00 16/07/2007 22:38
Ecco…

Confesso che non è facile. Ma è ora che parli della piccola Altair.

La sua storia non è affascinante e straordinaria come quella di Akela… no, la sua storia è tra le più banali che esistano. Ma non per questo è meno importante. E non per questo è meno triste.

Al canile...io ho legato particolarmente con alcuni cani, e pensavo che, tra milioni di anni, quando Akela sarebbe partito per il ponte avrei scelto tra questi il mio nuovo compagno di vita. Non è affatto andata così… io e Altair… siamo quasi due sconosciute!

Andando per ordine, lei nasce in una data imprecisata del 2003. eh sì... ho preso un cane relativamente giovane, mentre io ero una devota dei cani anziani. L’ho presa perché… i viaggi, Bologna… avanti e indietro… insomma, non so per quanto tempo un cane anziano mi sarebbe venuto dietro… e comunque, avevo la certezza assoluta che nessuno l’avrebbe mai presa, nonostante la sua giovane età, la sua bellezza, il suo sembrare un cane di razza…

Dicevo, nel 2003 Altair era uno dei tanti figli degli scatoloni trovati nei boschi. Non so che è successo di preciso quel giorno, forse c’ero anche ma non lo ricordo. Immagino, però, che tutto sia andato secondo la norma. Un signore avrà suonato il campanello del canile, qualche volontario gli avrà aperto, lui avrà detto di avere trovato dei cuccioli nel bosco in uno scatolone. Succede sempre così. I boschi pullulano di scatoloni pieni di cuccioli e di sacchetti pieni di gattini. Ovviamente spesso è vero che il tizio in questione ha trovato i cuccioli… ma a volte… a volte vengono dei sospetti, a volte sono troppi i cuccioli che lo stesso individuo trova nei boschi ogni anno...senz’altro, qualche volontario avrà detto al signore:
“Guardi che se c’è una cagnetta da sterilizzare l’associazione può aiutarla economicamente…”
Senz’altro il signore avrà risposto: “Nessuna cagnetta da sterilizzare, li ho trovati nel bosco”.
In ogni caso...sempre meglio che ucciderli.

I cuccioli vengono adottati quasi sempre. E rimangono al canile molto poco. Chi lo sa, forse me la sono spupazzata da cucciola, la mia piccola. Forse l’ho tenuta in braccio e non me lo ricordo. Forse invece non ho fatto neanche in tempo a vederla. Come tutti i cuccioli doveva essere adorabile. Ed è stata adottata.

Qui...c’è un buco, lungo appena un anno. So solo che le persone che l’avevano presa erano una coppia con dei bambini, e che avevano un giardino. Altair ora, piano piano, mi sta raccontando di quel posto, ma io lo sto scoprendo col contagocce… è difficile indovinare cosa sia successo.

Ma ecco un evento che ricordo bene: il suo ritorno al canile. Ricordo che ero da sola con un’altra volontaria. Ricordo che è arrivato un uomo burbero, molto arrabbiato, quasi minaccioso, e ha iniziato a parlare di un cane “stupido” che “rovinava il giardino”.
E’ triste, ma a volte succede… uno fa di tutto, ma di tutto, per accertarsi che i cani vadano a finire nelle mani giuste e purtroppo a volte si sbaglia di grosso.
Ricordo che pur non avendo voce in capitolo ho scambiato uno sguardo d’intesa con l’altra volontaria: meglio in canile che con uno così. Dunque, nessuna storia, il cane tornava, adulto, dopo che se lo erano goduto da cucciolo, dopo che i bambini si erano stufati di giocarci, veniva buttato via senza rimpianti come un giocattolo usato. Anzi, forse è stato anche felice, quel tizio, di sbarazzarsene. Forse perché si era alla fine del mese di giugno e doveva prenotare per andare in vacanza. Certo è che del cane non si è più interessato. Una storia… come tante. Il destino ha voluto che fossi presente…
Ricordo il tizio in questione aprire il baule dell’auto e ricordo lo sguardo dolce e terrorizzato di uno splendido pastore tedesco.
“Bellissima”ho pensato. Mi ha ricordato molti cani che mi erano stati cari in passato, in quel momento. “Dai, che ti salvi!un posto migliore lo trovi di certo”
Ho preso in mano il guinzaglio per farla scendere. Non voleva saperne. Sembrava pesare seicento quintali, e quello sguardo implorante diceva chiaramente che lei voleva tornare a casa, che non le importava, non le importava del resto...che avrebbe fatto la brava, davvero… ma che lì non ci voleva tornare. Oltre alla schiena mi si spezzò il cuore. Anche all’altra volontaria successe la stessa cosa… anche insieme, non riuscivamo a farla scendere. Il tizio ci guardava, per giunta impaziente. Sembrava non avercelo proprio, il cuore, lui!!!!
“Senta” ha detto la signora che era con me “ma non vede che non vuole scendere? Non le fa un po’ pena?”
Il tizio ricominciò a parlare di giardini e di stupidità canina.
“Se ha il coraggio la prenda lei e la porti in gabbia!” ha detto la mia “collega”.

Vi ho detto che Altair non è un cane con cui ho particolarmente legato… ma quella che ho visto è stata una scena davvero brutta, e anche se lei non fosse qui con me ora mi sarebbe rimasta impressa a vita.
La piccolina si opponeva, con tutti i suoi sguardi e tutte le sue forze, a quell’omaccione orrendo che le avrebbe spaccato il collo pur di farle fare quello stupido tragitto, non tanto breve.
Mi sembra ancora di sentire la sua voce, ad ogni centimetro imprecava “Stupida Morgana!” o “Maledetta Morgana!”… e lei, invece, pur essendo ostinata lo guardava implorante… quasi a dire: “No, papà...per favore...davvero...farò la brava… obbediente non portarmi lì, papà…”
Niente da fare. Ci ha messo un quarto d’ora buono, ma alla fine il padrone l’ha sbattuta in gabbia, senza un minimo di rimorso, e con un’ultima spinta pesante l’ha spedita nell’angolo della gabbia. “Stai ferma lì!” ha detto.

Ho cercato di mantenere un minimo di contegno ma ero pietrificata dall’indifferenza di questa persona. Appena se ne è andato mi sono precipitata nella gabbia della cagnetta… stava nell’angolo, in punizione. L’ho abbracciata, ho quasi pianto. Le ho detto che lei era tanto fortunata, perché era tanto bella, tanto giovane e assomigliava a un cane di razza, le ho detto che sarebbe stata libera molto, molto presto.

Sono passati tre anni. Purtroppo Morgana si è rivelata essere un cane… “problematico”… non aggressiva, ma eccessivamente paurosa. Non socievole né con i cani né con le persone… Traumatizzata, in una parola. Fondamentalmente non si è proprio riusciti a tirarla fuori dall’abisso… e soprattutto, a spostarla da quell’angolo. Oh sì, pare impossibile. Morgana è stata nell’angolo per anni, e nessuno mi toglie dalla testa che lo ha fatto per obbedire all’ultimo ordine di chi l’aveva buttata via. Morgana stava nell’angolo quando era in gabbia. Se le cambiavi angolo non importava, ma stava comunque sempre in un angolo. Stava nell’angolo, bella e delicata, invece di giocare coi suoi compagni che per tutti e tre questi anni sono stati Gaspare e Arnold, un po’ materialotti, sì, ma simpatici… Morgana stava in un angolo, immobile, durante i minuti di libertà che le venivano dati...si metteva sola in un angolo persino se la si portava al parco canile… Morgana si infilava nell’angolo quando veniva gente a vederla, quando qualcuno era interessato a lei. Era immobile, bella come una statua, ferma come una statua, glaciale, e nell’angolo. Questo suo atteggiamento ha scoraggiato tutti coloro che volevano fare amicizia con lei, tutti coloro che sarebbero stati intenzionati a regalarle una vita migliore.

Il suo sguardo è dolce, nella foto che le ho fatto nei primi giorni di canile. Ma ora non è più così. Lo sguardo di Altair è qualcosa che va al di là di ogni immaginazione, ora. Bhè… lo stare in gabbia lo ha indurito. Tanto. Lo sguardo di Altair è glaciale e tagliente, spietato… ti trapassa come un pugnale e ti fa a fette l’anima. E’ uno sguardo ferito ma che si difende molto bene, uno sguardo forte, deciso, sanguinario, fiero… e bellissimo.
E, soprattutto, Altair TI FISSA. Ti fissa insistentemente e ti mette di fronte a tutto il rancore che si può provare al mondo, il rancore di una creatura nata per non averne mai… il rancore che viene da un cuore buono come solo quello di un cane sa essere. Quello di un cane OBBEDIENTE, perché lei da quell’angolo non si è mossa mai. Quando a un cane vengono fatti tanti di quei torti da fargli provare rancore, generalmente diventa aggressivo o pauroso. Altair è paurosa, non posso dir di no. E non è aggressiva. Ma il suo sguardo ti taglia in due. Ti fa sentire infinitamente colpevole. E’ uno sguardo che sa di vendetta… anche se lei è talmente dolce che questo pensiero è assurdo. In ogni caso non è da tutti reggerlo. Io non ci riesco. Ma ho fatto delle foto. Ho sentito qualcuno che passava dire: “Gli occhi di quel cane fanno impressione!”…
Altair non è migliorata in canile… è peggiorata. Non le si adattava il contesto, credo, lei è un cane tranquillo, non le piace la confusione né gli altri cani. E la gabbia… la stava soffocando. Altair in canile era un cane fantasma. Un’ombra, una di quelle presenze discrete che non ti accorgi neanche che c’è (a non volerla guardare negli occhi intendo)… nessun volontario si era affezionato in maniera particolare a lei,k nessuno le riservava coccole speciali. Inoltre a causa del suo carattere timido, pauroso e schivo non veniva mai presa in considerazione per le adozioni. Chi le si avvicinava perché era bella… si allontanava dopo aver assaggiato la sua freddezza. Qualcuno la voleva in quanto cane di razza… ma si allontanava, perché Altair viene da uno scatolone, è innegabilmente un incrocio! La mamma sarà stata pura, forse, ma lei no di certo. Vista in foto sembra un pastore tedesco tanto quanto il commissario Rex, è ben proporzionata. Ma dal vivo ti accorgi che è piccolina. Non troppo piccolina… è più grande di Aky senz’altro. Ma è un po’ più piccola di un pastore tedesco iscritto all’ ENCI.

Ho… questo appunto, che ho preso nel 2005. Su di lei. L’ho ripescato. Inizia con le parole di una canzone che mi piaceva.
“L’AQUILA REALE-F.Mussida: “e prende tutta la forza che ha/ si lancia decisa più in là/ e con tutta la forza che ha/si libera e vince sul temporale/e il cielo appare/ e il cielo è un mare/e vola, vola si innalza il canto/vola, vola, si calma il pianto/vola, vola tagliando il vento/vola, vola più in là del tempo/, vola, vola e in un angolo di cielo/ un sentimento nuovo nascerà/ darà nuovo cuore e nuovi occhi all’anima/ alla sua anima”...oggi ho visto lo sguardo di Morgana al di là della gabbia. Non riesco a credere a come sia diventato. E’ terribile, grandioso, disperato ma comunque stupendo. Ho detto a Marco che mi pareva lo sguardo di un’aquila, e lui ha risposto di sì… vorrei tanto che trovasse l’angolo di cielo in cui si parla in questa canzone, vorrei che superasse la tempesta…vorrei cambiarle quegli occhi, vorrei poterle ridare il suo giardino e i suoi bambini… lei non si è mai rassegnata!!! come si fa a lasciarla qui? Lei qui è disperata…”

Mi capita spesso di scrivere cose così. E’ normale, vorrei portarli a casa tutti. Non avevo mai pensato alla piccola a casa mia.

Fino a quando Aky è stato tanto male. Mentre aky stava male, mi sembrava dicesse… guarda, quanto le assomiglio. Lei è lì, è sola. Nessuno in particolare si prende cura di lei. Io avevo te: se no, non avrei avuto nessuno. Lei non da’ fastidio, sta in disparte, non litiga per le carezze e per il cibo, obbedisce sempre, non è affettuosa, e per questo nessuno la vede e si affeziona tanto a lei. E’ un fantasma, come sono stato io. E’ timida, spaventata e discreta tanto quanto me. Nei suoi occhi leggi una storia triste quanto la mia. Lei non uscirà da lì se non ce la tiri fuori tu…” Bhè… sotto molti aspetti Altair era simile ad aky….

La mancanza di Akela è stata tanto forte che sono corsa a prendere la mia cagnetta mezza giornata dopo la morte del mio tesoro… piangevo, quando l’ho presa. Non avrei voluto portarmela a casa con tutta quella tristezza nel cuore ma non potevo farne a meno, col passare del tempo sarebbe solo aumentata.

Morgana. Mi era sempre piaciuto quel nome, ma anche se lo avevo sentito sulla bocca dei volontari detto in maniera molto dolce, quel nome nella mia testa non riusciva a staccarsi dalla voce di chi avevo un giorno sentito dire: “Stupida Morgana, maledetta Morgana”. Quel giorno mi era sembrato il nome di una strega, e non riuscivo a liberarmi da quell’idea. La avevano piantata lì, da sola, in quell’angolo, senza lasciarle nemmeno il collare… da sola, con quel nome. Non doveva mai più sentirlo, per quanto mi riguardava. Inoltre io ho adorato un acne di nome Merlino… e di Morgane meglio che non ne senta parlare.
Quando ho cercato un nome per lei non ho pensato a una stella. Ho pensato a un nome da lupa. E’ una cosa stupida...ma Akela aveva il nome di un lupo e io volevo un nome che rappresentasse per me una continuità… cercavo e cercavo, e ho scoperto per caso delle immagini di una lupa molto bella, che sta (o stava)in un parco in America e che si chiamava Altair (è quella del mio avatar [SM=g27998] ). Il nome mi è piaciuto subito. Ho fatto una piccola ricerca… e ho scoperto (non lo sapevo) che è il nome di una bellissima stella. L’idea mi piaceva molto. Inoltre, come se non bastasse, quella stella è la stella principale della costellazione dell’Aquila e il nome deriva da una frase araba che significa “aquila in volo”. Stupendo. Era suo. Il giorno che l’ho adottata ho visto un grosso uccello rapace volare sopra casa mia. Non ne avevo mai visti così vicino… sarà stato un falco o una poiana… ho letto che per i nativi americani il Lupo è solitamente quello che ti indica la via, l’Aquila invece rappresenta la forza di superare le difficoltà. Avevamo delle belle difficoltà da superare insieme, io e lei!

L’unico difetto di questo nome era che non sapevo come si pronunciasse. Mi sono iscritta a un forum di astrofili per chiederlo [SM=g27985])) che ridere… stranamente non erano sicuri nemmeno loro della pronuncia esatta, qualcuno scherzandomi ha chiesto se dovevo tenere una conferenza con arabi e americani insieme… ma alla fine pare che la pronuncia sia Altàir. Anche se non è così il mio cane si chiama Altàir, deciso.

E’ intelligentissima… ha capito subito di chiamarsi Altair. Il primo giorno credeva di essere in paradiso… poi sono cominciati i problemucci, anche se superabili per me… temo grandi per lei. [SM=g27992] si è messa in un angolo… e non si è mossa. Adora le coccole, ma il massimo che fa è cambiare angolo. In giardino o sta in un angolo o fa le buche (ovviamente questa cosa non pesa a nessuno, tranne che a Moscardo). Io la coccolo a più non posso, le parlo dolcemente. Ma lei è divorata dalla paura. A differenza di Aky che durante i primi giorni voleva fuggire a ogni costo… lei non scapperebbe mai da qui. Ma ha sempre paura. Ha paura di fare qualcosa di sbagliato, è divorata da questa paura. Quando uno passa vicino al suo angolo lei si rannicchia tutta e trema, sembra dire “No… non ho fatto niente… ti prego non picchiarmi…”. Sempre a differenza di Aky lei non ha paura di oggetti in mano, neanche sassi e bastoni, per fortuna, ha proprio solo paura che qualche persona gliele suoni forte. Persino dirle “brava” quando fa una cosa giusta la spaventa…nemmeno quello le avevano mai detto! è una paura che dovrà superare con tante coccole, immagino… non trovo altra soluzione. Per ora sono lì, con lei, nell’angolo, a coccolarla tanto e a farle capire che qui può stare tranquilla, che qui non la sgriderà nessuno… la mia stellina. Mai più.

*****************

Ecco le foto. Ma ho promesso che le cambierò gli occhi e riuscirò a farlo.

Settembre 2004: Altair al canile:
bp3.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/Rbkxo_XhlMI/AAAAAAAAAIk/nRfxzevbyEc/s1600-h/Morgana+e...

Oggi pomeriggio, lo sguardo dell’aquila:
bp1.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/RpvksCFwjmI/AAAAAAAAAX0/e6893rAMQ3Q/s1600-h/100_...

Sempre oggi pomeriggio:
bp0.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/RpvhfyFwjlI/AAAAAAAAAXs/vDI3JnSZd5U/s1600-h/100_...

bp2.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/RpvefSFwjkI/AAAAAAAAAXk/SU2Nz4IpbZ8/s1600-h/100_...


Tristezza:
bp0.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/RpvbXyFwjjI/AAAAAAAAAXc/TOyNhIWb4dk/s1600-h/100_...

Voglia di ricominciare…
bp3.blogger.com/_YgQ7nqs_Bqc/RpvNliFwjiI/AAAAAAAAAXU/3D04OyOnc5w/s1600-h/100_...

Chiedo scusa, so che sono grandi ma non riesco a caricarle in nessun altro modo.... [SM=g27992]

[Modificato da Akyaky 16/07/2007 23.50]




Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè