera bestia. Il Tribunale di Roma ha condannato l'uomo di 44 anni, A. R., alla pena pecuniaria di seimila euro di multa. I fatti - informa una nota della Lav - risalgono al 25 novembre 2005 quando, intorno alle 22,00 nei pressi di piazza Augusto Imperatore a Roma, diversi passanti videro l'uomo picchiare brutalmente un cane prendendolo a calci e pugni, sbattendolo contro il muro e colpendolo ripetutamente con uno spesso guinzaglio, utilizzato come una frusta. L'animale, rannicchiato a terra terrorizzato, provava a fuggire ma era legato con una fune.

IL RICONOSCIMENTO - Le persone presenti tentarono di fermare l'aggressione e chiamarono le forze dell'ordine, ma prima dell'arrivo della polizia l'uomo riuscì ad allontanarsi, minacciando i presenti e trascinando a forza il cane tenuto a guinzaglio. Tra i testimoni era presente Ilaria Zagaria, responsabile del settore adozioni dell'Associazione volontari canile di Porta Portese, che nei giorni successivi riconobbe nella foto e nella descrizione di una scheda di riconoscimento, il cane maltrattato: un meticcio di colore nero con una macchia bianca sul petto, entrato al canile alcune settimane prima e riconsegnato al detentore. Grazie a questo riconoscimento si è risaliti al responsabile, che è stato quindi denunciato.

«SERVONO LE DENUNCE» - «Finalmente nelle aule di giustizia, dopo le tante battaglie condotte negli anni dalla Lav e dalle altre associazioni animaliste, si condannano gli autori di maltrattamenti verso gli animali, - ha dichiarato l'avvocato Filippo Pompei che ha rappresentato nel dibattimento la Lav come parte civile - per questo è importante l'attività svolta dalle associazioni, ma è fondamentale anche l'azione di denuncia da parte dei comuni cittadini». «Diverse analisi dimostrano che le varie forme di maltrattamento si accompagnano ad atteggiamenti culturali che vedono gli altri animali come cose, oggetti animati da usare e sfruttare e sui quali esercitare un misero senso di onnipotenza quotidiana: l'altro animale, diventa lo schiavo di frustrazioni, impotenze e meschinità umane», lo afferma Ciro Troiano responsabile delle Guardie Zoofile della Lav, estensore della denuncia che ha portato alla condanna di A.R. Pistone, il cane vittima dell'aggressione, ora è stato dissequestrato e affidato al Canile di Roma in attesa di adozione. Sino ad oggi però, il rischio che potesse essere restituito all'uomo che lo aveva maltrattato, ne ha impedito l'adozione, nonostante sia un cane buono e socievole con gli altri cani (divide un box con altri due cani da quattro anni). Grazie alla decisione del giudice, Pistone può sperare in una nuova famiglia, che lo accolga con amore


10 dicembre 2009 Corriere della sera



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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