NEW YORK: UCCISE A CALCI UN GATTO: SOLO 500 ORE DI SERVIZI SOCIALI
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NEW YORK - Nè carcere, nè libertà vigilata, se l’è cavata con solo 500 ore di servizi sociali Joseph Petcka, l’attore americano che nel 2007 uccise a calci Norman, il gatto della sua fidanzata Lisa Altobelli.
Dopo 476 ore servendo zuppe ai senzatetto in una mensa popolare e 33 ore cantando e collaborando in un’associazione benefica di terapia, l’attore ha chiuso oggi il suo conto con la giustizia.
La pena era stata stabilita nel 2008 dalla Corte Suprema di Manhattan dopo che Petcka, nel corso del processo, aveva ammesso di aver malmenato il gatto fino a farlo morire.
In uno sfogo d’ira contro la donna, gridando «ti interessa più il gatto di me» l’aveva picchiato con i suoi stivali da moto con tacco d’acciaio a tal punto da far pensare che fosse stato investito da un’auto.
La Stampa
Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.
Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"
Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè