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L'antilope e i ghepardi, nemici amici

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2010 21:15
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Sesso: Femminile
18/02/2010 13:23
 
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I tre felini si imbattono in quella che normalmente sarebbe una loro preda. Ma si limitano a coccolarla
L'insolito incontro è stato imMortalato da un fotografo durante un Safari in Kenya



MILANO. Quando la piccola antilope ha incontrato i tre giovani ghepardi, il suo destino sembrava segnato. E, invece, sorprendentemente, non solo i «gattoni» hanno risparmiato il cucciolo, ma ci hanno pure giocato per un po’, accarezzandolo persino sulla testa con le loro zampotte prima di salutarlo con una leccatina sul collo e lasciarlo andare via indisturbato. Le immagini di questo incredibile incontro nella savana sono state immortalate dal fotografo Michel Denis-Huot nell’ottobre scorso, durante un safari al Masai Mara in Kenya.

NON PREDA, MA GIOCO - «I tre ghepardi sono fratelli e vivono insieme da quando hanno lasciato la loro madre all’età di 18 mesi – ha spiegato l’ancora allibito fotografo al Daily Mail -. Li avevo visti gironzolare insieme fin dalle prime ore della mattina, ma non sembravano affamati, camminavano veloci e si fermavano spesso a giocare insieme. Ad un certo punto, hanno incontrato un gruppo di impala (una delle più graziose specie di antilopi, la più diffusa nella savana, ndr) che è subito scappato via, ma uno dei cuccioli non è stato altrettanto veloce e così i tre fratelli lo hanno catturato facilmente, ma dopo averlo buttato per terra, hanno perso subito interesse. I ghepardi si sono messi così a giocare con la piccola antilope come farebbe un gatto con un gomitolo di lana e per più di un quarto d’ora sono rimasti con il cucciolo, non facendo altro che leccarlo o mettendogli le zampe sulla testa».



IL LIETO FINE - Ancora più straordinario è il fatto che la storia abbia avuto un lieto fine perché, a parte un piccolo momento di tensione quando sembrava che uno dei tre ghepardi stesse per morsicare l’antilope sul collo, l’impala se n’è poi andato via senza problemi. Ma oltre che la sua buona stella, il cucciolo deve ringraziare anche madre natura: a differenza, infatti, degli altri felini, i ghepardi cacciano per il cibo soltanto di giorno, al mattino presto o nel tardo pomeriggio, e dopo hanno bisogno di riposarsi per la lunga corsa. Ed è stato proprio in quel momento, ovvero con i tre «gattoni» sazi per una precedente «abbuffata», che la piccola antilope ha fatto l’incontro che poteva davvero cambiare in peggio la sua giovane vita.

Simona Marchetti
29 gennaio 2010(ultima modifica: 30 gennaio 2010)

da corriere.it



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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