00 24/08/2008 23:55
Ciao, volevo parlarvi della mia ultimissima lettura...

A dire la verità nuda e cruda sono un po' di parte: conosco l'autrice di questo libro, è una persona favolosa che scrive davvero benissimo (magari scrivessi io così) e che ha avuto da poco l'opportunità di pubblicare i suoi primi due libri.

Uno dei due, "Dall'immenso prato verdeazzurro" parla solo del rapporto tra lei e gli animali che nel corso della vita ha incontrato lungo la sua strada. Maura ha il dono della sintesi, che a me manca. In una frase scrive ciò che io scriverei in una pagina. I suoi, dunque, sono mini-racconti. Due paginette ciascuno, che ti lasciano da pensare per un giorno intero. Sono molto semplici le vicende che lei racconta, ma tutte molto, molto profonde.

Il libro parte dalle esperienze che Maura ha fatto da bambina, nella Sicilia di un po' di anni fa. Parla del gatto, del cane, dell'asinello degli amichetti così come parla delle farfalline o delle lucertole o perfino (quasi ridevo) della bavosa. Già da bambina non fa distinzioni tra il cane e il gatto di casa e il topino intrufolatosi nella classe. Da' amore a tutti, ricevendo sempre qualcosa in cambio. Dimostrando che cani e gatti non sono "diversi" dagli animali che abitualmente mangiamo, uccidiamo o ignoriamo. Con la sua pazienza innata Maura, con il suo modo di vedere il mondo senza preconcetti e dando valore alle cose piccole e semplici e alle piccole e semplici creature, instaurerà rapporti profondi anche con gli animaletti più insoliti; e di racconto in racconto, si vede maturare dentro di lei quella che è una vera e propria cosciernza animalista, che non fa MAI distinzioni tra animali e animali.

Gli ultimi racconti, però, sono "inventati"... insomma, sono storie comuni, che succedono e potrebbero succedere e riassumono la vita e le sofferenze di molti animali.



Maura è riuscita a coronare finalmente il sogno di vedere il suo libro pubblicato (anche se come potete capire l'argomento non è proprio il più gettonato tra le case editrici) grazie ad Internet.

Il suo libro, piccolino ma come vi dicevo molto profondo può essere acquistato tramite il sito www.ilmiolibro.it .
Basta cercare: "Dall'immenso prato verdeazzurro" di Maura Prestipino Cesarj.

Spero che la mia "recensione" (purtroppo quasi più lunga del libro... [SM=x1169413] ) abbia incuriosito qualcuno...

Nel caso, buona lettura e... fatemi sapere!!!!! [SM=x1169410]

P.S. magari nei prossimi giorni posto uno dei suoi racconti così avete un assaggio!!! [SM=x1169419]
[Modificato da Akyaky 24/08/2008 23:58]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè