00 10/09/2008 10:27
Ciao! Ho saputo ieri che il nostro capobranco ha accettato la mia richiesta di “occuparmi” di questa particolare sezione e mi ha fatta moderatrice… precisamente non so cosa fare, non c’è luogo più tranquillo di questo, non c’è luogo che abbia meno bisogno di moderazione… ma volevo ugualmente spiegare a tutti perché questa sezione mi è sempre stata particolarmente a cuore. [SM=g27998]

Il nome “all’ombra dell’arcobaleno” viene da un bellissimo libro che parla del forte rapporto tra un ragazzo mezzo indiano e una lupa (lo trovate nella sezione “libri”) e si riferisce ad una leggenda indiana, secondo la quale quando due esseri, anche molto diversi fra loro, stringono un rapporto così stretto da sembrare quasi magico, si dice che hanno camminato “all’ombra dell’arcobaleno”. [SM=x1169405]

Questo è quindi il posto dove potete raccontare le vostre storie di amicizia con un animale speciale. Perché tutti gli animali sono speciali e possono stringere rapporti speciali con noi, se solo sappiamo prima ascoltarli e poi metterci in sintonia con loro… oppure, a volte, la “scintilla” scocca e basta, perfino quando mai ce lo saremmo aspettato…

Avere la possibilità di vivere un’amicizia così è un’esperienza più unica che rara, ma allo stesso tempo alla portata di tutti… io nella mia vita ho avuto a che fare con tantissimi animali… ma con pochi posso dire veramente di avere camminato “all’ombra dell’arcobaleno”. Però ho una gran voglia di raccontarvi le esperienze che ho vissuto in prima persona e le esperienze a cui invece ho assistito…

E più di tutto, voglio ascoltare le vostre storie. Perché io sono avida di queste cose… non lo nego, mi piacciono, mi piacciono molto. Quando qualcuno, anche qualcuno che non conosco, sente che faccio veterinaria, spesso finisce con l’aprirmi il cuore e raccontarmi la storia di un animale che gli è caro… credo che sia un’ “inconveniente” normale quando si studia veterinaria. Però a non tutti piace ascoltare… ad alcuni non importa nulla dall’inizio, altri finiscono con l’annoiarsi dopo qualche anno. Io no… forse è perché ho scelto questa facoltà *solo* per gli animali, e questi racconti, queste storie che altro non sono che storie d’amore, mi fanno capire, sempre e sempre di più, che facendo questo lavoro potrò aiutare non solo gli animali, ma anche la gente che li ama davvero.

Ma sto divagando… saluti a tutti, e mi raccomando scrivete le vostre storie! [SM=x1169385]



[Modificato da Akyaky 10/09/2008 10:34]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè