00 12/05/2008 16:23
Posto qui l'articolo inerente a questo film segnalatomi da Akyaky, che è straindaffarata causa studio [SM=g1552497] ... Non la invidio!

Sopravvivere Coi Lupi, di Vera Belmont

Da www.megamodo.com/



Tratto dall’omonimo romanzo di Misha Defonseca, al centro di una polemica letteraria. È la storia di Misha, una bambina belga ebrea che fugge da Bruxells alla ricerca dei genitori deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. Grazie alla bussola regalatale dal nonno, Misha partirà in direzione dell’Est e si troverà ad attraversare Germania, Polonia e Ucraina da sola.
Sopravvivere Coi Lupi
L’unica compagnia che troverà sarà costituita da un branco di lupi, dai quali verrà letteralmente allevata. Nel frattempo, davanti ai suoi occhi scorrono gli orrori della guerra. E capirà che forse è più feroce l’uomo di qualsiasi altro animale.


Il film si mette al servizio della storia. La regista Vera Belmont non esita ad abbassare la macchina da presa ad altezza bambino (o lupo) e, in diversi momenti, a porla al posto degli occhi di Misha. Come Misha, lo spettatore si confronta con una realtà che alterna visioni poetiche ad immagini brutali senza soluzione di continuità. È forse per questo che il film funziona meglio nella parte centrale, quando gli attori principali sono solo una bambina di nove anni con tre grandi e splendidi lupi, mentre la prima parte soffre di una caratterizzazione leggermente stereotipata dei personaggi e del contesto, e così anche nella terza parte, prima del finale.


Ma nel complesso la trasposizione del romanzo si può dire riuscita. In particolare, il carattere fiabesco ne risulta persino accresciuto, ben esplicitato da diversi accorgimenti: per esempio l’incerata rossa rubata da Misha che diventa una mantella o le sagome della bambina con i lupi con la luna sullo sfondo.


E registicamente, la Belmont preferisce sacrificare la mobilità della macchina a favore di una composizione del quadro che tende il più possibile ad esprimere, anche in maniera pittorica, l’afflato favolistico. Grande prova di Mathilde Goffart, che nonostante la giovane età regge sulle sue spalle l’intero film, giungendo ai limiti della trasformazione fisica. Curioso l’utilizzo in colonna sonora dello score elettronico di Emilie Simon.
Inevitabilmente il film – ancora in programmazione nei cinema belga da novembre e da gennaio in quelli francesi – risulterà legato alla polemica sorta attorno al libro ed alla sua autrice, come anticipato.


Pubblicato nel 1998, il romanzo viene presentato come autobiografico, ottenendo un grandissimo successo editoriale. Solo dopo otto anni il biografo della Defonseca nota una serie di incongruenze tra la vita dell’autrice e quella raccontata nel romanzo, denunciandole; ma sarà solo nel febbraio del 2008 – e dunque a film terminato – che l’autrice ammetterà il carattere totalmente fittizio della storia, con seguenti accuse di strumentalizzazione dell’Olocausto. Ma ad ogni buon conto, la versione cinematografica di “Sopravvivere coi lupi” resta la prova di come si possano maneggiare argomenti ancora oggi scottanti in maniera delicata, anche se con un fondo oscuro. Proprio come le favole.


"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"